#Capitolo8

35 1 0
                                    

Passarono i giorni e di Ashton nessuna traccia. Fino a quel giorno.

Una volta svolta la mia solita lunga routine del risveglio mattutino, scesi per andare in cucina.

Passando per la sala notai Ashton nel giardino. Di nuovo. Per la seconda volta. Ye.

"Emily" la voce di mia madre mi riportò alla realtà.

"Devo uscire a fare delle commissioni, quindi penso di tornare nel pomeriggio tardo. Siete solo te ed Ashton. Mi raccomando fai attenzione."

Per un momento sobbalzai, ma forse, per colpa del cervello ancora scollegato, non diedi troppo peso all'affermazione.

"Va bene mamma, tranquilla"

"Mi raccomando se Ashton ha bisogno di qualcosa, aiutalo. Potresti anche dargli una mano sai?" affermò lei.

"E che ci guadagnerei? Io non verrei pagata a differenza sua!" scherzai.

Ridemmo entrambe.

"Dai lagna, ci vediamo piu tardi. Fai la brava, ciao"

"Ciao mamma"

La porta si chiuse. Ora eravamo solo io ed Ashton.

Finché sarei stata in casa, sarei stata fuori pericolo. Il pericolo è Ashton, ovviamente.

Misi le mie cuffiette della musica e mi accomodai sul divano.
Stavo così bene in quella situazione di pace assoluta, tanto che persi la cognizione del tempo e mi dimenticai totalmente di Ashton, finché qualcosa mi risvegliò.

"Emilyyyy?" delle lunghe dita mi tolsero una cuffietta dall'orecchio.

Urlai. "Ashton?! Ma cosa cavolo fai? Sei impazzito?! Non farlo mai più!"

"Wow, non pensavo di fare questo effetto, ahah. Scusami, scusami, non volevo. Chiedo perdono!" disse chiaramente divertito.

"...per questa volta dai. Comunque cosa vuoi?" dissi abbastanza seccata.

Ok che ero assonnata e quindi non stavo realizzando a fondo il fatto che la persona di fronte a me fosse Ashton, la persona con cui non avrei voluto aver nulla a che fare. Comunque dovevo mantenere un certo distacco fra noi due, no?

"Niente, volevo solo fare una pausa e dato che siamo soli, ho pensato fosse carino fare quattro chiacchiere con te" spiegò tranquillamente.

"E che vorresti sapere da una persona noiosa come me?"

"Non so, ahaha. Qualsiasi cosa. Come te la passi?"

"Mh, la mia vita è uno schifo sono una forever alone e mi odiano tutti. Basta?"

"Come sei positiva!" rise. La sua risata mi rassicurò. La percepii come una cosa bella e gratificante.

Ricordo che quando eravamo piccoli, per colpa della sua risata contagiosa, spesso iniziavo a ridere fino al pianto. Ridevo per qualsiasi cosa da piccola, ahah.

"Ashton, perché vuoi conoscermi meglio?" domandai seria.

"Come perché?" chiese sorpreso.

"Nel senso, tu te n'eri andato, hai preso un'altra strada. Nuova vita, nuovi amici...sicuramente tutte cose migliori. Perché vuoi recuperare la nostra amicizia? Cioè, mi hai vista? Mi faccio odiare da tutti. Sono antipatica, scorbutica e fin ora ti ho dato solo risposte di merda...c'è gente migliore di me..."

Ero sorprendentemente seria mentre faci queste domande. Quasi mi feci paura.

"Emily, otto anni fa ti dissi addio. Non perché lo volessi, ma perché dovetti. Non volevo rompere la nostra amicizia, ma ho dovuto. L'ultima volta che ti ho vista eri una bambina dolcissima e adorabile, gentile e spiritosa. È passato tanto tempo e sono davvero curioso di scoprire se l'Emiliy che conoscevo allora, esiste ancora o è cambiata. Voglio tornare ad esserti amico...che ne pensi?"

Mi sentii stranamente bene con lui. Le mie guance si tinteggiarono di un rosa acceso alle sue parole e un timido sorriso mi spuntò in volto. Non mi ero mai sentita così. Questa nuova sensazione mi piaceva davvero molto.

"Ashton, io penso che..."

Il mio cellulare vibrò.
<<Aprimi il cancello che sono qua fuori, grazie. (Papà)>>
COSA?! È gia tornato? Sarebbe dovuto tornare per cena...

"Merda. Mio padre è qua fuori...oddio ma tu sei qui!! Non dovresti essere qui! Sparisci! Esci a lavorare!"

"Ehi qual è il problema?" la sua risata contagiosa mi invase i sensi.

"Vattene!" gli lanciai un cuscino in faccia. Scoppiammo a ridere entrambi.

"Okok sparisco" si avviò verso la porta che dà sul girdino.

Lo ossevai. Wow, era perfetto.

"Ehy, penso che tuo padre sia stanco di aspettare la fuori" mi fece un occhiolino.

"Cazzo, mio papà" mi alzai rapidamente dal divano, rischiado di cadere.

Appena prima di arrivare alla porta d'ingresso mi fermai e mi rivoltai verso Ashton, ormai uscito in giardino. Sorrisi.

I LOVE YOU, IDIOT || Ashton IrwinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora