7) Ricordi spiacevoli

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-Dimmelo che hai paura...-. Il ragazzo non doveva dire queste parole. Non ora.
Shaco effettua uno scatto e attacca Marco. La sua rabbia sembra inarrestabile, tant'è che Viktor vorrebbe intervenire.
Ma conosce così bene l'amico che non c'è modo per fermarlo senza violenza.
Marco para i primi colpi, ma un fendente a sorpresa del biondo trafigge in pieno il braccio destro, tagliandolo di netto.
-ARGH! No...- e Gil esce allo scoperto.
Un'aura nera avvolge il giovane. Un sorriso spavaldo compare sul suo volto, mentre il braccio viene ricostruito da una gelatina nera.
-Come osi ferirmi?! Ti annienterò!!- e inizia la lotta.
Entrambi volano a velocità sorprendente, ma il Demone accusa il colpo dovuto alla mancanza delle ali, e viene ben presto raggiunto da una scarica di colpi di luce e scaraventato al suolo.
Sono in una radura, per fortuna priva di abitazioni. Uno schianto del genere avrebbe ucciso sicuramente qualcuno.

-Stupido...ARGH!- e il Demone restituisce il corpo a Marco.
Shaco si materializza sopra di lui, e gli mette un piede sul petto, lacerando il poco tessuto ancora intatto della tunica. Ecco, cosa aspetta a ucciderlo? Si vede che il suo segreto è molto importante...
-Dovevi sapere di non avere speranza...non osare mai più farmi arrabbiare!- dice in tono molto serio. La sua aura si abbassa e il suo umore ritorna alla normalità. Un sorriso un po' ingenuo compare sul suo volto. Allunga la mano per aiutare Marco, ma, come se non bastasse, appena si muove, la sua tunica si strappa.
Un bendaggio molto accurato, cosparso di schizzi di sangue e strani simboli, ricopre il corpo di Shaco da metà busto fino alla fine delle braccia e del collo.
Un simbolo occupa quasi tutto il centro del bendaggio, ed è molto più grande degli altri. Sembra quasi brillare.

Il mietitore cade in ginocchio, colpito da una fitta di dolore. Tossisce violentemente, fino a quando Viktor non interviene poggiandogli una mano sul petto. Sussurrando alcune parole, le parti danneggiate del bendaggio si ricompongono, e Shaco si riprende senza troppo problemi. Si rialza con uno sguardo cupo, sostenuto da Viktor.
-E va bene...te lo dirò -.

Non penso volesse farlo. No, è impossibile. Mario che abbandona i suoi amici? Per nulla al mondo.
-Che diamine fai Mario?! Riapri la botola!- urla il capocantiere.
-Non ritrovo le chiavi! Aspettate, vado a cercarle!- dice quasi ridendo.
-Non abbiamo più di trenta minuti di luce! Sbrigati!- continua a parlare un altro operaio rimasto lì.
Stavano lavorando in cinque ad una fognatura, senza avere abbastanza fonti di luce. Era prevedibile che dopo cinquecento anni Lui volesse mangiare no?
-Ehm...capo, sento qualcosa muoversi nel condotto!- cerca di dire uno degli operai.
-Sì capo, anche io! Non saranno mica dei serpenti?- continua un altro.
-Non dite sciocchezze, hanno deparassitato ogni zona più di tre mesi fa...Mario! Ci sei?!- urla il capocantiere.
-Eccomi!- dice con un sorriso. Se potessero vederlo, i suoi amici non gli rivolgerebbero più la parola. Occhi spalancati dalla follia. Hakumen sa manipolare molto bene la mente umana. Gli occhi non guardano neanche più in una direzione.
-Oh, ma potrei lasciarvi anche lì...- dice, ridendo.
-Ma cos-AAAAH!- l'urlo del capo si può udire chiaramente insieme a quelli terrorizzato degli altri. Ogni grida o tentativo di combattere è inutile.
-...Tanto, siete in buona compagnia...-.

-Allora, vuoi davvero che ti racconti tutto?- dice Shaco.
-Sì.- risponde Marco.
-Bene. Qualche decennio fa ero un Angelo Custode, assegnato come tutti ad una persona. Si chiamava Sara, se non ricordo male. Aveva appena sedici anni. Stavano passeggiando nel parco della città, e io ero pronto a reagire al minimo pericolo. Oramai ero con lei da quando era nata.
Ecco allora, che sento un urlo. Un urlo non umano. Mi alzo in volo e posso subito vedere una figura incappucciata respingere alcuni demoni. Purtoppo, sembra che stia perdendo sangue, e lo scontro va a peggiorarsi. I demoni stanno per avere le meglio.
Non so cosa mi sia preso. Non so se ho fatto la scelta giusta. Ho abbandonato Sara e sono corso ad aiutare quello che sapevo essere un Mietitore.
Con la mia spada di luce è stato facile ammazzare quelle creature immonde.
Ma quando mi sono girato per colpire l'ultimo...una lancia oscura mi ha trafitto in pieno. - Shaco si stringe una mano attorno alla ferita, è ovvio che sta rivivendo quel dolore - Si poteva udire una risata, ma io ero già svenuto. Qui, tengo il mio cuore. Trafitto dall'oscurità di quel bastardo, ora non posso più vivere senza questi sigilli...spero che tu ora abbia capito.
Quel Mietitore...era Viktor. Mi ha promesso aiuto in cambio di una piccola benedizione sulla sua anima: se dovesse morire prima di me, molto probabilmente si salverà ancora e ricomincerà una nuova vita. - dice serio, incrociando le braccia.

Viktor prende quindi parola.
-Bene, direi che il tempo delle favole è finito...andiamo, ci aspetta una dura giornata domani...- dice, coprendo un piccolo sbadiglio con la mano.
I tre quindi entrano in uno specchio portatile, attualmente il modo più veloce per entrare nel Sottomondo.
Un tunnel fatto da luci folgoranti e quasi epilettiche si estende mentre il trio si tuffa nello specchio. Marco trattiene a stento un gridolino di gioia. È quasi come essere sulle montagne russe. Solo molto più pericoloso.

Atterrano...no, non si può dire atterrare. Non c'è terreno. Solo vuoto.
E nel vuoto, si staglia un volto.
-Oh no...- dice Shaco.
-Tentiamo con la diplomazia?- chiede Marco. Il Drago color nero pece sbuffa e lancia una fiammata viola sopra di lui.
-Penso che non funzionerà sai?- risponde Viktor.
Il Drago spalanca le ali, e si tuffa nel varco appena aperto dai tre, sbalzandoli via, senza che questi riescano a reagire.
-Non voleva combattere...- dice Shaco -voleva fuggire!-.

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