"Non so perchè ci stiate chiedendo una cosa del genere, Master Lee." Una donna sulla trentina coi capelli corvini alle spalle, che indossava un vestito nero satinato decise di parlare, rompendo il silenzio. "Non abbiamo mai rifiutato nessuno prima d'ora. Abbiamo accettato ogni nuovo membro e ci siamo presi cura di loro come se appartenessero alla nostra famiglia." Chiarì, mentre molti annuirono approvando.
"Lo so, lo so..." Onew sorrise, puntando lo sguardo verso l'alta guardia del corpo alla porta, Minho guardò in basso, evidentemente contrario alla decisione del leader. Sospirando, il vampiro dai capelli mossi rivolse al clan un'espressione di scuse. "Il problema è che... forse questa... persona non sarà così facile da accettare per voi."
A questa affermazione, i membri del clan si scambiarono sguardi preoccupati tra loro, alcuni bisbigliarono col loro vicino.
Osservando la crescente confusione che si stava creando attorno al tavolo, l'uomo grasso con la barba rise, guadagnandosi l'attenzione di tutti. "Sono sicuro che non possa essere così brutta!" Sbuffò quando l'intero clan si calmò per ascoltare. "Del resto non è che questo ragazzo sia una bestia!" Ridacchiò più forte quando il resto del clan si unì.
Gli occhi di Minho si alzarono, posandosi sul leader che non mostrava cenni di divertimento, la sua espressione era congelata, le labbra premute in una linea decisa.
Era pazzesco. Il leader non avrebbe mai dovuto accettare una cosa del genere. Per Kibum e per nessuno.
Commettere lo stesso errore due volte era incredibilmente stupido da fare.
Credeva che il leader avesse imparato. Credeva che le conseguenze fossero state abbastanza dure per agire razionalmente questa volta... ma ancora...
Stava accadendo. Di nuovo.
Non poteva capire... perché.
Perché... dopo tutti quegli anni...
Guardando le facce ridenti attorno al tavolo, la guardia del corpo si accigliò. C'erano due posti vuoti, quelli di Kibum... e di Lee Taemin.
Quel moccioso era la causa di tutto.
Quel... moccioso porta guai aveva più potere sul leader di quanto credesse. Doveva essere colpa sua.
Come poteva? Come osava?
Non era nient'altro che un ragazzino, un ignorante bambino che non sapeva nulla della vita. Non avrebbe dovuto essere lì.
Come faceva a sapere cosa era meglio per il clan quando non ricordava nemmeno chi fosse?
Lui era una rovina.
Stava mettendo legna da ardere sotto i loro letti in modo da poterli bruciare nel sonno.
Questo... era un errore.
E guardando il leader negli occhi... vedeva che lo sapeva anche lui.
"B...B-BESTIA!"*
"Non farlo! SMETTILA!" Urlò Taemin mentre la sala principale veniva rapidamente circondata da guardie, le loro armi puntarono la bestia che spalancò gli occhi, riconoscendo gli oggetti che le avevano causato così tanto dolore in passato.
Era istintivo e lo sapeva.
Jonghyun non era così selvaggio come aveva pensato. Agiva semplicemente per auto difesa, facendo male a chi gliene faceva. E puntare le pistole contro di lui era... qualcosa che sapeva avrebbe attivato quel suo lato.
Le iridi d'argento ardevano di rabbia, la bestia ringhiò ad alta voce, mostrando le zanne in avvertimento.
Key lo poteva vedere, il terrore sui volti dei soldati, molti di loro non avevano mai visto una bestia, le loro mani tremavano mentre tenevano le armi.
Paura. La sentiva.
"Proteggete il Giovane Master." Urlò qualcuno, le braccia di Taemin vennero rapidamente afferrate, il ragazzo sussultò sorpreso mentre fu obbligato ad andare dietro al gruppo di soldati.
"Lasciatemi andare. Cosa state facendo? Lasciatemi andare!" Key sentì il giovane urlare, Jonghyun ringhiò più forte per la rabbia, le mani abbandonarono i suoi adorati nuovi oggetti, bottiglia e forchetta caddero a terra, la prima rotolò ai piedi del veggente.
Key sussultò mentre Jonghyun fece un passo in avanti, agitato dalle urla del giovane. "No." Sussurrò alla bestia, premendogli una mano sul petto, spingendolo indietro. "Non farlo."
"UCCIDETELO."
Gli occhi di Key si concentrarono sui quattro soldati che iniziarono ad avanzare, le pistole puntavano la bestia che si mise in posizione d'attacco, ignorando i suoi ordini.
Non poteva.
Non poteva lasciare che Jonghyun attaccasse.
Se lo avesse fatto... non ci sarebbe stata speranza.
Lo doveva proteggere.
Combattere per lui.
Sibilando minaccioso, scioccando i soldati, il vampiro biondo calciò in aria il contenitore di pepe, il vetro della boccetta si ruppe mentre stava volando verso le guardie, ed esplode in una nuvola di polvere, facendo urlare gli uomini, che fecero cadere le loro armi e si coprirono i loro volti con le mani mentre le ginocchia colpivano il pavimento.
"State indietro!" Gridò Key, i quattro soldati accecati rapidamente si ritirarono, mentre gli altri lo guardavano scioccati, confusi sul perché proteggesse quella creatura. "State indietro, vi avverto! Se qualcuno di voi gli farà del male avrete a che fare con me!" Urlò, portando le mani verso i fianchi, per prendere la pistola, le sue dita incontrarono solo aria.
Fanculo.
Non era nemmeno armato.
"Cosa sta succedendo qui?" Una forte voce maschile si udì, il comandante Kwan si fece largo tra le guardie, che si misero in cerchio, i suoi occhi si spalancarono. "Cosa...? Come...?"
"Comandante, vi supplico, ritirate i vostri uomini!" Urlò Key, aprendo le braccia per fare da scudo e premendo la schiena al petto di Jonghyun, obbligandolo a stare dietro di lui. "Non è pericoloso se non gli date motivo d'esserlo."
"Sei impazzito, Kibum?" Gridò il più anziano. "Spostati da quella cosa! Cosa c'è che non va in te?"
"Ho tutto sotto controllo, credetemi." Urlò il veggente, sentendo la bestia spingere da dietro e ringhiando vicino al suo orecchio. "Per favore, dite ai vostri uomini di abbassare le armi. Non li attaccherà se lo faranno."
Scuotendo la testa, gli occhi del comandante si spalancarono per l'incredulità, le sue iridi scesero sulla faccia arrabbiata della bestia, le mani si contraevano, gli artigli lunghi affilati si muovevano di pari passo. "Credo tu abbia perso completamente la testa! Dammi questa!" Sibilò, prendendo la pistola dal soldato accanto a lui.
"Comandante, vi prego-" Urlò Key in allarme, i suoi occhi si spalancarono, il cuore batteva instabile mentre l'arma veniva puntata direttamente contro di lui.
Non poteva crederci.
Gli stava per sparare.
Il comandante gli avrebbe sparato pur di arrivare a Jonghyun.
"Comandante Kwan, per favore abbassa la pistola."
Gli occhi di Key si spalancarono, alla ricerca del proprietario della voce. Girò la testa alla sua sinistra, dove Lee JinKi stava entrando nella sala con passo calmo, Minho proprio dietro di lui, erano seguiti dal clan che fissava la bestia scioccato, le madri nascosero rapidamente i figli alle loro spalle.
Tenendo sempre la pistola, con un occhio chiuso ed un dito sul grilletto, il vecchio comandante gemette con rabbia. "Kim Kibum ci ha tradito, signore! Ha portato questa bestia dentro!" Riferì, i suoi occhi non lasciarono mai il suo bersaglio.
Labbra piene carnose si aprirono di nuovo per parlare, gli occhi scuri fissavano il comandante. "Non ho intenzione di ripeterlo di nuovo, abbassa la pistola." Disse con voce calma, ma ferma, le sue orbite scure cambiarono in un colore blu ghiaccio, facendo abbassare lo sguardo all'uomo sconfitto, il braccio lentamente scese insieme con l'arma. "Tutti voi." Aggiunse poi, dando ai soldati una rapida occhiata.
"Questo... questo non è giusto!" Il comandante Kwan urlò spingendo la pistola tra le braccia del suo precedente proprietario, ogni guardia si inchinò per mettere la propria arma a terra. "Non so cosa stia succedendo qui, ma ci dovrà essere una fottuta buona ragione per non ucciderlo, o Dio non voglia, gli strapperò la pelle con le mie mani se sarà necessario!"
Argh.
Lo poteva sentire. Poteva sentire il comandante parlare ma... c'era un'altra voce.
Un mormorio. Un sussurro.
C'era qualcosa che non andava... qualcosa stava... per accadere.
Chiudendo gli occhi, Key vide un lampo, un'immagine si formava dentro la sua testa in mezzo a molte nubi grigie, dei colori sbiaditi lentamente emergevano.
Era sfocata, scura ma...
Un uomo. Un uomo sui vent'anni, forse della stessa sua età.
Zigomi alti e sinuosi, il naso appuntito...
Stava... indossando un'uniforme... una familiare uniforme...
"Mio fratello... fu ucciso da una bestia." Mormorò la voce di quell'uomo con disgusto, gli riecheggiava nella mente, mescolata agli urli del comandante. "Creatura immonda... Se non lo farà nessuno... Lo farò io."
Svegliandosi dalla trance con un sussulto silenzioso, i suoi occhi dorati si spalancarono, fece battere il suo piede sulla forchetta che Jonghyun aveva lasciato cadere, l'utensile metallico finì in aria per la pressione, gli stivali di Key la calciarono al volo.
Ci vollero pochi secondi.
La forchetta venne lanciata con forza in direzione della guardia. Alcuni urlarono per la paura, i denti dell'utensile si infilarono nella mano del soldato che stava reggendo un coltello.
Emettendo un grido per il dolore, l'uomo fece cadere l'arma, con l'altra mano si strinse il polso, del sangue usciva dai quattro fori che la forchetta, ancora infilata nella mano, aveva provocato.
Alcune persone sussultarono, e Key potè sentire una giovane ragazza urlare, sua madre velocemente le coprì gli occhi.
"Hai attaccato i tuoi..." Borbottò il comandante, guardandolo terrorizzato, mentre alcuni soldati aiutarono quello ferito.
"Lo stava per attaccare!" Si difese Key indicando la bestia accanto a lui che stava tranquilla ma attenta, la mano del Master afferrò la sua, stringendola dolcemente.
La bestia semplicemente lasciò che il biondo gestisse la cosa, fidandosi del proprietario di quella mano tiepida e rassicurante. Era stata una delle prime cose che Key gli aveva insegnato ed il vampiro non poteva essere più felice perchè l'altro aveva capito il significato di quel gesto.
Era un segnale; era il suo modo per dire a Jonghyun di non preoccuparsi, di lasciarlo risolvere il problema e soprattutto, di restare calmo e non attaccare.
Key poteva vedere e sentire che il bruno aveva problemi a seguire il suo monito, le sue iridi saltavano su ogni persona nella stanza, il petto saliva e scendeva rapidamente contro la sua schiena in ansia, le labbra semiaperte lasciavano fuori respiri, tuttavia, fece del suo meglio per rimanere fermo, con la mano artigliata strinse la schiena del biondo, come ad accertarsi che il biondo fosse effettivamente lì. Che non era solo, che era al sicuro.
Dopo una settimana che non vedeva nessun altro se non lui, Minho, Taemin ed Onew, era normale che fosse nervoso con così tante persone in giro. Soprattutto quando alcune di queste avevano delle pistole e lo guardavano in modo tutt'altro che amichevole.
"Certo che stava per ucciderlo!" Esplose il comandante Kwan ancora una volta, Key prese dei respiri profondi per calmarsi, cercando di non far passare la sua rabbia attraverso il legame. "Hai dimenticato il tuo posto?! Il tuo lavoro in questo clan?! Tu UCCIDI le bestie!" L'uomo gridò, con la faccia rossa per la rabbia, e le vene del collo pericolosamente all'infuori.
"BASTA." Il leader improvvisamente alzò la voce, nella sala cadde un silenzio tombale mentre si dirigeva al centro, fermandosi in mezzo tra il comandante ed il veggente. "Kim Jonghyun non è una bestia qualsiasi." Iniziò a dire, la sua voce era incredibilmente calma.
Scambiandosi sguardi confusi e sconvolti, i membri del clan iniziarono a sussurrare tra di loro, la donna più anziana fece un passo in avanti rivolgendo al leader uno sguardo allarmata. "Con 'Kim'... volete dire..?" Mormorò terrorizzata, i suoi occhi si posarono sul veggente prima di scuotere la testa incredula. "No... è impossibile..."
"Master Lee, di sicuro non vi starete riferendo..?" Un'altra donna, questa volta più giovane, indicò Key, tutti trattennero il fiato, mani sulle bocche, attendevano una risposta.
Rivolgendo una rapida occhiata al veggente, Onew annuì, guadagnandosi un'ondata di sussulti intorno a lui. "Kim Jonghyun, la bestia che vedete è davvero il Protetto di Kibum. Lui gli ha dato il suo sangue ed il suo cognome." Confermò, Minho scosse la testa mentre corrugava la fronte con disgusto, fissando il pavimento.
"Questo è... il membro di cui parlavate..." Hyo Jin, la giovane ragazza bionda, parlò, i suoi occhi caddero sulla figura della bestia, distogliendo subito lo sguardo come se fosse spaventata di incontrare quello dell'altro. Sua madre le mise un braccio sulla spalla, avvicinandosela.
"È impossibile... è una pazzia! Non posso credere che ci stavate comparando ad una bestia!" La madre della ragazza urlò, insultata. "Non potete essere serio! Questo va contro centinaia di regole ed è un crimine! È impensabile!"
"Dov'è Taemin?" Onew ignorò le urla della donna, guardando Key.
"Lo hanno preso loro." Rispose il biondo con voce stanca e debole, la sua mano stringeva ancora quella di Jonghyun, sentendolo gemere infastidito dalla situazione, le urla e le grida lo irritavano troppo.
"Vallo a prendere." Il leader guardò Minho, il ragazzo più alto annuì prima di sparire tra la folla.
"È impossibile. Non può essere un Protetto. È impossibile!! Nessuna bestia può essere protetta da qualcuno! Loro non si nutrono semplicemente dalle persone! Loro le mangiano!" Il vecchio comandante continuò il suo discorso, sputando fuori le parole con rabbia. "L'ho visto! Non c'è modo-"
"Ha attaccato qualcuno nel palazzo, comandante Kwan?" Chiese Onew con voce calma, i suoi occhi si alzarono per incontrare quelli dell'altro uomo.
L'uomo dai capelli grigi rimase in silenzio, fissando il leader prima di scuotere la testa. "No signore, è stato Kibum che-"
"Un Master che difendeva il suo Protetto, questo è quello che hai visto. Non c'è nulla di più naturale di quello." Lo interruppe Onew, indicando il soldato che stava in un angolo della sala circondato da altre due persone, i suoi vestiti erano sporchi di sangue e la forchetta ancora dolorosamente conficcata nella mano. "Quel giovanotto era stato avvertito, si è fatto male a suo rischio. Tutti sanno che la cosa meno intelligente da fare è cercare di ferire un Protetto di qualcuno in presenza del suo Master."
"Siete dalla sua parte?" Il comandante sussultò, scuotendo la testa per lo sgomento. "State difendendo... quello?" Indicò la bestia, mentre le iridi brillanti color argento dell'altro lo fissavano.
"Io difendo le mie idee, comandante Kwan." Onew parlò, la sua voce divenne più profonda, rude. "Nessun Master potrà mai stare fermo quando la vita del proprio Protetta viene minacciata. Kibum non ha potuto farne a meno. E da quanto ne so... non sarà una forchetta che potrà uccidere quel ragazzo." Sibilò, guardando i due soldati che sostenevano quello ferito. "Che cosa state aspettando? Portatelo in infermeria."
Annuendo rapidamente, il ferito, che aveva perso i sensi, fu portato fuori dalla sala principale, Onew scosse la testa per la delusione. "Svenire per un piccolo taglio. Questi sono il genere di uomini che devono difendere la mia casa?" Chiese, voltandosi verso gli altri soldati, e fissandoli. "Anche qualcuno di voi ha paura nel vedere una ferita?"
Nella stanza cadde il silenzio; i soldati si pietrificarono, guardando il pavimento nervosamente.
La tensione era quasi palpabile e Key non poteva fare a meno di sentire dozzine di occhi puntati su di lui che gli bruciavano la pelle, l'intero clan lo stava giudicando.
Rompendo il silenzio, Onew indicò alcuni soldati. "Voi, tornate alle precedenti posizioni. Tutti gli altri fuori. La festa è finita." Ordinò, i soldati velocemente uscirono senza farselo ripetere.
Mentre i soldati uscirono per dirigersi verso le baracche, pochi passi forti e veloci si sentirono per le scale, Taemin scese con un'espressione preoccupata, spingendo la gente fuori dalla sua strada affinché potesse raggiungere il suo ex tutore. Rivolse a Key uno sguardo preoccupato, il maggiore gli rispose con un piccolo sorriso, come a dire che nessuno era rimasto ferito.
"Tae." Onew chiamò il giovane, il quale annuì e velocemente si mise al suo fianco, la mano del leader si posò sulla sua spalla in modo possessivo, Minho si unì al resto del clan.
Sospirando sollevato dal fatto che non ci fossero più pistole in giro, Key strinse di nuovo la mano della bestia, la quale lo fissò negli occhi.
Le cose... dovevano migliorare.
La situazione era brutta, si. Terribilmente brutta.
Nessuno voleva accettare una bestia nel loro clan e lui non poteva biasimarli perché nemmeno lui l'avrebbe mai accettata se fosse stato nei loro panni, ma... loro dovevano.
JinKi era... molto influente. Sapeva come usare le parole ed ora, lui era la sua unica speranza.
Costringendo le labbra a curvarsi un po', il vampiro biondo rivolse alla bestia un piccolo sorriso, l'altro rilassò le sopracciglia subito, sulla sua bocca si formò un sorriso.
Jinki... doveva vincere questa battaglia.
Doveva.
"Il legame tra Master e Protetto può essere molto di più di quanto è scritto sui libri." Il leader osservava il clan, la sua voce era tranquilla e profonda come sempre, la mano destra lentamente strofinava la spalla di Taemin. "La maggior parte di voi non ha un Protetto, ed alcuni di voi non hanno mai incontrato il proprio Master o creato un legame con lui, quindi non sapete, non lo avete mai provato..." Il suo sguardo cadde su un paio di ragazzi che fissarono immediatamente a terra. "Tuttavia, vi posso assicurare, che il legame reagisce in modi diversi con ognuno, a seconda della propria personalità, della forza interiore e dell'anima. Un Protetto può, con o senza il sostegno del suo Master diventare forte. Non è debole, finché il suo cervello non gli dice il contrario." Abbassò lo sguardo, Taemin gli sorrise.
Alzando gli occhi, Key fissò il comandante, aveva gli occhi chiusi, sembrava stesse combattendo contro un bel mal di testa, rilasciava forzati e rumorosi respiri, muoveva continuamente le mani in un tic nervoso. Era arrabbiato, furioso perfino.
Non sarebbe stato facile convincerli.
"Alcuni di loro possono vivere senza il legame, imparare a crescere e camminare da soli. Una strada pericolosamente solitaria, ma è il modo più semplice per diventare più forte." Onew continuò, alcuni membri del clan annuirono a sè stessi, riconoscendo la propria storia nelle sue parole. "Alcuni possono contare sul proprio Master, creando un ambiente familiare e confortevole, e vengono sostenuti fino a quando pensano sia sufficiente... Alcuni di loro si attaccano ai loro Master per tutto, creando il più forte dei legami. La terza categoria è rara ma ho paura che il nostro veggente rientri in questo gruppo." Il leader lasciò che i suoi occhi cadessero sul suo amico, Jonghyun gli rivolse uno sguardo sospettoso. "Kibum... stava per uccidere la bestia quando la trovò."
"Perchè non l'ha fatto?" Il comandante parlò di nuovo; si appoggiò al muro, incrociando le braccia al petto e fissando il veggente.
"Non mi attaccò." Disse semplicemente Key, rivolgendo al vecchio uomo uno sguardo provocatorio, mostrando che non aveva paura delle conseguenze, che era sicuro di sè stesso. L'ultima cosa che doveva far capire al clan, era la sua insicurezza; doveva restare forte, Jonghyun aveva bisogno di lui.
Prima che l'altro soldato potesse parlare di nuovo, Onew fece un passo in avanti, tutti gli occhi erano su di lui. "Kibum mi ha detto che la bestia era seriamente ferita, questo le impedì di cacciare. Non aveva ancora avuto la sua prima dose di sangue e stava morendo... Kibum decise di darle il suo sangue per nutrirla, anche se non sapeva quali reazioni avrebbe scatenato in lei." Spiegò, Key annuì per confermare.
"Perchè? Perchè hai fatto una cosa del genere?" Chiese la solita donna anziana, le sopracciglia aggrottate per la pena e la rabbia, la sua mano pallida premuta contro una guancia, ancora scioccata per quella situazione.
Key sbattè le palpebre.
Perchè aveva fatto una cosa del genere? Perchè aveva rischiato la sua vita per una bestia?
C'aveva pensato molte volte ed ancora...
"Io... io non lo so." Rispose sinceramente il biondo, sorridendo. "Sembrava... smarrito. I suoi occhi non emanavano alcuna malizia od odio..." Confessò Key, una piccola risatina gli scappò al ricordo di quel giorno. "Sembrava spaventato tanto quanto lo ero io."
La donna annuì brevemente, i suoi occhi lentamente si rivolsero alla bestia, il ragazzo era ancora incollato al suo Master, le iridi di mercurio si muovevano in diverse direzioni, osservando la zona con attenzione.
Key deglutì, osservando Taemin, il giovane aveva un'espressione nervosa. Sapeva che non sarebbe stato facile... ma l'attesa lo stava uccidendo.
"Master Lee! Questo è ridicolo!" Un uomo del clan parlò all'improvviso, rompendo il silenzio. "Nessun vampiro ha mai nutrito una bestia. Nessuna di quelle creature può essere un Protetto."
Onew sorrise, guardandosi attorno. "Vedi dei cadaveri da qualche parte?"
L'uomo sussultò, fissandolo sorpreso. "No, ma-"
"Kibum riesce a controllare la bestia. L'ho visto." Lo interruppe il vampiro dai capelli ondulati. "Il suo sangue, in qualche modo, anche se è di classe B, è stato abbastanza forte da tenerla in sè. Jonghyun... non ha mai bevuto una goccia di sangue umano. È corretto, Kibum?" Rivolse al suo amico un'espressione interrogativa, il veggente annuì subito.
Il comandante aggrottò le sopracciglia, facendo una smorfia prima di parlare. "Questo non ha senso. Le bestie si nutrono di-"
"Sangue umano, si." Onew sorrise. "Era quello che pensavo anche io, fino ad ora."
"Se non si sta nutrendo di sangue umano..." Un altro uomo del clan parlò, indicando la bestia e rivolgendole uno sguardo perplesso e sospettoso. "Allora come fa a sopravvivere?"
"Penso di poterlo spiegare questo." Key parlò prima che potesse farlo il leader, facendo due passi in avanti, i suoi occhi si spalancarono quando il clan sussultò e tutti fecero un passo indietro. Confuso, il biondo guardo alle sue spalle, Jonghyun lo aveva seguito.
Avevano paura di lui?
Guardando gli sguardi allarmati e spaventati che il clan stava dando al suo Protetto, Key scosse la testa. "Non c'è bisogno di avere paura. Lui è... per quanto strano possa suonare, lui è molto amichevole." Disse loro, ricevendo, esitanti ed incredule occhiate in cambio.
Key si morse il labbro. Ovviamente non c'avrebbero mai creduto. A cosa stava pensando?
A tutti era stato sempre detto che le bestie erano esseri mostruosi, ed in effetti era vero; non gli avrebbero creduto facilmente.
"Huumm..." Sentì Jonghyun mormorare dietro a lui, i suoi occhi neri lo fissavano preoccupati, con la mano afferrò la sua di nuovo, stringendola più forte di prima.
Il clan fissò terrorizzato la bestia che sussurrava, portandosi vicino Key un'altra volta, spaventato che il suo Master lo lasciasse.
La bestia aveva paura. Era intimidita.
"Questo è... impossibile." Borbottò il comandante, scuotendo la testa con gli occhi spalancati per lo shock.
Rivolgendo al bruno un piccolo sorriso e strofinando il pollice sulla sua mano, Key alzò lo sguardo, di fronte al clan scioccato, prese un respiro profondo prima di parlare di nuovo. "A Jonghyun infatti, non è mai stato dato sangue umano. Non volevo rischiare di perdere la sua sanità mentale così gli sto dando... sangue di vampiro. Il mio-"
"Sangue di vampiro?" Urlò una donna all'improvviso, girando la testa verso il leader. "Master Lee! Con il dovuto rispetto, vuole che stiamo tranquilli sapendo che questa cosa si nutre col nostro sangue?" Strillò, gli altri membri del clan assentirono.
"Non mi hai lasciato finire." La interruppe Key cercando di non guardare la donna isterica. "Beve sangue di vampiro si, ma non qualsiasi tipo. Per qualche ragione... beve solo il mio. Ho cercato di nutrirlo con i sacchetti dell'infermeria ma... li rifiuta. Li ha sputati." Si accigliò al ricordo.
Il silenzio riempì la sala principale ancora una volta, il clan si scambiava sguardi confusi, i membri sussurravano a bassa voce tra loro. "Tu ci stai dicendo... che si nutre da te... solamente?" Una donna chiese, il suo sopracciglio alzato in sospetto, il clan lo fissava, desiderando una risposta.
Key annuì. "Si. Non so ancora il motivo, ma questa è la verità. È innocuo verso di voi. Come ho detto prima... attaccherà solo se sarà minacciato. Finchè voi-"
"Una bestia... innocua?" Il comandante ridacchiò in tono sarcastico, scuotendo la testa prima di alzarla, il suo sorriso si dissolse per essere sostituito da un cipiglio. "Sei impazzito, Kim? Hai dimenticato quante ne hai uccise prima d'ora? Quanti sono stati uccisi da loro?" Gridò.
"Io non sto proteggendo tutte le bestie, comandante!" Gridò Key, addolcendo il suo tono di voce quando udì un basso ringhio dietro di lui. "So qual è il mio lavoro, so quanto siano crudeli, irrazionali e senz'anima."
"Bene! Questo è un inizio!" L'uomo applaudì sarcastico.
"Ma Jjong è diverso." Continuò Key, i suoi occhi non lasciavano quelli del comandante. "È speciale. Non lo avrei mai tenuto se non fossi stato sicuro. Non avrei mai minacciato il clan. Onew hyeong non lo avrebbe mai lasciato entrare se avesse creduto che potesse essere pericoloso." Aggiunse guardando il clan, facendo in modo che ognuno potesse sentirlo. "Io non mi arrendo con lui. Stavo per lasciare il clan, ero pronto per questo." Confessò, ricevendo sguardi sorpresi da tutti. "Sono stati Taemin ed Onew hyeong che mi hanno fatto restare. Non avevo nemmeno intenzione di chiedere a tutti voi di tenerlo. Conosco le conseguenze ed i rischi..." Disse a bassa voce, non sapendo se potesse ancora credere nella accettazione da parte del clan o meno.
Non avrebbe mai dovuto acconsentire tutto questo.
Era inutile.
Dopo tutto quello che avevano detto, dopo tutte le prove che avevano dato... niente era sufficiente a convincerli! Perché era così difficile da credere?!
Jonghyun era lì, fermo e zitto! Non stava nè mordendo la testa a nessuno nè ringhiando ad ogni respiro che prendevano!
Era inutile... lo sapeva.
Solo qualcuno gentile e folle, come Onew o Taemin, poteva pensare che fosse possibile tenere una bestia. Minho... aveva ragione. Era solo questione di tempo.
Non avrebbe mai dovuto alimentare le sue speranze in quel modo...
"Ragazzo, moriresti fuori di qua senza un clan." Un signora anziana disse a bassa voce.
"Lo so." Rispose rivolgendole un piccolo sorriso. "Ma almeno morirei senza rimpianti." Continuò a sorridere, mentre, abbassando lo sguardo, i suoi occhi iniziarono a bruciare, ed il suo petto a dolere.
Dio... cos'era? Una lunatica donna incinta?
Perché faceva così male solo parlare della semplice possibilità di vedere Jonghyun morire? Una settimana! Lo aveva incontrato solo una settimana fa e la bestia aveva più potere su di lui rispetto a chiunque altro che avesse incontrato nella sua vita.
"Key!" Una voce roca lo chiamò. Il biondo si girò leggermente incontrando gli occhi scuri da cucciolo dell'altro che lo fissavano con preoccupazione prima di raggiungere il volto del suo Master e strofinare la sua soffice pelle di porcellana con una nocca della mano, asciugando una singola lacrima che stava per scendere. "Male."
Sbattendo le palpebre, il veggente fissò la bestia, i suoi occhi si spalancarono sorpresi.
Male? Jonghyun gli stava dicendo... di non piangere?
Si... era così! Lo stava sgridando.
Sapeva a malapena qualche parola ma... si stava sforzando per metterle assieme per farsi capire.
Ignorando i sussulti sconvolti, i mormorii ed i commenti ad alta voce intorno a lui, Key non potè fare a meno di lasciare che le sue labbra si piegassero in un sorriso, e la sua tristezza venisse spinta via da una piacevole sensazione di calore.
Taemin ridacchiò.
Kim Jonghyun e Kim Kibum ce l'avevano fatta.
Disordine.
Due semplici parole erano state sufficienti per far cadere il disordine all'interno del clan, le persone avevano i più diversi tipi di reazioni, la sala, una volta tranquilla, ora era piena di voci sconvolte, alcuni di loro discutevano, cercando di capire ogni altro punto di vista.
Stavano discutendo.
Se stavano discutendo... era perchè stavano rivalutando la situazione, e se lo stavano facendo... era perchè c'era una possibilità.
"Hyeong..." Lo chiamò Taemin, sorridendo al maggiore che lo guardò annuendo e sorridendo. Si. Si, c'era una chance.
"HA PARLATO! Avete mai sentito una bestia parlare?" Una voce maschile gridò sopraffacendo il rumore degli altri, gli occhi di Jonghyun si allargarono in allarme, tutto quel frastuono stava diventando troppo forte per lui da gestire.
"Fanculo..." Key imprecò, osservando la bestia fare qualche passo indietro, mani sulle orecchie, accigliato, e ringhiando per il dolore. "Jinki!" Chiamò, inviando al suo amico uno sguardo allarmato mentre si avvicinava al suo Protetto di nuovo, cercando di calmarlo.
Lo aveva dimenticato.
Non poteva credere di essersene dimenticato.
Jonghyun si era trasformato solo una settimana fa; era ancora dolorante, doveva ancora abituarsi al suo udito più potente. Qualsiasi suono forte sarebbe stato fastidioso.
Ricordava quanto Taemin ne avesse sofferto, passando quasi due settimane rinchiuso in camera, non volendo uscire per non sentire i rumori quotidiani di una casa.
"Arrghhhh!" Jonghyun ringhiò forte, chiudendo gli occhi per il dolore, camminando all'indietro fino a quando la schiena incontrò il muro, cercando di creare una certa distanza dal rumore costante.
"Signori, signore mie, vi prego!" Onew gridò, la sala lentamente diventò più tranquilla, Taemin accanto a lui rivolse a Key uno sguardo ansioso mentre il suo amico andava dalla bestia, cercando di calmarla.
Mordendosi il labbro preoccupato, pallide e fredde mani coprirono quelle abbronzate e calde dell'altro, il veggente le strofinò delicatamente finchè Jonghyun riaprì gli occhi. "Va tutto bene... Starai meglio..." Sussurrò, togliendo lentamente le mani della bestia dalle sue orecchie, sostituendole con le proprie, accarezzandolo, l'altro ragazzo lentamente si rilassò, appoggiandosi al suo tocco.
Doveva portarlo fuori da qua.
Non poteva rischiare di farlo arrabbiare per il rumore e rovinare il loro lavoro...
"Key hyeong gli sta insegnando alcune parole. Ha dimostrato di apprendere bene. Hyeong dice che ha voglia di imparare." Key ascoltava Taemin parlare dall'altro lato della stanza, la sua voce era fiduciosa.
"Imparare?" Chiese qualcuno, il veggente ascoltava attentamente la conversazione mentre continuava a massaggiare la bestia, i suoi occhi non lasciavano mai il suo volto alla ricerca di nuove reazioni. Divertente... aveva fatto questo anche con Taemin. Com'è che finiva sempre per fare l'infermiere?
"So che mi pentirò per averlo chiesto.. ma esattamente da quanto tempo la bestia è qui?" Una voce profonda e roca chiese, Key riconobbe essere quella del comandante.
"È imprigionato nei sotterranei da una settimana. Con il mio permesso e costantemente sotto controllo." Disse Onew guadagnandosi alcuni sussulti tra il clan.
"Una settimana sotto il nostro tetto..." Affermò una voce maschile, dei mormorii ruppero il silenzio.
Sospirando, il vampiro biondo lasciò cadere la sua mano destra dall'orecchio della bestia, facendola scorrere lungo la guancia di proposito per ottenere la sua attenzione. "Tutto apposto ora?" Gli sussurrò. Gli occhi neri dell'altro lo fissavano. "Bene?" Provò a dire, gli occhi da cucciolo di Jonghyun si spalancarono, riconoscendo quella parola e scosse la testa.
Questa bestia...
Questa bestia sarebbe stata la sua morte.
Sorrise ampiamente, orgoglioso che avesse capito cosa gli aveva chiesto... Jonghyun era prezioso.
E questa era la sua unica possibilità per farlo rimanere.
La sua unica ed ultima possibilità
Doveva fare qualcosa.
Doveva.
"Quello che noi crediamo... è che fintanto non si nutrirà di sangue umano, e gli sarò dato quello di vampiro, lui crescerà razionale, simile ad un umano." Taemin avanzò, facendosi ascoltare da tutti. "Ha dimostrato di provare sentimenti. Avete avuto la prova poco fa che è amichevole. Qualsiasi altra bestia avrebbe attaccato non appena avesse visto dei movimenti. Lui attacca solo per difendersi." Spiegò il giovane con un'espressione determinata. "Avete visto l'impossibile accadere qui oggi. Cosa altro vi serve?"
"Tae." Onew lo chiamò dolcemente, rivolgendogli uno sguardo d'avvertimento, era un segnale per dirgli di restare composto. Risultare disperato non avrebbe portato a nulla, se non ad un fallimento.
"Non è semplice come pensate, Giovane Master." L'anziana signora gli rivolse uno sguardo compassionevole. "Ci sono cose che noi-"
"Per favore."
Taemin, che stava per parlare, chiuse la bocca nel sentire quella voce, girandosi velocemente, il suo ex tutore lentamente si stava avvicinando a loro, la sua solita espressione fredda, forte e fiduciosa aveva lasciato il posto ad una implorante.
"So quanto tutto questo sia sbagliato agli occhi di tutti..." Ammise Key, mettendo da parte il suo orgoglio, fregandosene che tutti avrebbero visto le sue lacrime disperate scendere lungo le guance. "... ma per favore dategli una possibilità. È tutto ciò che chiedo. Per favore." Li supplicò, inchinandosi, combattendo contro l'urgenza di singhiozzare, la sua gola bruciava.
Chiudendo gli occhi, Key attese.
Non voleva vedere.
Non poteva attendere oltre.
Voleva una risposta.
Era semplice: si o no. Nient'altro.
Doveva porre fine alla sofferenza di entrambi, la sua e quella di Jonghyun.
Non poteva continuare a sperar-
All'improvviso, sentì un'onda si sussulti che lo destarono dai suoi pensieri. Il veggente aprì gli occhi confuso nel trovare un altro paio di scarpe accanto alle sue.
Alzando il capo, i suoi occhi scuri felini si spalancarono, Jonghyun si stava inchinando accanto a lui.
"Jjong..!" Il biondo non potè fare a mano di balbettare.
"Si è inchinato..." Disse qualcuno scioccato, la bestia poi guardò in alto, rivolgendo un sorriso al suo Master.
Key si alzò velocemente, mentre Jonghyun lo imitava, osservò il clan. Le loro espressioni erano senza prezzo, persino le signore più raffinate avevano perso la loro compostezza, spalancando gli occhi ed aprendo la bocca.
"Argh... Jjong copia quello che faccio già da quando l'ho incontrato." Spiegò il veggente. "Vuole imparare così-"
"Davanti ai miei occhi... una bestia si è inchinata... davanti ai miei occhi..." Una donna di mezza età mormorava in modo quasi comico, Taemin nascose il viso dietro alla schiena di Onew ridacchiando, il leader lo guardò disapprovando prima di sorridere a sua volta, coprendosi con la mano.
"Mi dispiace, devo interrompervi per un momento." Onew si diresse verso la folla, lasciando completamente esposto Taemin che premette una mano sulla sua bocca. "E chiedervi di continuare la nostra conversazione nel posto designato all'origine. Vedo che i bambini sono stanchi." Sorrise gentilmente ai ragazzini accanto alle loro madri. "Minho, per favore."
Il più alto annuì, velocemente aprì le porte della sala da pranzo, invitando il clan ad entrare.
"E tu Kibum..." Onew si girò, rivolgendo al suo amico un leggero sorriso. "Vai nella tua stanza, sembri stanco."
Gli occhi del veggente si spalancarono.
Voleva che se ne andasse?
No, no, no...! Non era ancora finita.
Doveva sapere come sarebbe finita.
"Cosa? Ma io-" Protestò, zittendosi quando il leader alzò una mano.
"Porta il tuo Protetto con te ed andate. Hai già le chiavi." Il ragazzo dai capelli ondulati sorrise, dandogli le spalle prima che l'altro potesse dire qualcos'altro ed entrando nella sala da pranzo col resto del clan.
"Ma hyeong!" Protestò Key, sussultando quando sentì delle mani sulla schiena spingerlo verso le scale.
"Vaiiiiiii!!!" Sibilò Taemin, obbligando il maggiore a salire un primo gradino, mentre Jonghyun lo seguiva. "Non preoccuparti hyeong. Se il Master ti ha detto di andare... è perchè il clan si è convinto. Fidati di lui." Il giovane sorrise al veggente.
Key sbuffò. "Come lo sai? Io devo restare qui. Sono io quello-"
"Fidati di lui!" Sibilò il giovane vampiro, spingendo di nuovo il biondo. "Lasciaci fare a noi ora."
"Noi?" Ripetè il vampiro, alzando un sopracciglio.
Il giovane annuì. "Certo. Io farò del mio meglio per aiutare. Ho assistito ad un sacco di cose che ancora non ho riportato. Lo accetteranno hyeong, so che lo faranno."
"Minnie..." Key sospirò, scuotendo la testa. Il ragazzo era troppo innocente. Le cose non erano così semplici come le faceva apparire... "Senti, noi-"
"Fighting." Urlò all'improvviso il biondo, alzando il pugno in aria prima di scappare via, entrando nella sala da pranzo, le porte vennero lentamente chiuse dietro di lui, Minho dette un'ultima occhiata al veggente prima di serrarle.
Senza altra possibilità, se non quella di attendere, Key sospirò, i suoi occhi fissavano le due enormi porte della stanza più lussuosa del palazzo.
Quella stanza custodiva il suo futuro.
Onew e Taemin... non aveva altra scelta se non quella di affidare il suo destino nelle loro mani. Non era una cosa semplice da fare ma... si fidava di loro.
Doveva fidarsi di loro.
Sorridendo leggermente, il veggente annuì, alzando il suo pugno nell'aria. "Fighting!"
"F-f... Fiih..." Borbottò una voce accanto a lui. Key si guardò alle spalle, Jonghyun stava imitando il suo gesto, pugno alzato, faceva del suo meglio per copiare quella parola.
Roteando gli occhi, Key ridacchiò, spingendo giocosamente la bestia. "Oh, stai zitto, quella è troppo complicata per te." Rise, girandosi verso le scale. "Forza, andiamo."