capitolo 2

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Mi sveglio con la luce del sole, guardo l'orologio e vedo che sono le nove passate. Mi alzo ancora un po' assonnata, oggi a scuola c'è la disinfestazione che si fa ogni anno e quindi non ci vado godendomi la completa pacchia. Entro in bagno per darmi una sciacquata al viso e lavarmi i denti, mi pettino i lunghi capelli castani, al contrario di molte ragazze che odiano i propri capelli e se li tingono di tutte le tonalità mai soddisfatte, io li adoro anche se il colore non è particolare, adoro la loro forma mossa naturale, anche i miei occhi sono marroni, odoro anche quelli, profondi e caldi; la cosa che non mi piace molto di me sono le gambe, un po' troppo grandi per i miei gusti. Scendo le scale per andare in cucina a fare colazione. Sento il rumore della televisione accesa, strano mia madre dovrebbe essere già a lavoro quindi dovrei essere sola in casa. Entro in salotto -"mamma ma tu non dovresti essere a lavo-"- mi blocco vedendo che non è mia madre quella che sta guardando la televisione, è un uomo, e appena mi sente gira la testa e lo riconosco: Harry!


-"Che cazzo ci fai qui! Chi ti ha fatto entrare?!"- dico urlando. Si mette a ridere -"calmati tesoro"- -" ho detto che non mi devi chiamare cosi! E togli questi luridi piedi!"- dico spingendo via le sue gambe dal tavolinetto davanti al divano. Inizia a ridere e io mi arrabbio sempre di più -"vattene!"- sputo acida -"Calmati dolcezza"- dice smettendo di ridere e iniziando a squadrarmi dalla testa ai piedi. Cavolo! Mi ero dimenticata che addosso ho solo una maglietta larga che mi arriva fino a metà coscia. Divento subito rossa -" Ti dovresti vestire più spesso così, sei sexy"- dice alzandosi e avvicinandosi pericolosamente a me. Mette le mani sopra ai miei fianchi e mi avvicina al suo petto. Lo guardo, santo cielo quanto è bello, ieri non lo avevo notato bene: ha degli occhi verdi accesi i capelli ricci e folti è alto, muscoloso e gli si formano delle splendide fossette quando ride.


Lui coglie il mio momento di incertezza e inizia a far scendere la mano lungo la mia schiena. Questo gesto mi dà una sensazione orribile, mi dà fastidio, sento come se il mio corpo sapesse le intenzioni che ha e voglia correre lontano da lui, così faccio. Mi allontano bruscamente dandogli una spinta sul petto, lui rimane sorpreso, evidentemente sono l'unica ragazza che l'abbia mai rifiutato, mi piace questo ruolo.


Entro in cucina e prendo una tazza con i cereali e il latte, mentre preparo la mia colazione sento delle mani afferrarmi per i fianchi e girarmi bruscamente, è evidentemente arrabbiato, lo capisco anche dal suo colore degli occhi diventati più scuri, anche a mio padre cambiavano colore diventando da azzurro mare ad azzurro ghiaccio. Harry mi tiene per i polsi e si avvicina al mio orecchio -" abbiamo un conto in sospeso, ricordi?"- sicuramente si riferisce al calcio che gli ho dato ieri -" ti stava bene"- dico guardandolo negli occhi, si arrabbia ancora di più, ma perché non mi sto mai zitta? -"Questo non lo dovevi dire"- dice con un tono che mi fa gelare il sangue. Inizia a baciarmi il collo e a farmi un altro succhiotto, lo fa con molta rabbia e forza e mi sta facendo male -"Harry ti prego smettila"- dico impaurita, non mi ascolta, anzi, mi afferra entrambi i polsi con una mano e l'altra la fa scendere sulla mia coscia. Inizia a salire alzandomi la maglietta, sono terrorizzata -"Harry basta ti prego"- dico con le lacrime agli occhi. Continua a salire con la mano, sta cercando di togliermela -"Harry"- tento ancora questa volta piangendo.


Finalmente toglie la mano e mi guarda, ha le labbra gonfie e il respiro irregolare -" tu devi capire chi comanda"- dice al mio orecchio. Annuisco chiudendo gli occhi impaurita, non mi sono mai sentita così impotente, non riesco a muovermi sono pietrificata, non è giusto, non può farmi questo, raccolgo il poco coraggio che ho -"non puoi trattarmi così"- ho la voce che trema -" si che posso, tu sei mia!"- urla -"io non sono tua"- tento di calmarmi -" sì che lo sei"- dice riferendosi ai due succhiotti -" quelli non significano nulla"- ignora ciò che ho detto -" questa sera fatti trovare pronta per le sette"- -" perché? "- chiedo confusa -" perché tua madre questa sera farà il doppio turno in ospedale e visto che rimani sola voglio che tu venga a cena con me"- mi guarda divertito della mia confusione -" chi te lo ha detto che mia madre fa il doppio turno?"- io non sapevo nulla. Fa un sorrisetto -" lei, sai, è stata tua madre a farmi entrare questa mattina e lei mi ha dato anche il permesso di portarti a cena"- COSA?!?!?! Ma mia madre si è per caso impazzita?? Fa entrare in casa uno sconosciuto, lo lascia rimanere solo con me e gli dà anche il permesso di portarmi fuori?! -"Non ci credo"- sono sconvolta -" invece ti sto dicendo la verità"- dice guardandomi fisso negli occhi  -"comunque mi dispiace ma non posso venire, ho già un impegno"- mento girandomi.


Ad una certo punto mi sento afferrare e sbattere forte al muro -"allora dolcezza non ci siamo chiariti, il mio non era un invito ti stavo solamente informando, devo per caso spiegarti di nuovo chi è che comanda?"- ha gli occhi ancora più scuri di prima, mi fa tanta paura e non voglio che inizi a ritoccarmi quindi abbasso lo sguardo e nego con un movimento della testa. Si allontana e fa un sorriso soddisfatto, mi accarezza la guancia e io giro la testa dall'altra parte con la poca dignità che mi rimane, questo gesto lo infastidisce ma non dice nulla e se ne va, lasciandomi da sola ancora attaccata al muro. Le lacrime iniziano a scendere sul mio viso e mi rendo conto di quanta tensione e paura abbia sopportato fino ad ora, non può trattarmi così, non ha il diritto di farlo, io non sono sua come lui pensa, e questa sera glielo dimostrerò.


Troppo orgogliosi per ammetterlo [H.S.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora