Michael passò ore ad esaminare quei fogli, Federico si era premurato di aggiungere anche una traduzione un po' abbozzata in inglese per facilitargli la lettura e la comprensione del testo, questo a sottolineare quanto tenesse al fatto che il maggiore capisse al meglio quello che voleva dirgli. E Mika lo aveva capito, o meglio, dopo ore, era giunto alla conclusione che il ragazzo avesse qualche problema serio da risolvere, che non era tutto rose e fiori come lui aveva sempre pensato e che anche a quell'età si può pensare che sia più facile morire.
Si era domandato se ne sarebbe stato all'altezza, se sarebbe riuscito a ridargli sollievo, a ridargli sorrisi veri e felicità pure, insomma si era chiesto se avrebbe potuto dargli del "sangue nuovo", come recitava il testo di quella canzone che gli aveva mandato, una delle tante, una di quelle che poi senza dirlo al minore ascoltava per giorni con un sorriso mentre gli passava per la mente un "probabilmente la starà ascoltando anche lui, in questo momento". Smielato ma anche incredibilmente profondo dal punto di vista di Michael che alle 23.37 di quel sabato sera prende la sua decisione, e non intende certo aspettare oltre per comunicarla a Federico.
Federico che aveva passato quelle ore in un'attesa straziante, che non credeva poter essere possibile; infondo era stato semplice tutto fino a quel momento, prendere carta e penna, ricopiare le parole dei Dogo, tradurle e consegnarle a Michael. Semplice. Ma con l'attesa non aveva ancora fatto i conti. Da quando aveva rimesso piede in casa, una strana ansia gli si era annodata alla gola, rendendolo più scontroso del solito e portandolo a chiudersi nella sua camera, con le cuffie a pompare musica nelle orecchie per distrarre i pensieri che comunque andavano a finire sul riccio, per quanto si impegnasse a deviarli, era come al solito un chiodo fisso. Ad ogni minuto gli pareva che fossero passate ore ed ogni volta si ritrovava a controllare ogni possibile social, dopo aver visto che di sms non c'era nemmeno l'ombra. Gli ultimi accessi di Michael li aveva imparati a memoria, e non accennavano a mutare, nonostante passassero realmente le ore.
Per evitare di uccidersi la mente su cosa potesse star facendo o pensando il libanese, Federico aveva iniziato a pensare anche alle sue possibili reazioni in entrambi i casi – ovviamente il suo caso preferito era quello in cui Mika gli diceva che sì, sarebbe stato la sua nuova dipendenza. E lì avrebbe dovuto spiegargli tutto per bene, ma lo avrebbe fatto poco per volta, gustandosi la certezza di avere in ogni caso il ragazzo per sé, pronto ad affiancarlo, a difenderlo. In caso contrario, avrebbe provato a tutti i costi a restargli amico, anche se sapeva che sarebbe stato davvero troppo da sopportare e che sicuramente non avrebbe retto ad una delusione del genere.
Il suo cellulare si illumina alle 23.58 per una chiamata in entrata, una chiamata che bramava da quando era rientrato, una chiamata che avrebbe potuto salvarlo una volta per tutte.
-"Fede sono fuori tua casa, puoi.. can you come here?"
E Federico annuisce, senza nemmeno rendersi conto che Michael non può vederlo in quel momento, pensa solo a uscire frettolosamente di casa, senza dire nulla a nessuno, per raggiungere la sua unica speranza, la sua ancora, il suo ipotetico ancora. E lo vede a pochi passi, nel freddo di ottobre, stretto in una giacca stravagante che porta su ricamate delle stelle ed una luna, o forse più di una, non importa, importa solo il suo sorriso bellissimo che non può significare nulla di negativo, che non deve significare nulla di negativo.
-"Oh, ecco te... stai benne?" Annuisce Federico, non crede di riuscire a parlare. Mika lo capisce.
-"Okay so... ho letto questi che tu ha lasciata me, right? E io ha pensato molto a tuto e ha pensata anche a dirti questo piano, per farti agitare, a little bit, but non crede che tu deve essere più agitata di cossì, so... I'd like to be your only dependance, se tu vuole ancora... sure.."
Bisogna mettere in conto ora, che Federico di gioie così pure ed inaspettate, seppur spate, non ne aveva mai avute prima così non sa bene come reagire, sa solo che il suo battito è accelerato e che sugli occhi gli si è formato un velo di lacrime di gioia destinate a scorrere lungo le guance da un momento all'altro, sa solo che si alza in punta di piedi per baciare quelle labbra invitati piegate in un permanente sorriso, come sempre sì, ma sta volta in quel sorriso c'è qualcosa in più, qualcosa che sa di amore accennato, qualcosa che Federico bacia e che sente bruciare contro le proprie labbra per un tempo indeterminato, poiché non c'è tempo ma solo Michael lì per lui, Michael e il suo sorriso, Michael e il suo sapore, Michael e le sue mani sui fianchi del minore, Michael e i suoi denti premuti nel labbro inferiore del tatuato, a tirarlo appena prima di coinvolgerlo nuovamente in un bacio. Michael che è sangue nuovo.
-"So... tu vuole me..."
-"Mi sa di sì."
-"Ti sa o sì?"
-"Sì."
-"Benne."
-"Ti farò lezioni di italiano."
-"Ti farò lezzioni di bon ton."
-"Ma ora sei il mio ragazzo, posso essere maleducato con te..."
-"Come scusa?"
-"Cosa?"
-"Cosa essere io?"
-"Oh ehm... io pensavo che, beh sì sai..."
-"Parla, non avvere paura, Fede.."
-"Sì beh... il mio ragazzo..."
-"Tu vuoi che io lo è?"
-"Sì..."
-"Mi piace."
-"E tu? Vuoi me come tuo ragazzo?"
-"Solo un pazzo non lo vuole!"
-"Effettivamente sei un po' pazzo..."
-"Io ha cambiato idea, non vuole più."
E Federico si trova a togliergli il broncio dal viso a suon di baci, rimanendo stretto a quel ragazzo che gli stava cambiando la vita già con poche battute. Forse per una volta non sarebbe andato tutto a rotoli, forse per una volta la fortuna aveva una mano buona anche per lui, forse Michael era davvero quello che stava aspettando, quello che avrebbe rimesso i pezzi in ordine. Ma ci sarebbe riuscito davvero?
Quella notte, Federico nel suo letto sperò tanto di sì, per la prima volta dopo anni si ritrovò a pregare Dio di far sì che Mika fosse quello giusto e non poteva certo saperlo ma quella notte qualcuno in un altro letto stava pregando lo stesso Dio per la medesima cosa.
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Argilla.
Romance"Quale motivo tu è ancorra qui?" "Ti sto studiando." La risposta del ragazzo lascia interdetto per un attimo il più grande, che dopo poco però gli rivolge un sorriso luminoso e annuisce, chiedendogli di aspettarlo; così, un'ora dopo, sono seduti su...