Lontano da me

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Anna era tornata nella sua stanza, aveva delle flebo e aspettava con ansia l'esito dell'operazione.
Non ci era permesso entrare, solo Salvo poteva.

E di conseguenza eravamo nel corridoio ad aspettare che un'infermiere ci degnasse anche della minima informazione.

La grande porta verde si apre e un' infermiera corre via verso il piano di sotto, subito dopo di lei sbuca l'infermiere più giovane e cammina verso di noi.

"Ragazzi siete voi i parenti del bambino?" Domanda

"Si" risponde sicura e ansiosa Erica.

"Ragazzi... Mi dispiace ma... Il bambino era troppo piccolo..." cercò di essere il più delicato possibile ma era pur sempre una brutta notizia.

"Vado a dirlo ai genitori...scusate" disse con sguardo basso entrando nella stanza di Anna.

Passai le mani sul viso, ero sconvolta...

Perché? Anna non meritava così tanto dolore... E neppure Salvo, si amano e amavano questo bambino...
Se fosse stato un maschietto  sarebbe stato Gabriele
Se invece fosse stata una femminuccia: Serena.
Immaginavano già di passare le giornate insieme, i primi passi, le prime paroline, i sorrisi, i giochi e i vizi... E adesso avrebbero visto svanire tutto come fosse nulla... Come se una vita fosse nulla...
Anna si sarebbe portata questo peso per tutta la vita e Salvo si sarebbe sentito debole probabilmente per sempre. 

L'infermiere uscì dalla stanza lasciando la porta aperta,segno che potevamo entrare.

Ludo e Lucio si fiondarono su Anna piangendo e stringendola. Mentre Erica e Sandro restarono sulla porta ancora increduli.
Io strinsi forte a me Salvo che appena sentii le mie braccia scoppiò in un pianto liberatorio sussurrando tra i singhiozzi
"Perché? Avremmo dovuto fare tante cose insieme..."

A quelle parole il mio cuore tremò e le lacrime caddero libere e noncuranti.

Accarezzai la sua nuca e lo strinsi forte.

_____

Anna è a casa già da due giorni, sta male e non è facile distrarla o consolarla, cammina per casa stringendo l'orsetto che aveva comprato per il piccolo e piangeva solo guardandolo.
Era convinta fosse colpa sua anche se i medici chiarirono subito che lei non centrasse nulla.

Sono le 9,07 di mattina e io sono in aeroporto, ho salutato i miei amici a casa e prendendo un taxi sono arrivata qui da sola, li ho obbligati a restare con Anna e Salvo, io potevo fare da sola ormai.

Ovviamente in questi giorni avevo sentito Ignazio che pareva sempre più malinconico anche se tentava di rassicurarmi.
Non gli avevo detto nulla riguardo il mio ritorno, sarebbe stata una sorpresa.
Avrei chiamato Piero o Gian al mio arrivo per informarmi riguardo a dove fosse Ignà per poi raggiungerlo. 

Del mio arrivo ne era a conoscenza solo Michele poiché sarei riuscita a tornare per la tappa a Malta.

____

Uscii dall'aeroporto Maltese e aspettando il taxi chiamai Gian.

-Buongiorno!- esclamò.

-Gian!! Come stai? Dove siete!!" Domandai

-Bene! Tu? Comunque stiamo per iniziare le prove... Che palle se ci fossi tu sarebbe più divertente! Questa fotografa è una palla al piede- lamentò ridendo.

-Credimi... Anche a me piacerebbe essere lì..." Finsi

-Quando credi di tornare? Ignazio è intrattabile - domandò

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