capitolo 20

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Sono le sei di mattina e non sono riuscita a chiudere occhio tutta la notte, non posso credere che dovrò passare due intere settimane da sola con Harry...non ce la posso fare.

Mi alzo dal letto e vado a fare colazione, sul tavolo della cucina trovo un bigliettino di mia madre:

Non fare la musona e divertiti. Ti voglio tanto bene.

Mamma

Faccio un lungo sospiro e inizio a sgranocchiare un biscotto anche se non ho molta fame.

Alla fine decido che l'unico modo per far passare questi giorni sarà ignorare completamente Harry, per quanto mi sia possibile.

Tuttavia non posso trattarlo male o essere maleducata perché lui, in effetti, non mi ha fatto nulla, ho fatto tutto da sola, quindi cercherò non di ignorare Harry ma ignorare il fatto che lo amo. Ci riuscirò?

Arriva il pomeriggio e nel frattempo mi sono vestita e preparata la valigia quando suonano il campanello: deve essere lui.

Faccio un respiro profondo, calma Martina, calma.

Dopo essermi presa questo momento, decisa, vado verso la porta, la apro e mi si mozza il fiato: è bellissimo, è vestito con dei pantaloncini di jeans e una maglietta bianca attillata che mostra tutti i suoi muscoli ed un paio di occhiali da sole neri che gli stanno benissimo.

Non ce la faccio, non ce la posso fare, è ingiusto, non può essere così bello.

-" ciao"- dice con tono leggermente insicuro, probabilmente non sa come comportarsi con me visto come l'ho trattato ieri ma era stata una lunga giornata e ci mancava solo lui, quindi non ho ragionato più.

Distaccata ma educata, distaccata ma educata.

-" ciao, prendo le valige e vengo"- dico accennando un sorriso, lo vedo visibilmente più sereno, fa sì con la testa e va verso la macchina.

Corro in casa e prendo i miei bagagli per poi portarli fuori. Lui li prende per metterli nel bagagliaio e le nostre mani si sfiorano, un brivido mi sale su tutta la schiena.

Non lo ami, non lo ami.

Salgo in macchina e cerco di calmarmi respirando lentamente, sono troppo nervosa.

Lui sale e con un enorme sorriso completo di fossette urla –" si parte!"- io sorrido in risposta.

Dopo pochi minuti di imbarazzante, almeno per me, silenzio chiedo –" quanto ci vuole per arrivare?"- -" un paio di orette"- risponde voltandosi verso di me.

Questa tensione è orribile e so che è per colpa mia.

Prendo un respiro profondo –" senti, mi dispiace per come ti ho parlato ieri ma era stata una lunga giornata, quando sono entrata in casa eri l'ultima persona che pensavo potessi trovare, visto che non ci siamo parlati per due settimane, e io volevo stare da sola"- dico guardandomi le mani.

C'è qualche secondo di silenzio poi risponde –" si...scusa se non mi sono fatto più sentire ma...volevo stare da solo anche io...poi però mia madre mi ha..proposto di andare nella nostra casa al mare e portare un amico...avevo appena saputo da Tobias che tu e Liam vi eravate lasciati quindi ho pensato che ti avrebbe fatto piacere distrarti un po'..e poi così avremo potuto riallacciare i rapporti"-

Si è preoccupato per me...lui...no, non ci posso cascare un'altra volta.

-"allora...amici come prima?"- chiede speranzoso e insicuro –" amici, ma non come prima, nel senso che io non sono tua e non mi puoi chiamare con quegli stupidi nomignoli...soltanto amici, normalissimi amici"- dico chiarendo le cose, lui sembra rabbuiarsi ma annuisce.

Troppo orgogliosi per ammetterlo [H.S.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora