10- Skype

49 8 2
                                    

Michael era il mio ragazzo. Potevo finalmente dire che era mio e non avrei permesso a nessuno di mettersi tra di noi. Litigavamo spesso, noi due ma ho sempre pensato che questo sia un effetto collaterale dell'averlo dall'altra parte del mondo.

Era sabato sera, eravamo insieme da solo un giorno ma era come se Michael avesse dovuto essere mio da molto di più.

Avevamo un legame molto forte, come se ci conoscessimo da sempre. Litigavamo e facevamo pace, e io ne ero sicura che non ci sarebbe mai stata una volta definitiva in cui avremmo smesso di parlare.

Ma quante certezze potevo aver accumulato in una settimana? Certamente poche.

Stavamo insieme da poche ore e avevamo già litigato. Dovrei prima raccontarvi i precedenti.

Qualche giorno prima avevamo litigato per questioni di bisogni. I suoi, evidentemente non corrispondono ai miei. Volevo una storia d'amore, e basta. Volevo lui accanto a me, perché pur litigando di strada insieme era come se ne avessimo fatta tanta. Forse a lui questo non bastava. E andava bene fino ad un certo punto, perché era un ragazzo.

L'avevo specificato all'inizio che non volevo sporcarmi, ero pura, io.

"Vuoi vedere il mio cazzo?" Aveva detto quella sera.
"No grazie" Avevo risposto io.
"Perché?"
"Perché non voglio"
"Ti fai un ditalino?" Altro motivo di shock, per me.
"No"
"Perché?"
"Perché sono completamente pura, non ho intenzione di iniziare a fare qualcosa adesso"
La litigata era stata lunga, io ricordo solo frammenti di essa. Ma si era ripetuta per qualche giorno anche prima che stessimo insieme ufficialmente, questo lo ricordo.

Tornando a quel sabato... Avevamo litigato di nuovo per quel motivo. Ma proprio quando avevo iniziato a pensare che sarebbe finita, Michael aveva semplicemente cambiato discorso.

Che avesse voluto prendermi in un'altro modo? Questo sicuramente, da quello che ho capito dopo.

La domanda era "Perché non mi hai mai chiamato su Skype?".
In quel momento avevo acceso il mio tablet, ero sola a casa e poi gli avevo detto che poteva chiamarmi in quel momento se gli andava.

"Solo una normale telefonata, senza il video" Era strano ma avevo sempre immaginato a come potesse essere la sua voce, avevo la possibilità di sentirla così avevo acconsentito.

Quando avevo chiamato e aveva risposto avevo iniziato a sorridere senza sapere cosa dire.

"Hello" Aveva una voce bassa e profonda, direi adulta e pensavo di aver sbagliato persona.

Si sentiva la musica in sottofondo, non proprio sottofondo, quasi non sentivo la sua voce per quella.

Io avevo risposto solo dopo qualche secondo.

"Hi"
Mi aspettavo che sapesse cosa dire, ma era più difficile di quello che avessi immaginato.

"Almeno capisci quello che dico?"
"Cosa?" Qui aveva dovuto chiedere tutto più lentamente, ma poi avevo risposto.
"Oh, qualcosa, non tutto"
"Non tutto" Aveva ripetuto.
Ero terribilmente preoccupata per il mio accento, davvero non so cos'abbia pensato.
"Com'è il mio accento?" Il dubbio dovevo togliermelo.
"Ehm... Il tuo accento?" Stava temporeggiando per pensare a cosa dire? Forse era pessimo o forse non mi capiva molto bene?
"Si"
"È... Diverso dal mio" Volevo dirgli che questa risposta era troppo facile ma magari non voleva dire quello che realmente era la mia pronuncia.
"Okay" Non sapevo cos'altro dire, la situazione era altamente imbarazzante.
Aveva detto qualcos'altro dopo, ma non ero riuscita a capire.
"Cosa? Non ho capito"
Aveva ripetuto di nuovo.
Non capivo ancora.
"Puoi scrivere? Non riesco ancora a capire". C'è da dire che la parola scrivere in inglese si dice write ma la mia pronuncia di quella parola equivaleva a right, ovvero giusto.
"Posso giusto?" Mi aveva chiesto con incredulità.
"No, intendo scrivere" Avevo riprovato con scarsi risultati.
Ma dopo varie sillabazioni di quella parola ero riuscita a fargli capire.
"Ah, scrivere, si" Aveva detto. Poi aveva chiuso.
La nostra conversazione era continuata poi su snapchat.
"Ti ho chiesto che tipo di musica ti piace"
"Oh, okay. Se la spegni magari capisco"
"No"
"Possiamo riprovare?"
"Certo"

La nostra seconda chiamata era iniziata, questa volta senza nessuna radio o saluti iniziali.

Dovevo fare veloce, i miei genitori sarebbero arrivati di lì a breve.

Nessuno dei due sapeva cosa dire, mi aveva chiesto che stavo facendo ma stavo solo parlando con lui.

"Non ti piacciono le cose nuove" Volevo fargli i complimenti per la battuta, perché l'avevo già capita ma l'unica cosa che potevo fare era chiedergli il motivo.
La risposta era stata che io non avevo intenzione di fare... Quello.
"Non lo farò"
"Non mi ami"
"Si invece"
"È che, sei la mia ragazza, ho bisogno che tu lo faccia"
"Non posso" Non avrei perso il mio bianco per il mio primo ragazzo.
"Piccola per favore"
"No"
"Per favore"
"No"
"Per faaavore"
"Noooo"
"Sto rompendo con te"
"Non puoi farlo, mi hai detto saresti stato con me per sempre!"
"Fallo e rimarrò con te"
Ero rimasta in silenzio.
"Bene" Aveva detto prima di mettere fine alla chiamata.

Avevo capito tutto alla fine, cos'era che mi permetteva di capirlo non lo sapevo e non l'ho mai capito. Sapevo solo che era molto strano.

Era passata un'ora.
Stavo male ma neanche troppo. Io lo sapevo che avremmo fatto pace.
Non potevo stargli lontana, così avevo provato con un "Hey" su snapchat.

Michaelclifford non può ricevere questo messaggio.
Avevo aperto Skype a gli avevo scritto.
"Michael perché non posso scriverti su snapchat?"
"Perché ho chiuso con te"
"Non lasciarmi"
"Scusa, l'ho già fatto"
"Fottiti"
"Okay"
Era finita ma se lo avessi voluto non avrei iniziato a piangere.
Quindici minuti dopo avevo ricevuto un'altro messaggio.
"Hahahahaha" Era così cattivo in quel momento, non lo riconoscevo più.
"Perché ridi adesso?"
La risposta non l'ho mai avuta.

8 millionsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora