Era l'otto novembre, ormai era passato un mese dall'incidente con Peter; mi ero ripresa e finalmente ero ritornata quella di prima.
Harry in quel periodo mi era stato particolarmente vicino, l'intera scuola non faceva che parlare di noi, dicevano che nella nostra amicizia non c'era niente di sensato, lui era un ragazzo violento, uno della strada ed io una perfezionista, ma la verità era che nessuno ci conosceva veramente.
Mi trovavo fuori la scuola, stavo aspettando che Capitan America finisse la sua Marlboro rossa per poi raggiungere Jamie e Cris a mensa.
«Sai Dew, stavo pensando ad una cosa», disse calpestando il mozzicone di sigaretta e mettendomi le mani sui fianchi per attirarmi verso di lui.
«Perché stasera non usciamo tutti e quattro? Facciamo un giro per la città e mangiamo in qualche ristorante carino».
«Okay», risposi soffermandomi sul cappellino di lana che con tutta onestà gli stava splendidamente.
«Okay?» domandò con un sorriso a trentadue denti.
«Okay. Ora andiamo». Harry mi mise il braccio attorno il collo e insieme raggiungemmo gli altri.
Quella sera faceva particolarmente freddo, ero appena uscita dalla doccia quando Jamie mi ricordò che i ragazzi sarebbero arrivati a momenti.
Andai in camera per vestirmi, misi delle calze nere con un pantaloncino corto di jeans, un paio di Dottor Martins nere, un maglione a righe nero e grigio di cashmere e una grande sciarpa nera. Lasciai i capelli sciolti e buttai il cellulare e altri oggetti in una grande borsa nera. Non appena uscii dalla stanza vidi i ragazzi davanti la porta di casa anche con Mary Jane.
«Finalmente ce l'hai fatta Dew», disse Harry venendomi vicino. «Sei bellissima», concluse posando la sua mano destra sul mio fianco.
«Grazie Harry, anche tu non sei niente male», sorrisi.
«Prendiamo la Mini?» chiese Jamie.
«In realtà io vado con la Ducati», disse Capitan America per poi guardarmi, «vieni con me Dew?»
«Sì», risposi troppo velocemente.
Non ci volle molto ad arrivare al centro, dato che Harry come al suo solito non aveva rispettato i semafori. Trovammo parcheggio davanti ad una grande fontana mentre Jamie e Cris dovettero farsi un altro giro per cercare posto. Scesi dalla moto infreddolita e togliendomi il casco cercai di pettinarmi i capelli con le dita.
Dopo aver spento il motore e preso le chiavi si alzò dalla Ducati e mi venne vicino.
I suoi occhi continuavano a penetrarmi, le mani erano serrate lungo la mia schiena.
Le mie mani erano strette al suo giubbotto di pelle nera per restare in equilibrio, avevo la gola secca e gli occhi lucidi. Sentivo il cuore battermi a mille e la pressione aumentare, era proprio davanti a me. A pochi centimetri dalle mie labbra. Riuscivo a sentire il suo respiro farsi sempre più pesante e forte.
Tutto quello che volevo si trovava proprio davanti a me. Mi concentrai particolarmente sul suo sguardo. Aveva degli occhi stupendi, così lucenti che non riuscivo ad osservarli per più di due minuti. Notai che si stava delicatamente mordendo il labbro inferiore. Capii subito che era agitato. La grande sciarpa nera ci separava di qualche centimetro, i miei pantaloncini si strofinavano delicatamente ai suoi jeans. Amavo il suo profumo, Giorgio Armani... semplicemente stupendo. Con grandi respiri cercavo di assumere nel mio corpo quanta più quantità possibile di quella favolosa sostanza. Le sue mani scivolarono lungo i miei fianchi, mentre le mie continuavano a tremare. Cercavo di non farglielo capire, ma era tutto inutile. Lentamente le prese e chiudendole in piccoli pugni le coprì con le sue soffiandoci sopra per riscaldarle. Era il mio migliore amico, ma sapevo che tra noi c'era qualcosa di più. Noi due avevamo un legame così forte che nessun altro aveva, non potevamo rovinarlo, ma lui era così bello... I suoi capelli castani sfiorarono la mia fronte, gli occhi esaminavano attentamente le mie fragili e infreddolite labbra. Non potevo permettermi di cedere, ma era così vicino. Troppo. Non avrei potuto fare un errore simile, perché sapevo che non sarei mai più tornata indietro.
Non una parola uscì dalla nostre bocche.
Entrambi sapevamo che era inutile parlare.
Dovevamo solo apprezzare quel momento magico. Era così bello. Come ogni giorno.
«Meglio?» mi chiese allontanando il volto dalle mani. «Si», risposi continuando a guardarlo.
Sapevo meglio di chiunque altro che quello che avevamo non sarebbe durato per sempre.
Volevo approfittare di ogni singolo momento con lui.
Labbra sottili sfiorarono le mie. Erano talmente intorpidite che a stento riuscii a sentirle, ma ciò non voleva dire che non era stato fantastico.
Stava per allontanarsi di qualche centimetro quando presi la decisione di baciarlo. Le mie mani erano delicatamente poggiate sulle sue guance rosse. Erano così morbide. Il suo busto s'inclinò in avanti, portando il mio in basso. Riuscivo a sentire ogni sua parte del corpo che premeva sulle mie. Le sue labbra si muovevano armoniosamente insieme alle mie. Il miglior bacio di sempre. Avevo dedicato tutte le mie attenzioni unicamente a lui, quando sentii una parola che mi fece spalancare gli occhi e tornare al mondo reale.
«Ti amo, Dew»
«Ti amo, Harry» dissi strappandogli un ultimo bacio «E ora chi lo dice a Stephany», risi.
«Stephany non c'è più», rispose.
«Davvero?»
«Davvero», mi guardò negli occhi. «Sai Dew, se potessi vivere altri mille anni senza di te, sceglierei di stare con te. Per sempre.»
«Sei la cosa più bella che mi sia mai capitata Harry Jonson ed io ti amo, ti ho sempre amato. Dal tuo primo respiro, dal primo sguardo e l'ho sempre saputo, solo che non volevo ammetterlo».
«Tu sei parte di me, siamo fatti per stare insieme ed io non ti lascio Dew, no, ora che ti ho trovata non permetterò a nessuno di allontanarti da me, perché io ti amo, ti amo come nessun altro Dew e tu sei mia».
«Per sempre, vero?» lo guardai intensamente negli occhi.
«Sì, per sempre Dew».
Poggiò il braccio attorno il collo, dandomi un ultimo bacio sulla guancia prima di andare da Jamie e Cris che ci stavano aspettando fuori ad una pizzeria.
Mi avvicinai a Jamie, la presi per il braccio e la portai in disparte.
«Rory, che hai?»
«Devo parlarti. È urgente».
«Cos'è successo?» chiese spaventata, «c'è qualcosa che non va?»
«No, no ... cioè ... diciamo che ... Harry ed io ... », non occorsero altre parole. Mary Jane capì tutto dal mio viso rosso, sorridente e tremendamente imbarazzato.
«Oh. Mio. Dio !!!» urlò, «tu ed Harry!!»
«Sì», dissi posando le mani sul viso e facendomi scappare una rumorosa risata.
«Lo sapevo, lo sapevo, lo sa pevo. Non posso crederci! Sono così contenta per voi. Te lo meriti piccola», mi diede un bacio sulla fronte e mano nella mano tornammo dai ragazzi.
«Trattamela bene altrimenti ti spezzo le gambe», disse Jamie ad Harry con aria minacciosa.
«Allora posso finalmente chiamarti cognatina», mi disse Cristopher dandomi una spallata.
«Ti prego Cris...», arrossii.
«Lasciami stare Dew», intervenne Capitan America dandomi un veloce bacio sulle labbra.
Passammo una serata fantastica, come non ne avevamo mai passate prima. Finalmente ero felice.
Stavamo sulla Ducati tornando a casa e come al solito ero stata rapita dai troppi pensieri che mi ronzavano nella mente, quando sentii la moto rallentare.
Girai la testa verso l'entrata del parcheggio dell'appartamento dei ragazzi, quando d'un tratto notai un'ombra. Al primo impatto sembrava una persona come tante, ma quando ci avvicinammo di un paio di metri, la vidi.
«Resta qui, Dew», disse Harry scendendo dalla moto e spegnendo il motore. Camminò verso Stephany con il casco ancora in mano. Il tempismo di quella ragazza era qualcosa di strabiliante.
Sentivo il sangue salirmi al cervello, erano passati pochi secondi che a me sembravano ore.
Scesi dalla Ducati e con la sciarpa avvolta a scialle mi avvicinai a loro
«C'è qualche problema?», chiesi il più calma possibile guardandoli negli occhi.
«Sì, in effetti ce ne sarebbe uno e anche grande», rispose Stephany.
«E quale sarebbe?» domandai.
«Tu», mi lanciò uno sguardo di sfida.
«Stephany, stai esagerando» rispose Harry.
«No ti prego, lasciala parlare. Sono curiosa di sapere cos'ha da dire», risi.
«Ma come hai fatto a preferire lei a me. Come?! Ma la vedi? Vedi com'è?! Trovami qualcosa che vada bene in questa sgualdrina».
«Come mi hai chiamata?!»
«Hai capito benissimo! Ed Harry non ti vuole! Lui ti sta solo usando come ha fatto con tutte le altre!» urlò.
«Ma come ti permetti!» le andai sempre più vicino cercando di arrivare ad una buona visuale per poi sferrarle un pugno in piena faccia, ma Capitan America mi tirò verso di lui bloccandomi completamente.
«Arriverà un giorno in cui soffrirai anche tu, quindi stai attenta!» continuò ad urlare.
«No, stai attenta tu che quei capelli te li faccio mangiare!»
«Dew, calmati», mi sussurrò Harry.
«Non dirmi di stare calma! Tu non mi difendi neanche!» gli urlai contro.
«Dew», guardai Harry e poi Stephany che sembrava alquanto divertita dalla nostra piccola lite.
«E tu cosa ti ridi?! Vuoi vedere come ti faccio smettere?!» continuai a camminare contro di lei, ma Capitan America mi prese in braccio e mi portò nell'appartamento, mentre continuavo a dimenarmi per scendere dalle sue spalle.
Mi gettò sul letto, recuperando le forze con un grande respiro.
«Si può sapere cosa ti è preso?» mi chiese.
«Cos'è preso a me? Caso mai a te! Ma hai sentito come mi ha chiamata? E non mi hai neanche difesa!» mi alzai dal letto per poi avvicinarmi a lui.
«Quella è solo invidia. Non devi fregartene di quello che dice»
«Sai mi sarei aspettata qualcosa di meglio da parte tua», presi la borsa che mi era caduta in salone.
«Cosa vuoi dire con questo?»
«Che sei come tutti gli altri», feci per aprire la porta di casa, ma lui mi bloccò non appena sfiorai la maglia e girandomi verso di lui mi guardò negli occhi.
«Dew la vuoi finire?! Ti stai comportando da bambina! Non ho preso le tue difese perché la persona che ti stava insultando era Stephany! Una ragazza spocchiosa e viziata e non credevo che ti saresti abbassata al suo livello».
«Nel momento in cui una persona mi chiama in quel modo è ovvio che dò di matto, Harry!» presi un gran respiro
«Basta! Non ho intenzione di stare qui un secondo di più!» mi girai.
«Dew!!!» urlò con le mani nei capelli e gli occhi al cielo. «Stiamo discutendo! La vuoi finire di scappare sempre?»
«Io non scappo!»
«Sì, Dew, tu scappi! Ogni volta che hai un problema davanti, scappi! Ma devi capire che prima o poi questi problemi non risolti si accumuleranno tra loro e non potrai più evitarli».
«Cosa dovrei fare?» lo guardai con le mani in vita.
«Dew, devi capire che io non ho preso le tue parti perché in quel momento eri abbastanza forte per affrontarla anche senza di me. Io starò sempre accanto a te, ma questo non vuol dire che devo rispondere al posto tuo ogni momento», abbassai lo sguardo per fargli capire che aveva ragione, «e so anche che sei troppo orgogliosa per ammettere che hai torto», mi sorrise catturando la mia attenzione. Mi prese per i fianchi e mi sussurrò all'orecchio: «Ti amo Dew».
Una piccola fossetta comparve sul suo volto guardando il mio, rosso e felice «Mi perdoni?»
Lo abbracciai forte senza aggiungere parola e con un intenso bacio gli feci capire che anche io lo amavo e alla follia.
Prendendomi in braccio mi riportò in camera da letto e passò un'altra sera.
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Anime Peccatrici
Romance《Credi che io non sia stato male ogni singolo istante in questi quattro mesi? Era come stare all'inferno e tu eri il diavolo. Prima di te nessuna era mai riuscita a farmi provare un dolore simile. Tu mi hai ucciso, Dew. Ogni...