17. Seconda stella a destra...

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L'ultima settimana di gennaio passò in fretta. Dopo le ultime scoperte sulla nonna di Elizabeth non si era più saputo niente e, nonostante io cercassi di scoprirne di più, la mia amica non accennava a raccontare la sua storia. Non che io glielo chiedessi, l'accordo era che sarebbe stata lei a decidere quando, ma dopo che mi aveva detto che restava poco tempo, credevo che mi avrebbe fatto sapere tutto più in fretta. Sapevo che sua nonna era particolare, era stata la prima a mettere al mondo due gemelli ed ero parecchio curioso. Se poi mi avesse detto di lei, avrei saputo in meno tempo i dettagli sulla morte di suo padre, ma aspettai.
Elizabeth mi mandò via messaggio numerose foto di Tinker Bell, che era stata accolta in casa a braccia aperte e io scoprii che sua madre non le teneva d'occhio il cellulare. Era stata semplicemente la volta in cui io avevo la febbre che, dopo una litigata con figlia, era andata nella sua camera ad assicurarsi che stesse bene e aveva notato sullo schermo del telefono il mio nome. Dopo quel giorno non si era più preoccupata, sperando che le minaccie la allontanassero da me.
Iris e Thomas non accennavano a parlarsi e, poco a poco, stavano anche rinunciando alla silenziosa convivenza durante le ore di pranzo. In più sembrava che facessero di tutto per infastidirsi.
La sera del sabato decisi di uscire con Thomas per cercare di farlo ragionare. Alle otto mi feci trovare a casa sua e andammo insieme in macchina fino al Winter Pub.
Una volta arrivati io e Thomas ci sedemmo ad un tavolo in fondo al locale e prendemmo da bere solo una coca-cola.
- Era da tanto tempo che non uscivano solo noi due, senza ragazze tra i piedi - disse lui.
- Da quando definisci Iris una "ragazza tra i piedi"? - chiesi cercando di alzare un sopracciglio.
- Da sempre.
- Anche quando ti sei fatto rompere il naso per lei?
Lui mormorò qualcosa e bevve un sorso della sua bibita.
Io decisi di insistere: - Anche quando le hai fatto quella promessa?
Rimase zitto per un attimo, decidendo cosa dire e io spostai un secondo lo sguardo verso due ragazze ferme al banco per prendere delle ordinazioni. Una di loro aveva lunghi capelli castani con le punte colorate ed indossava un vestito nero molto stretto sui fianchi, la sua amica invece era vestita con dei semplici pantaloni e una maglietta e risultava più anonima vista da dietro.
- Senti, - cominciò Thomas, facendo ritornare il mio sguardo su di lui - io lo so che non vuoi che io e Iris litighiamo ma...
- Non sei arrabbiato con lei. - Lo bloccai. - Stai litigando solo per il tuo orgoglio e, forse ha ragione Elizabeth, solo perché non vuoi che vada via. Ma questo non cambierà le cose.
- So benissimo che le cose non cambieranno per me - disse alzando il tono della voce. - Lo sto facendo solo per l... - Non finì la frase perché proprio in quel momento qualcuno chiamò il suo nome.
Ci voltammo entrambi in direzione di quella voce e scoprimmo che si trattava di Hannah, la ragazza con i capelli colorati al bancone era lei mentre la sua amica era Margo, che avevo già incontrato in gita e avevo poi scoperto che faceva parte del gruppo di fotografia della prima.
Hannah prese una sedia da un tavolo vicino e si sistemò accanto a Thomas, Margo mi sorrise e si sedette con noi.
- Cosa ci fate qui? - chiese Hannah.
- Be' volevamo vederci e abbiamo pensato di venire qui - rispose Thomas senza il tono che aveva usato poco prima con me.
- Elizabeth non c'è? - domandai speranzoso.
- No, di solito non le piace molto stare qui quindi non le ho neanche chiesto se voleva. Iris invece? Non è potuta venire? - Si era accorta benissimo che quei due avevano litigato, voleva solo la conferma.
- Lei e Thomas hanno litigato...
Hannah si lasciò sfuggire una strana espressione in un misto tra stupore e soddisfazione.
- Per quale motivo? - chiese Margo.
Thomas scosse la testa. - Niente.
I miei amici si lanciarono in una lunga conversazione sulla scuola e di quanto fosse noioso dover studiare, fermandosi parecchio a chiarire che il tempo passava fin troppo lentamente in inverno. Io sbuffai e mi guardai intorno. Proprio in quel momento notai Chuck seduto da solo ad un altro tavolo quadrato. Possibile che tutti quelli che conoscevo si fossero riuniti lì? Decisi di alzarmi per invitarlo a sedersi con noi. Spiegai ai miei amici che andavo da lui e li lasciai soli. Quando raggiunsi il tavolo del mio compagno di nuoto lo trovai che giocherellava con le chiavi della macchina. Era un fatto più unico che raro che Chuck tirasse fuori la sua automobile.
Lo salutai e lui sobbalzò non aspettandosi la mia presenza.
- Cosa fai qui? - esclamò quasi spaventato.
- Sono con degli amici. - Indicai il mio tavolo. - Cosa fai tutto solo?
- Sto aspettando una persona.
Cercai di alzare un sopracciglio senza risultato. - Una ragazza?
Lui non disse nulla anche se una risposta affermativa era decisamente scontata visto il suo nervosismo. - Credo che non verrà.
- Vuoi sederti con noi?
Lui ci pensò su un po', decidendo se valeva la pena di rischiare che la ragazza arrivasse e lo trovasse con amici. Infine alzò la testa e annuì.
Lo condussi dagli altri e lui, sorridendo, mise una mano sulla spalla di Thomas e chiese di Iris, già pronto a provarci con lei e, come al solito, a fallire miseramente. Ad una risposta negativa concentrò quindi le sue attenzioni su Margo.
Per tutta la sera guardò con ansia la porta d'ingresso, speranzoso di veder entrare la ragazza che aspettava, ma lei non si fece viva.
Quando iniziò a diventare tardi, decidemmo di andar via. In uno slancio di galanteria, Thomas propose alle due ragazze di accompagnarle fino alla macchina e io e Chuck li seguimmo.
Mentre camminavamo al buio con la sola luce dei lampioni verso il parcheggio, sentimmo un gruppo di ragazzi dalla parte opposta alla nostra strillare. Erano ubriachi. Li guardai in faccia e capii che non dovevano avere affatto ventun'anni, quindi sbuffai e feci segno agli altri ragazzi di proseguire quando Chuck si fermò di colpo davanti a me. Uno dei ragazzi ubriachi si era alzato e aveva iniziato a chiamare il suo nome a gran voce.
Le ragazze rabbrividirono.
- È Luke - disse.
Aveva ragione. Non avevo mai visto il nostro compagno di nuoto così: la postura scomposta e traballante, la voce tremolante e impastata, le mani che reggevano a malapena una bottiglia vuota e una sigaretta. Nonostante questo, non la smetteva di ridere. Forse era vero che tutte le persone che conoscevo si erano riunite lì quel giorno, magari avrei persino incontrato Iris ed Elizabeth.
- Vado un attimo da lui, voi iniziate ad andare. - Chuck attraversò di corsa la strada e raggiunse Luke.
Io e Thomas ci lanciammo uno sguardo e decidemmo di aspettarlo.
Chuck si avvicinò ai ragazzi ubriachi e tolse la bottiglia dalle mani del biondo, dicendogli qualcosa.
Lui reagì ridendo. Chuck si arrabbiò e gettò per terra la bottiglia che si ruppe in mille pezzi.
- Sei incazzato perché non sono venuto o perché sono sbronzo? - disse Luke.
- Smettila di ubriacarti.
I ragazzi dietro lo schernirono, ripetendo quello che aveva detto.
Li osservai, sperando di non scorgere anche Jason con loro. Fortunatamente non lo vidi.
- Come se avessi fatto solo quello... - disse il ragazzo in risposta.
Chuck imprecò e gli diede le spalle, per tornare da noi. - Sei migliore di così. Smettila di girare con loro.
- Oh, adesso il frocio vuole fare la mammina che mi libera dei guai.
Per poco non scoppiai a ridere. Chuck era il ragazzo meno gay che avessi mai conosciuto: guardava nelle scollature delle ragazze e sotto le loro gonne e ci provava con qualsiasi persona di sesso femminile che gli passasse davanti. Se Chuck era gay, Iris e Thomas si sarebbero fidanzati, che era parecchio improbabile. Anche se...
Comunque Chuck e Luke mi nascondevano di sicuro qualcosa. Il tatuaggio che il primo si era fatto a capodanno e le loro varie litigate ne erano la prova.
Il mio amico ci raggiunse e ci fece segno di continuare a camminare.
- C'è Matthew. Perché non ci provi anche con lui? - urlò Luke.
Chuck lo ignorò.
Ci allontanammo e a poco a poco le grida e gli schiamazzi cessarono.
Margo si accostò a noi per chiacchierare e non nominò quello che era accaduto appena prima, impedendomi di porre domande al mio compagno di nuoto. Hannah e Thomas continuavano a camminare davanti a noi da soli.
Passammo davanti a un incrocio e Chuck si fermò, indicando una delle strade, poi disse che la sua macchina era lì. Mi dispiaceva non potergli chiedere niente, ma mi dissi che lo avrei fatto a nuoto. Chissà come si sarebbe comportato Luke.
Mi risvegliai dai miei pensieri accorgendomi che Margo mi stava parlando. Chiacchierai con lei e le chiesi se aveva un ragazzo. Lei mi disse di no e si zittì, permettendomi di sentire una parte della conversazione dei due amici davanti.
- Non lo dirò, puoi stare tranquillo. Non l'ho fatto quando me l'hai detto e in quel momento ero furiosa. Non dirò a nessuno che sei innamorato di lei - disse Hannah.
Cosa? Di chi era innamorato Thomas? Perché non me l'aveva detto?
Margo disse qualcosa che mi impedì di capire la risposta di Thomas.
- Matt? - mi richiamò la ragazza che camminava vicino a me.
Le risposi dicendo che la stavo ascoltando.
- Comunque, cambiando argomento. Perché tu e Iris avete litigato? - chiese Hannah.
Inizialmente, Thomas mi parve confuso, come se non capisse perché gli avesse fatto quella domanda. Hannah stiracchiò le braccia verso di noi e il ragazzo si fermò a guardarla, poi, come ricordandosi della domanda si affrettò a rispondere brevemente.
Margo mi chiamò un'altra volta e poi si stufò. Mi dispiaceva trattarla così ma dovevo ascoltare. Sperai che non mi avesse fatto scoprire e per un secondo lo temetti, così mi affrettai a scusarmi e a intavolare una conversazione. Dopo averle chiesto di raccontarmi della sua collezione di peluche rari, Margo cominciò a parlare a raffica senza nemmeno controllare che io la seguissi, permettendomi comunque di sentire sprazzi di quello che si dicevano i due davanti a me. Mi sentivo abbastanza bastardo, ma dovevo sapere.
- Allora intendi ignorarla? - disse ridendo la ragazza. - Perché non farla arrabbiare?
Thomas si grattò il capo. - Lo è già abbastanza.
- Infastidiscila. Fingi di aver trovato una sua sostituta.
Cosa intendeva? Avrei voluto chiederglielo. Fortunatamente Thomas lo fece al posto mio.
- Be', lei è la tua migliore amica...ed è importante tanto quanto Matt. Fingi di trovarne un'altra.
- E come faccio?
- Comportati come una persona che si diverte con una ragazza che non è lei. Fai in modo che ti veda sempre con questa persona.
Non mi sembrava una grande idea ma Thomas annuì.
- E dove la trovo una ragazza che finge di essere la mia migliore amica?
Conoscevo già la risposta.
- Io, naturalmente.
- Penso che questa cosa renderà più soddisfatta te che... - fece per dire Thomas ma lei lo bloccò facendo segno verso di me.
Il mio amico si voltò. - La vuoi smettere di ascoltare?
- Non ascoltavo. Margo mi stava raccontando della sua collezione di peluche! - esclamai, cercando invano di giustificarmi. Non funzionò.
Thomas e Hannah continuarono a parlarne a bassa voce finché non arrivammo alla macchina e io fui costretto ad ascoltare Margo mentre farneticava su strane ossessioni per i peluche rossi. Tanto non mi serviva sentire altro per capire che da lunedì Thomas avrebbe torturato Iris fingendo un'amicizia che non era minimamente profonda quanto quella tra di loro.

Elizabeth Lane  [sospesa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora