Capitolo 38

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Sto tremando come una foglia e voglio solo andare via da quella stanza, il più lontano possibile da quell'uomo, ma lo devo fare per Pier che mi è stato accanto e anche per Davide.

Lui mi guarda con lo stesso sguardo con cui mi guardava quando era piccola, e provo ribrezzo e odio verso quell'uomo tanto volerlo morto con tutte le mie forze.

- Allora signorina Evans lei conosce quest'uomo?- mi indica un uomo, penso sia qualche capitano o quel cibo d'importante viste le sue stelle sulle spalline.

- S-si...è mio padre..- dico con voce tremante, vedo Davide che spalanca gli occhi e mi guarda fisso e lo stesso fa Pier.

- Bene, l'abbiamo convocata qui oggi perché è l'unica apparente familiare del signor Evans. - dice - in merito a ciò le accuse contro vostro padre e la signorina qui presente figlia adottiva del signor Evans sono di violenza e rapimento dei qui presenti, lei ora ha potere si quest'uomo è sua sorella. - conclude.

- Mia sorella?- dico sbaloridita.

- Vede signorina Evans lei poco dopo essere entrata in orfanotrofio vostro padre ha dichiarato che la signorina qui presente come sua vera figlia dicendo che eravate davvero voi sua figlia.- dice.

- Maledetto! - urlo mentre cerco di avventarmi ma due braccia ben salde mi tengono ferma sul posto.

- Si calmi signorina, vogliamo sapere se preferisce mettere un avvocato. - dice.

- Io po denuncio per maltrattamento di minori nei miei confronti all'età di 5 anni se questo basta per chiuderlo in prigione facci pure!- dico quasi urlando, mentre lui rimane lì impassibile come se sapesse già la sua fine, mentre Ema piange a dirotto.

- Metto agli atti ma si fidi bastavano anche le accuse precedenti per sbatterlo dentro.- dice con un po' di ironia.

Dopo varie carte, firme e domande sono finalmente fuori da quel posto mentre suonano le sirene di una macchina dei carabinieri alle mie spalle mentre si portano via mio padre e Ema.

Aspetto fuori Pier e Davide, non appena escono gli salto quasi addosso e li stringo forte a me, le lacrime iniziano a rigarmi il viso e non riesco a smettere di pensare che per tutto questo tempo sono stati chiusi in una cantina e presi a botte tutti i giorni, è solo per colpa mia, perché sono entrata nella loro vita e ho portato loro alla rovina, quel mostro non gli avrebbe mai conciati in quella maniera se non fosse per colpa mia, perché lui era ossessionato dalla mia vita è dal successo che stavo avendo mentre lui è rimasto solo un misero uomo fallito assume a quella strega di Ema, ma alla fine devo ringraziarla perché se non fosse stato per la sua presenza nella mia famigli io sarei finita tra le mani di quel mostro e avrei sicuramente fatto la fine di mia madre.

- Scusatemi!- dico tra una lacrima e l'altra.

- So che vita dura hai avuto e ora lo abbiamo vissuto sulla nostra pelle e non devi chiederci scusa perché ora siamo qui e lo potremmo raccontare, non c'è niente di più bello al mondo di un abbraccio dopo così tanto tempo! - dice Davide con voce tremante.

- Giusto, questa vicenda ci ha fatto crescere e capire, è stata dura sopravvivere ma ora siamo qui e non c'è niente di più bello al mondo! - conclude Pier.

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