29- You only live once

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Axel's pov

Quella sera mio padre rientrò prima dal lavoro, era una cosa che non succedeva molto spesso. Dopo non si sa quanto tempo riuscimmo finalmente a cenare insieme. Non avevamo quel classico rapporto in cui si passava tutto il tempo a chiacchierare e raccontarsi le cose, di solito io e lui avevamo conversazioni abbastanza formali. Mi chiedeva di aggiornarlo sui compiti e l'andamento scolastico, non aveva mai voluto saperne molto del calcio perciò mi limitavo a dirgli soltanto il succo delle cose.

Quella sera però avevo bisogno di chiedergli una cosa molto importante e speravo che non si rifiutasse di rispondermi.

Io: papà, posso chiederti una cosa?
Papà: certo, dimmi
Io: come vi siete conosciuti tu e mamma?
Papà: -la sua espressione mutò improvvisamente- come mai vuoi saperlo?
Io: non me ne hai parlato. Vorrei tanto saperlo

Flashback

Nikolas aveva diciotto anni e quel giorno decise di uscire da solo per fare una piccola passeggiata. Nel distretto in cui abitava c'era un chiasso enorme, la festa di paese era più affollata del solito e quell'anno avevano anche adibito la piazza a luna park. Decise di farci un salto e vedere se ci fosse qualcosa di interessante.

Elenor, invece, ne aveva sedici ed era uscita con delle sue amiche per festeggiare il compleanno di una di loro. Il caso volle che la sua amica abitasse proprio nello stesso distretto di Nikolas e che avesse deciso di festeggiare il suo compleanno nel luna park in cui c'era anche lui.

Il ragazzo rimase affascinato da una giostra molto particolare, composta da una base a forma di disco e sul cui perimetro era disposta una serie di divanetti. L'intera attrazione girava su se stessa e durante la rotazione veniva fatta inclinare in modo ondulatorio e repentino, facendo così sobbalzare i passeggeri. L'obiettivo del gioco era proprio quello di riuscire a restare seduti nonostante le varie turbolenze.

Nikolas amava essere messo alla prova, così decise di salire e fare un giro. Elenor, invece, era spaventata. Le sue amiche volevano salirci a tutti i costi, ma lei non voleva perché non c'erano le cinture di sicurezza e lei aveva molta paura di farsi male. Alla fine, però, venne costretta dalle sue amiche a salire.

I due ragazzi, casualmente, finirono seduti vicini. Nikolas sapeva bene come reggersi, ma Elenor era terrorizzata, si teneva malamente al bordo del divanetto e cercava di restare seduta in ogni modo.

Nikolas si accorse subito della ragazza, ma non per la sua bellezza perché non l'aveva nemmeno vista in faccia, bensì per la sua goffaggine. A lui risultarono molto divertenti i suoi vani tentativi di restare seduta, tant'è che per un po' ridacchiò, anche quando lei stava gridando di voler scendere.
Ad un certo punto, però, mollò per sbaglio la presa e si spostò malamente via dal suo posto. Stava per cadere sul pavimento, ma prima che ciò accadesse Nikolas l'afferrò per la giacca e se la portò in braccio. La tenne stretta al suo corpo per evitare che si facesse male.

Elenor: -arrossì- oh mio Dio, scusami! N-Non volevo... f-finirti addosso!
Nikolas: non fa nulla, non preoccuparti. Ti ho~ ti ho presa..

Quando stava mollando la presa per farla sedere nuovamente al suo posto, lei si aggrappò più forte a lui.

Elenor: n-non l-lasciarmi... h-ho paura di farmi male
Nikolas: allora ti lascerò non appena la giostra si fermerà, va bene?
Elenor: va bene! -esclamò con un tono decisamente più sollevato- ..ti ringrazio tanto..?
Nikolas: Nikolas, il mio nome è Nikolas
Elenor: i-io sono Elenor, molto piacere -gli sorrise.

Hai segnato la mia vita con un tiro di rigore ─ Axel BlazeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora