Consapevolezza.

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 "Vorrei tanto non pensare, a volte non sai quanto vorrei dare per poterti assomigliare."

Le parole della canzone hip-hop rimbombavano tra le quattro pareti della camera di Federico, insinuandosi nel suo personalissimo e costante flusso di pensieri per riportare a galla uno di quelli che erano i suoi pensieri preferiti, ovvero Michael, poiché è a lui che il diciassettenne milanese vorrebbe somigliare.
Michael è un barista del Berlin Cafè - famoso a Milano ed un po' per l'Italia intera per essere il locale preferito dei Club Dogo - due metri di pura perfezione contornati da capelli ricci, occhi profondi e sorriso mozzafiato. Ma non sono certo questi i motivi per cui il giovane milanese vorrebbe somigliare al ragazzo; di Michael vorrebbe avere l'animo gentile, la forza incondizionata e il coraggio, soprattutto il suo coraggio incommensurabile; Michael a soli ventisei anni aveva già vissuto in quattro Paesi, aveva affrontato ad ogni cambiamento i commenti e le cattiverie dedicate a chi ama qualcuno del suo stesso sesso e non intende nasconderlo o cambiare, aveva, insomma, ricostruito per quattro volte la sua vita senza mai farsi buttare giù e senza mai smettere di essere se stesso, e "se stesso", per Federico, è meraviglioso.
Nulla a che vedere con l'idea che l'adolescente ha di sé; si sente semplicemente una persona incapace ed incompatibile col resto del mondo, un eterno inetto che riesce ad esprimere i suoi pensieri soltanto nelle strofe che butta giù ormai da anni e nelle gare di free style con i ragazzi del Muretto, oltre che nei tattoo pregni di significati che iniziavano a riempire il suo corpo mingherlino già a quell'età.
Federico, per quelli del Muretto Fedez, vide per la prima volta Michael, per tutti Mika, una sera di giugno, quando con i suoi amici si era recato al Berlin nella remota ma sempre presente speranza di incontrare lì i loro iniziatori al rap, ovvero i Club Dogo, che nel 2003 avevano riportato il rap in Italia con un disco memorabile, dunque degli idoli per il gruppo di appassionati. Al tavolo che avevano scelto quella sera si era presentato un ragazzo mai visto prima dal gruppetto di adolescenti, e con un sorriso luminoso si era presentato prima di prendere le ordinazioni. Aveva colpito da subito Federico per come il ragazzo, evidentemente straniero per l'accento inglese e gli strafalcioni in italiano, aveva ammesso la sua sessualità ai ragazzi che avevano provato in un modo stupido a prenderlo in giro con battutine, ed in questo modo Mika si era guadagnato rispetto; le battutine sarebbero comunque continuate ma senza avere più quella vena dispregiativa e ironica. Così, da quella sera di settembre, Federico aveva iniziato a recarsi sempre più spesso al Berlin, anche da solo a volte, fino ad imparare a memoria i turni di Mika a cui non sembrava dispiacere fermarsi di tanto in tanto a parlare con lui.
C'è da sapere che Federico ha sempre avuto una grande passione per le persone, nel senso che ama, da sempre, "studiare" i comportamenti di coloro che lo affascinano; gli accadde per la prima volta con un uomo, in metropolitana, lo seguii per circa tre ore, e si sarebbe avvicinato se solo non fosse incredibilmente poco sfacciato e assolutamente timido. Lo aveva affascinato, di quell'uomo, il modo in cui si sfilava i guanti e con cura li riponeva nella tasca interna del giubbotto. Le cose che lo avevano affascinato di Mika erano circa infinite, ma 'sta volta gli era andata meglio, e solo dopo un paio di sere passate ad osservarlo da lontano era stato proprio il maggiore ad iniziare una conversazione, raccontandogli delle sue origini e prendendo a piccole pillole informazioni su Federico che in quei momenti passati a chiacchierare stava imparando ad aprirsi, a fidarsi, a considerare Mika non più qualcuno da studiare, ma un amico, così come il libanese lo chiamava.
Da qualche giorno però Federico non si presentava più al Berlin, e non rispondeva più ai messaggi dell'amico con la stessa frequenza poiché dall'ultima volta che lo aveva visto aveva iniziato a pensare al libanese in maniera sempre più costante, assidua quasi, proprio come in quel momento, quando sul letto ricordava i motivi per cui avrebbe voluto somigliargli. In realtà sapeva che non stava facendo altro che rimandare l'inevitabile; ormai il rapporto col barista stava iniziando ad essere per il diciassettenne qualcosa di più rispetto alla semplice amicizia, e questo lo spaventava, non perché si trattasse di un uomo, Federico sapeva da anni di provare attrazione anche per il suo stesso sesso e sebbene non lo sbandierasse, di certo non lo negava o tantomeno lo spaventava, aveva passato quella fase. Quello che metteva in allerta l'aspirante rapper era la possibilità di star male per qualcuno a cui di lui importava, ma non nel modo in cui desiderava.
"Fede cosa succede te? Oggi io aspettare ma tu non essere venuto ancorra :("
"Non succede nulla Mik, ho solo un botto da studiare. Passerò domani."

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Angolino di L!
Non potevo non scrivere qualcosa su questa coppia, quindi mi farebbe piacere anche sapere cosa ne pensate;
inoltre la storia è stata pubblicata anche su efp.
Non sono brava in queste cose quindi, a presto, si spera!


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