[Michael]
Sto uscendo di casa, capelli disordinati e barba incolta, il cielo grigio e nuvoloso mi mette una certa ansia, è una cosa strana per essere a Sydney che di solito anche nei mesi invernali ha un clima mite e un sole accecante, la felpa pesante che ho addosso non impedisce che il vento mi penetri nelle ossa e mi faccia rabbrividire di freddo.Mi incammino a passo spedito verso l'ospedale che non dista tanto da casa mia, ormai è una routine andare a trovare Luke prima del lavoro.
Le persone camminano in modo frenetico, qualcuno mi da di tanto in tanto qualche spallata che mi fa vacillare leggermente ma non mi importa più tanto, ormai non mi interessa più quello che la gente fa o dice, di certo non sarà il fatto di arabbiarmi a cambiare quello che è seccesso.
Il grande ospedale si eregge davanti ai miei occhi, bianco e freddo, come la neve invernale, quella neve che ho visto una sola volta in vita mia.
L'odore di disinfettante si sente anche da fuori, quell'odore che è diventato così familiare e non più fastidioso ma rappresenta l'odore di tristezza perché non vorresti mai vedere la persona che ami in quelle condizioni, circondata da quell'odore.La piccola stanzetta incuba il corpo fragile di Luke, non è più vuota ma piena di decorazioni perché Luke se lo merita anche se non è conscio, insomma non potevo lasciarlo così nel bianco, Luke aveva un carattere e non avrebbe mai voluto che la sua stanza fosse rimasta bianca.
Tiro fuori un cd da uno dei cassetti accanto al letto, ho letto in diverse riviste scientifiche che la musica aiuta le persone che sono in coma, non so quanto questo potrà aiutare Luke ma io ci provo, non ho nulla da perderci.
Faccio partite "Sempiternal", l'album dei Bring me the Horizon che mi è stato regalato dal proprietario del negozio di musica in cui lavoro.
La prima canzone che parte è "Can you feel my heart", una canzone che amo.
"Can you hear the silence
Can you see the dark
Can you fix the broken
Can you feel my heart"***
Il mio turno di lavoro è quasi finito, di clienti non ce n'è l'ombra così decido di prendere una delle chitarre nel retro.
È una chitarra di Andy, il proprietario, è una chitarra nera leggermente rovinata dal tempo che chiunque usa, mi piace suonarla a volte, anche se non sono davvero bravo.
Devo dire che da quando lavoro qui sono davvero migliorato perché ogni volta che non ci sono clienti mi metto a strimpellare qualcosa ed è davvero bello farlo, mi fa sentire felice e a posto, come se la mia anima e il mio corpo avessero finalmente trovato la pace, come se non avessi nessuna preoccupazione.
È questo la senzazione che cerco da sempre.
Prendo alcuni spartiti e cerco quello che sto provando da settimane, è una canzone scritta tanti anni fa, una canzone senza titolo, ma il suono mi piace da morire.
Una melodia cattiva di prima inpressione, una di quelle che ti fa ricordare chi ha vissuto un passato difficile ma che si addolcisce ed infragilisce mano a mano.
Amo questa melodia perché mi ricorda così tanto Luke, è come se Andy, quando l'ha scritta, conoscesse già la nostra storia e l'avesse trascritta su un pentagramma.
Non gli ho mai chiesto quando l'ha scritta e perché ma sembra che ogni volta che tiro fuori l'argomento si turbi, come se qualcosa non andasse allora decido sempre di tacere.
Suono le ultime note, mi fanno stridere il cuore perché sono così secche e disordinate, voglio dire, è una bellissima melodia per chi la ascolta senza darle importanza ma è davvero triste per chi ci fa caso, non riesco a spiegarmelo ma mi viene un vuoto al cuore, mi fa sentire male.
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Hey, let's make a band! || Muke
FanfictionUn temporale è neccessario perché spunti fuori l'arcobaleno. Sequel di "Loser || Muke"