Crayons

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Sabato pomeriggio alla Tana.
Una volta Victoire lo adorava: nonno Arthur le faceva vedere gli ultimi marchingegni babbani che era riuscito a portare a casa dall'ufficio, nonna Molly le faceva provare vestitini su vestitini, continuando a ripetere con le lacrime agli occhi quanto assomigliasse al 'suo bellissimo Bill'; mentre tutti gli altri adulti la riempivano di sorrisi e complimenti.
Insomma, non avevano occhi che per lei.
Ma ora...
La piccola Dominique emise un gorgoglio divertito mentre nonno Arthur lo faceva volteggiare come un aeropanino babbano. Nel frattempo nonna Molly e i nonni Delacour (arrivati da Marsiglia qualche giorno prima) facevano un mucchio di versetti stupidi. Zio Ron faceva delle smorfie strane, che l'avrebbero anche fatta ridere se non fossero state rivolte alla sua nuova sorellina. Zia Hermione sospirava intenerita, mentre zia Ginny era impegnata in una discussione con zio Harry. Victoire colse le parole "bambini", "famiglia" e "sarebbe anche ora!".
Batté un piedino a terra con fare stizzito. Insomma! Perché non la degnavano di uno sguardo?!
"Nonnino!" lo chiamò, tirandogli una manica. "Fai fare l'aeropanino anche a me?"
"Oh, tesoro mio! Temo che la schiena di tuo nonno non sia più resistente come una volta." si intromise nonna Molly, carezzandole con tenerezza il lucido caschetto di capelli rosso dorato.
Victoire si imbronciò. Se ci fosse stato il suo papà l'avrebbe messa a cavalcioni sulle spalle e avrebbero giocato alla principessa e il suo cavallino. Ma il suo meraviglioso papà dalla faccia sfregiata era stato chiamato d'urgenza a spezzare un incantesimo in Cornovaglia...
Forse poteva provare con maman...
"Maman? Mi prendi in braccio?" chiese, sforzandosi di apparire il più adorabile possibile, imbronciando la bocca, proprio come faceva quando voleva farsi comprare un gioco dal papà, ed estendendo le piccole braccia verso la sua incantevole madre.
Peccato che maman fosse immune al suo fascino.
"Più tordi, ma p'tite. Adesso devo dare da mongiare a Dominique. Perché non voi a disegnore qualcosina, mm?" le suggerì Fleur, prendendo tra le braccia il suo piccolo frugoletto.
Zia Ginny le sorrise, facendole un buffetto. "Sì, Vicky: perché non vai a fare compagnia a Teddy, che è di là da solo?"
Victoire gonfiò le guance, irritata.
Teddy Lupin.
Ecco un altro motivo per cui il sabato pomeriggio dai nonni non era più lo stesso. Insieme alla nuova sorellina e ai cuginetti Fred e Molly, era comparso quello strano bambino con i capelli turchini. Era più grande di lei ed aveva l'inquietante facoltà di poter cambiare in un battito di ciglia i propri connotati. E, come se tutto questo non bastasse, con i suoi spettacolini aveva contribuito ulteriormente a rubarle l'attenzione.
Le stava decisamente antipatico. Forse non quanto i tre mostriciattoli, ma ci andava vicino.
Con un broncio da primato (ormai aveva capito che gli adulti quel giorno non le avrebbero dato retta), Victoire prese il suo blocco da disegno e le matite colorate e si sedette di malavoglia sul tappeto, dove Teddy disegnava a pancia in giù.
Gli lanciò un'occhiata seccata. Nel vedere il disegno del bambino, arricciò il nasino lievemente lentigginoso: come tutti i maschi, stava ritraendo troll di montagna e altri animali dall'aspetto orribile.
Scostandosi i capelli dal volto con un gesto sprezzante, come aveva visto fare a maman, prese la matita rosa dal suo astuccio. Lingua tra i denti per la concentrazione, cominciò a ritrarre una stupenda (almeno secondo il suo modesto parere artistico) principessa.
Il disegno, comunque, non la distrasse dalle sue considerazioni furenti. Perché nessuno giocava più con lei? Quando erano comparsi Fred e Molly era già stato abbastanza duro dover condividere l'attenzione dei nonni, ma da quando c'era quel mostriciattolo in casa i suoi genitori non avevano occhi che per lei! Persino il suo fantastico papà l'aveva un pochino tradita... Forse aveva fatto qualcosa di male? Forse i suoi genitori volevano più bene alla nuova sorellina?
Con la bocca piegata in una smorfia, disegnò due grandi occhi azzurri ed una fluente chioma giallo fosforescente.
"Perché non le fai i capelli verdi?" chiese Teddy all'improvviso, facendola sobbalzare. Per un attimo dimentico del proprio disegno, il bimbo stava sbirciando il foglio di Victoire.
"Non esistono principesse con i capelli verdi." dichiarò infastidita per essere stata disturbata.
"E perché no, scusa?"
"Perché non esistono e basta."
"Ma i capelli verdi sono più belli di quelli gialli."
"E chi te l'ha detto?"
"Guarda!"
E così, davanti agli occhi di Victoire, i capelli di Teddy cambiarono colore. La bambina rimase a bocca aperta per lo stupore. Cioè, non è che non lo avesse mai visto mettersi in mostra davanti agli adulti, ma era sempre stata più impegnata a cercare di riguadagnare l'attenzione perduta. Così, non è che lo avesse mai visto veramente bene.
E ora... Beh...
"Wow..." mormorò, incredula. "E quali altri colori sai fare?" chiese, mettendo da parte il proprio disegno e squadrando il bambino con malcelata curiosità.
Teddy scrollò le spalle. "Boh, tutti."
Lei si corrucciò. "Non ci credo."
Anche lui aggrottò le sopracciglia. "Ti dico di sì!"
"Sai fare questo?" lo sfidò Victoire, mostrandogli una matita fucsia.
"Facilissimo." si vantò Teddy, mentre la sua chioma replicava l'esatto tono della matita.
Victoire cercò di non sembrare impressionata, mentre raccoglieva una matita color terra di siena bruciata. "E questo?"
Man mano che la zazzera scompigliata di Teddy riproduceva l'intero spettro di colori, l'antipatia che la bambina provava nei suoi confronti pian piano impallidiva. Di fronte a quell'avvicendarsi di sfumature, quello che era cominciato come sfida diventò ben presto un gioco, durante il quale entrambi scoprirono che l'altro era più simpatico di quanto non fosse apparso a prima vista. Teddy, addirittura, si scoprì a pensare che Victoire non era per niente male, per essere una femmina ovviamente.
Victoire, a sua volta, era stata così presa dal gioco da non essersi accorta che erano arrivati anche i terribili cuginetti, Fred e Molly. Non se ne rese conto almeno finché non volle riprendere a disegnare e scoprì, con suo sommo orrore, che le sue matite colorate erano finite in bocca ai due piccoli Weasley, impegnati a masticarle per bene.
Li fissò a bocca aperta, assolutamente sbigottita per la scena che le si parava davanti. Poi, il labbro inferiore cominciò a tremarle pericolosamente ed il naso a pruderle. Sentì le lacrime raggrupparsi agli angoli degli occhi ed era pronta ad esibirsi in un pianto à la Victoire, quando una matita turchese le si parò di fronte al naso.
Perplessa, si voltò verso Teddy. Lui la fissava compunto, forse timoroso che scoppiasse veramente in lacrime. "Visto che non ti piace il verde, perché non fai una principessa dai capelli azzurri?" le chiese, riprendendo la loro discussione interrotta.
Victoire, distratta, tirò su col naso. "Se le facessi i capelli azzurri, diventerebbe una Fata Turchina e non una Principessa!" protestò.
Lui storse il naso. "Non tutti quelli che hanno i capelli azzurri sono Fate Turchine!"
Lei ci pensò un po' su. "È vero! Ci sono anche i Principi Azzurri!"
Contento di aver evitato la catastrofe, Teddy si alzò in piedi.
"Dove vai?" domandò Victoire, non rendendosi conto della lieve nota di panico nella sua voce.
Teddy tirò su col naso con aria di importanza. "Fred si è infilato una matita nel naso. Vado a togliergliela." Con un piede le avvicinò la propria scatola di matite colorate. "Puoi usare le mie. Tanto non mi va più di disegnare."
Victoire lo guardò togliere la matita dalla narice di Fred e poi sedersi a fianco dei cuginetti, controllando che non si facessero male con un'aria seria e composta sul viso.
Spostò lo sguardo sulle matite colorate e si disse che, forse, aveva trovato un alleato in quel campo di nemici. Così, dopo qualche incertezza, cambiò il colore dei capelli della principessa in un bel rosso dorato e le disegnò accanto un bel principe dai capelli turchini...

10 spintarelle per Teddy Lupin e Victoire WeasleyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora