Capitolo Terzo

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21 Agosto


Diario di Jacques Rouges

Il respiro di Dafne appariva sempre più soffocato mentre fuori proseguiva il rumore dei passi.
Cercai di calmarla, ma lei si è rifugiata sotto le coperte... mi avvicinai alle finestre che s'affacciano sul corridoio, spiai fuori da una fessura tra le tende. Tornai da Dafne dicendole: "Sono sicuro che si tratti degli stuart e delle hostess!"
Ritornai allo spioncino, non si vedeva nulla, ma nell'istante in cui mi stavo per allontanare un lampo di luce mi mostrò il volto di colui che ci stava terrorizzando.
Era una sorte di morto vivente bianco latte, con occhi che, mentre scrutavano all'intero delle couchette, non tradivano alcuna emozione.
Cercando di evitare ogni rumore, mi avvicinai alla porta e la chiusi a chiave.
Ma mentre stavo per ritornare alla fessura un'asse scrichiolò. Mi avvicinai lo stesso, guardai fuori e vidi i suoi occhi accesi di malignità,tirò fuori un pugnale e lo usò per cercare di forzare la porta.
Mi avvicinai a mia moglie e le dissi di non preoccuparsi di quei rumori.
Stava tremando come una foglia, pieno di paura me ne ritornai al mio posto di controllo, fuori le luci eran soffuse, l'uomo stava forzando la serratura della nostro scompartimento ma venne fermato da due stuart che stavano passando di lì.
L'uomo si voltò con il pugnale in mano e con due colpi netti sgozzò i due, la moquette iniziò ad impregnarsi di sangue la scena mi fece scatenare il terrore dentro di me.
Intanto gli stuart stavano esalando il loro ultimo respiro.
Il bianco candido, diventò rosso scarlatto, il sangue era talmente tanto che iniziò a bagnare la moquette della nostra couchette. Indietreggiai e mi avvicinai al letto con l'orrore stampato in faccia.
Le luci si accesero e prima che Dafne uscì dal suo nascondiglio,cercai di togliermi quell'espressione.
Lessi sul volto di Dafne il mio insuccesso: mi fissava gli occhi,solo quelli.

Diario di Dafne Rouges

Mon cher Souri,
oggi è stata la prima volta dopo cinque anni che ho avuto una ricaduta dovuta alla mia fobia del buio.
Il mio istinto mi ha detto di andare sotto le coperte.
Jacques cercava di calmarmi, ma io non riuscivo ad ascoltarlo.
Quando ho visto che le luci si erano riaccese trovai Jacques accanto a me. Il suo volto sembrava sereno ma nei suoi occhi si leggeva la paura. Si muoveva indietro e avanti, si capiva che era nervoso.
Si è fermato poco prima di uscire dalla porta, non capivo tutta questa sua agitazione.
Stava per tornare sentivo il suo brontolio.... Ora devo smettere di scrivere, devo andare a riposarmi perché sono ancora un pò scossa.



L'uomo senza voltoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora