Un basso sospiro sfuggì alle labbra rosa a forma di arco; un paio di gambe lunghe e sottili gli passarono accanto ed il proprietario di quelle labbra si sistemò meglio sulla sedia di plastica.
Tre mesi erano passati dall'incidente della perdita di sangue.
Tre mesi erano trascorsi da quando il clan aveva iniziato a rivolgere sguardi odiosi ed apprensivi verso il suo Protetto, i mormorii echeggiavano intorno a loro mentre passavano.
Era accaduto esattamente quello che aveva temuto. Se l'immagine di Jonghyun non era delle migliori quando entrò nel clan, ora era anche peggiore, la gente immediatamente lasciava la sala quando entravano.
Jonghyun non era stupido.
Sapeva cosa stava succedendo.
Lo sentiva.
Sentiva l'odio, la paura e la diffidenza che le persone provavano per lui, lo vedeva nei loro occhi e nelle loro azioni.
Era... preoccupante.
La bestia faceva del suo meglio per ignorarli, cercando in fretta il sorriso solidale di Key e ricambiandolo a sua volta, rendendolo la sua principale fonte di ottimismo.
Sapeva che non era gradito. Sapeva che lui era diverso. Lui l'aveva visto.
Poiché Jonghyun si era visto allo specchio... e anche se Key aveva fatto del suo meglio per farlo pensare in modo diverso... sapeva che la bestia conosceva la verità.
Il modo in cui abbassava lo sguardo quando la gente lo fissava, il modo in cui nascondeva le mani dietro la schiena quando qualcuno si avvicinava... era straziante.
Jonghyun, aveva imparato Key, era piuttosto allegro, un essere giocoso. Amava giocare e scherzare, amava andare fuori a sentire l'aria fresca, amava farlo arrabbiare di proposito, sapendo perfettamente che gli avrebbe perdonato qualunque cosa, e ora... amava anche il contatto fisico.
Sin dalla sua prima esperienza con gli abbracci, la bestia aveva dato segno di gradire il contatto... ma da quando aveva appreso ciò che fosse un bacio... la situazione era diventata semplicemente esasperante .
Anche se il bruno non poteva avvicinarsi ai membri del clan, li osserva da lontano, guardando i bambini interagire tra loro e con le rispettive famiglie. Vedeva le madri baciare la loro guancia o accarezzargli la testa e... ogni nuova azione che vedeva, significava una nuova esperienza che Jonghyun voleva copiare subito.
Key non poté fare a meno di sorridere ricordando come Jonghyun un giorno fosse stato alla finestra a guardare i bambini giocare fuori e improvvisamente fosse corso verso di lui, tirandolo per fargli vedere ciò che i più piccoli stavano facendo, sorridendo ed indicando la semplice azione di due ragazzini che giocavano a nascondino.
Il biondo aveva pensato il suo Protetto volesse solo fargli vedere quello che stava accadendo al piano di sotto, ma quando la bestia lo costrinse faccia al muro, dicendogli di 'parlare'... era evidente che volesse giocare anche lui.
Non poteva biasimare Jonghyun per voler giocare ad una cosa del genere.
Il ragazzo aveva dimenticato il suo passato. Tutto ciò che apparteneva alla sua infanzia da essere umano era sparito. Non conosceva la differenza tra le attività da bambini e da adulti. Non sapeva ciò che era giusto per la sua età e ciò che non lo era, così tutto quello che voleva o su cui era curioso di sapere, doveva provarlo almeno una volta.
Ma Key non aveva dimenticato il suo passato. Lui davvero, davvero, davvero avrebbe voluto opporsi a tale richiesta. Avrebbe voluto dire di no, che lui non aveva intenzione di giocare a qualcosa di così stupido, così infantile per la sua età... eppure... roteando gli occhi finì per voltandosi verso il muro, contando e ridendo per il luogo più ovvio in cui Jonghyun si nascose: sotto al letto.