Capitolo 7

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Davide è davanti alla porta, con gli occhi pieni di rabbia.
Corre verso Jason prenderlo per un braccio e mollargli un pugno in piena faccia.
Velocemente prendo i miei vestiti un po' malconci e li indosso.

- Ora portiamo questo bastardo dalla polizia - dice mentre prende per il colletto della maglia Steve e lo stracina fuori.

Lo seguo fino alla sua macchina mentre tutti i ragazzi guardano interrogativi la scena.
Arriviamo velocemente alla stazione di polizia e decido di denunciare quel verme.
Usciamo fuori e mi dirigo verso una strada per andare a casa quando mi sento afferrare il braccio. È Davide.

- Ti porto in ospedale. - dice preoccupato.

- Sono stanca di stare in ospedale ogni cosa che faccio mi porta sempre in quel dannato posto e poi sto bene tranquillo. - dico continuando a camminare per la mia strada.
Mi si piazza davanti bloccando la strada.

- Allora ti posso accompagnare a casa. - dice sorridente.

- Okei. - dico acida.

Il viaggio è stato abbastanza silenzioso apparte le indicazioni che gli ho dato per andare a casa mia.

Mi lascia davanti al portone di casa.

-Beh ciao... - dice farfugliando delle parole incomprensibili.

- Ciao. - mi volto e vado via.

Mi butto come un sacco di patate sul divano e compongo il numero di Lucy.
Le racconto tutto e mi assicura che tra bere sarà di ritorno a casa.
Guardo un po' di TV e cado tra le mani di morfeo.

*****

Suona la sveglia, e velocemente mi preparo per il mio primo giorno di lavoro al bar sotto casa.

Faccio amicizia con i miei colleghi di lavoro,e col capo, inizio a preparare caffè a raffica e servire i tavoli.
Mi toccava prendere l'ordinazione di un tavolo con un paio di oche che non facevano altro che ridere come delle perfette idiote.

Mi avvicino al tavolo e la mia attenzione si socializza su un'oca in particolare.
Lei si. Proprio lei, quella puttana che Davide si stava per scopare a quella festa. La causa di tutto il mio dolore.

La rabbia si impossessa del mio corpo ma stando sul posto di lavoro devo contenermi.

- Cosa ordinate? - sorrido, il sorriso più falso che c'è, perché proprio in quel momento stavo pensando a tutto, a quella festa del cazzo, a Davide, a lei e al mio dolore.

Ognuna di loro mi dice la sua ordinazione fin quando arrivo alla regina delle oche.

- Ma tu sei la ragazza di Gemitaiz o dovrei dire ex? - dice con ironia.

- Questo è il menu, po' scegliere qui cosa vuole... - gli porgo il menu ignorando la domanda che mi ha appena fatto.

- Si giusto, ex, visto che me lo sono fatta io. - continua a sua provocazione.

- Beh mia madre mi ha insegnato che i giocattoli usati si danno ai bambini più poveri.

Rimane senza parole.

- Allora ha deciso cosa ordinare o posso andare? - le sorrido ancora una volta.

- Niente.

Mi volto e vado via.
1-0 per me juppy.
Porto l'ordinazione al banco e continuo il mio lavoro.
Dopo qualche minuto sento la voce del mio capo vicino all'uscita del bar, mi avvicino lo vedo che parla con la regina delle oche.
Lei si volta verso di me e mi punta il dito, subito dopo il capo mi invita ad avvicinarmi.
- Allora quando avevi intenzione di dirmelo? - urla furioso lui.

- Non capisco cosa? - non ci stavo capendo nulla e poi avevo di fronte quella troia che mi squadrava dalla testa ai piedi e sorrideva.

- Questo!- mi mostra un quotidiano di qualche mese fa. Proprio quello con la mia notizia in prima pagina. Cazzo.

- Non credevo fosse importante e poi sono passati parecchi mesi e sono pulita. - mi giustifico, infondo non credo sia importante.

La faccia della troia e abbastanza soddisfatta, è stata lei lo so. Me la pagherà.

- Io non voglio tossici nel mio bar, prendi le tue cose e vai via. - urla furioso.

Come un cane bastonato prendo le mie cose e vado via,mentre alle mie spalle la troia se la ride.
Me la pagherà fosse l'ultima cosa che faccio.
Prendo una strada che porta in un parco dove andavo sempre con Davide, infondo era l'unico posto che conoscevo bene dove potevo fumare una canna in santa pace.

La rullo velocemente e la fumo mentre ascolto la musica con le cuffie.
La Playlist per puro caso fa capitare un mixtape di Gem.
Fregandomene di chi la stava cantando quella canzone inizio ballare per tutto il parco e a cantare a squarciagola.

fratè è un mese che non scrivo una rima
a me non m'era mai successo prima
metto un altra cima dentro la cartina
e faccio a cazzotti con la mia autostima...

All'improvviso sento una voce oltre la mia cantare insieme a me.
Mi volto e rimango pietrificata alla sua immagine.

La Ballata Del DubbioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora