XXXI CAPITOLO

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Oggi il mio svegliarmi è stato un déjà-vu, è accaduto tutto come ieri. La sveglia che suona, la mia mano che sbatte su Stefano, lui che mi sorride, noi che ci vestiamo dopo che passo un'eternità a ammirarlo, e poi il suo profumo.

Anche la colazione è molto simile a quella di ieri, non parlo con Riccardo, sopporto solo un suo fastidioso sguardo che si rivolge ai risvoltini sui miei jeans. Questa cosa mi porterà più guai che benefici a quanto pare.

Per le nove ci riuniamo tutti nel salone e attendiamo che la vice preside ci divida nelle varie classi. Io sono nello stesso gruppo di Stefano, questo mi rallegro quanto mi rattrista.

Potevo essere nel corso superiore a imparare cose nuove, e invece mi ritrovo a frequentare lo stesso livello dell'anno scorso, ma l'anno scorso Stefano non c'era, quindi sono certa che sarà molto utile lo stesso, in qualche modo.

- Ci sediamo vicini? – mi chiede Stefano un po' imbarazzato.

- Certo – gli rispondo dolcemente per fargli capire che rientrare nell'argomento 'inglese' non mi ha fatto ritornare arrabbiata con lui.

L'insegnante è molto simpatico e a ogni sua battuta posso bearmi della risata di Stefano: questo corso sarà a quanto pare sensazionale.

Siamo seduti all'ultimo banco, cosa che di norma non faccio, ma che di norma fa Stefano, e seguiamo attentamente l'inizio della lezione.

Poi, quando il professore è costretto ad abbandonare la simpatia per la grammatica, sia io che Stefano iniziamo ad annoiarci, io perché queste cose le so a memoria, e lui, beh, lui non so perché, forse la grammatica non gli piace.

Mi prende una mano e inizia ad accarezzarla dolcemente. È molto tenero, ma non sono cose da fare in classe così sposto la mia mano dalla sua.

Lui mette il broncio e diventa ancora più bello del solito.

- Non voglio mica scoparti davanti a tutti! – esclama a bassa voce nel mio orecchio e io divento rossa come un peperone se non di più!

Ma come fa a dire certe cose durante le ore di lezione? E perché questa sua volgarità mi fa questo effetto?!

Comincio istintivamente a muovermi sulla sedia, non so perché lo faccio, è così e basta. La mia agitazione a quanto pare incuriosisce quella serpe del mio fidanzato che inizia a sorridere in maniera estremamente sexy e pericolosa. Cos'ha in mente?

Mi sforzo, davvero tanto, con impegno, di non guardarlo, di far passare questa strana agitazione, ma non ci riesco proprio.

Il suo sorriso è la calamita dei miei occhi e la cleptonite della mia anima e del mio corpo, non c'è niente da fare. Mi riprende la mano da dove l'avevo appoggiata, ossia sulle mie gambe, e ricomincia ad accarezzarla.

- Smettila – gli dico sottovoce, ma questo volta non allontano la mano, il suo tocco su di essa e sulle mie cosce è troppo bello perché io voglia veramente mettergli fine.

- Altrimenti? – mi dice lui sorridendo ancora di più. Già, altrimenti cosa? Cosa sarei in grado di fare in questo momento? Be, che domande... tutto!

- Altrimenti ti salto addosso davanti a tutti – dico meravigliandomi del mio coraggio che però scompare subito lasciandomi le gote nuovamente arrossate.

- Questa cosa mi intriga molto – dice lui accarezzando ancora più lentamente la mia pelle. Poi i suoi occhi si illuminano, come fanno solo quando gli salta in mente una grande idea .

Porta la mia mano sul banco e con una penna a sfera inizia a tracciare piccoli cerchi sul dorso di essa. All'inizio sono un po' delusa da questa sua iniziativa, perché vuole disegnarmi qualcosa sulla mano? Ma poi capisco, la punta morbida e leggermente fredda della penna sfiora la mia pelle così come le sue dita. È un gesto lento, dolce e casto, ma mi provoca tanti piccoli brividi, tant'è che inizio piano piano a tremare.

YOU KNOW YOU LOVE ME (Wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora