6) Segreto

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-Finalmente...ecco il mio momento...- disse Hakumen.
Tutti quegli anni di prigionia erano passati in fretta.
Quasi quasi non gli andava di fuggire. Ma doveva farla pagare a tutti.

-Attenzione, si avvisano i passeggeri che una leggera turbolenza a colpito l'aereo, siete pregati di non spaventarvi e di tenere allacciate le cinture...-.

L'oscurità tornerà a dominare.

-La turbolenza si fa più grande! Non riesco a controllare i comandi!-.

E, se qualcuno si opporrà a Lui, sarà distrutto. Non esisterà più il mondo che conoscete. Lui sta tornando.

-Precipitiamo! Precipitiamo! Tutti fuori dall'aereo!- cercarono di urlare invano gli assistenti di volo.

-Ehehe...Ehehe...MUAHAHA!- rise di gusto Hakumen. Gli occhi color oro della sua forma umana brillarono. Poi, un'onda d'urto potentissima spazzò via la barriera in cui era intrappolato. Migliaia di granelli di polvere nera lo avvolsero, ripristinando il potere che da troppo gli mancava.

Con tutti quei morti, era ovvio che il Limbo avrebbe perso stabilità, quindi anche potere.
Come Lui aveva previsto, dei Mietitori adibiti a guardie intervennero cercando di fermarlo. Ma invano. Anime impure, destinate al Vuoto.
L'essere fece un balzo e trafisse con il braccio il primo, per poi colpire con un dardo nero il secondo, consumando entrambi col buio in poco tempo.
Rise di gusto.
Finalmente era libero...ancora non ci credeva. Poteva fare tutto. Ma prima, aveva bisogno di lei.
Tese una mano, cercando di richiamare l'arma che lui stesso aveva costruito. Ma non vi riuscì.

-Dove sei piccola mia? Cosa ti hanno fatto?!- iniziò ad arrabbiarsi.

Un terzo Mietitore comparve dietro di lui. Ma fu afferrato e trascinato via nel buio da una sorta di tentacolo di gelatina nera, mentre cercava di urlare.

-Maledizione! Yuras!- chiamò il Demone.
Qualche secondo dopo emerse dal nulla un drago completamente nero, con strisce dorate che seguivano ogni sua scaglia. Tre code affilatissime, una bocca a tre file di denti e un respiro oscuro facevano di lui una creatura praticamente impossibile da catturare. Con un luccichio dei suoi occhi rossi salutò il suo creatore.
Yuras era il Drago del Caos.

-Vai, uccidila.- disse Shaco.
Stavolta il trio non aveva perso tempo e cercava di agguantare una ragazza prima che questa entrasse in un centro commerciale.
-Si...ma...- balbettò Marco, tenendo sollevata la falce.
Sapeva che sarebbe stato difficile, ma non fino a questo punto.
Quella ragazza aveva appena 16 anni, non potevano...
"Stai zitto con quei pensieri altruisti. Lascia fare a me, non hai idea di quanto io ci sia abituato..." disse "Gil", ovvero Nagatobimaru stando al soprannome di Marco.
"No, te lo scordi".
Ritornato alla realtà, il ragazzo si accorse che la vittima era sparita.
-Idiota! Non puoi distrarti fino a questo punto...faccio io- dice Shaco, scomparendo in una nuvola di fumo grigio.
Compare alle spalle della vittima, che e con un colpo secco trapassa la sua anima con la falce. Quest'ultima, di un blu perfetto, si spezza e viene subito catturata da Shaco.
Inutile dire che subito dopo la ragazza muore, probabilmente per quello che gli umani credono sia un malore.

Mentre però Shaco sistema la sua vittima, la manica fa intravedere il suo braccio fasciato: Marco rimane sorpreso. Il Mietitore non si scompone e ritorna indietro.
-Cos'hai sul braccio?- chiede Marco.
Ecco, ci siamo. Anche Viktor sembra sapere già cosa accadrà. Shaco sembra quasi tremare.
-È una storia lunga...e non voglio raccontartela. Non posso perdonare neanche a me stesso il mio errore.- dice allontanandosi.
-Sarà meglio che andiamo, abbiamo una lista lunga oggi...- dice Viktor, aprendo le ali.
Marco fa fatica, ma alla fine riesce a sollevarsi dal suolo. Senza ali, che non è ancora riuscito ad ottenere, volare diventa molto difficile. Deve usare il potere di Nagatobimaru.
-Dai, a me puoi dirlo...- cerca di riprendere il discorso Marco.
-No.-risponde secco Shaco.
-Marco, forse è meglio se...- prova a dire Viktor, venendo subito interrotto dal ragazzo, che sembra voler scoprire a tutti i costi il segreto:-Ma perché fai così? Voglio solo parlare!-.
Shaco si ferma all'improvviso.
Materializza la falce e tira un colpo dietro di sé, che sbalza indietro di alcuni metri Marco.
-NON VOGLIO DIRTELO! NON VOGLIO RICORDARE QUEL GIORNO!- urla pieno di rabbia.
Il ragazzo rimane impressionato.
Gli occhi di Shaco appaiono doppiamente rossi. I suoi capelli sono carichi di energia. Fa sul serio.

La ragazza vaga ormai da un paio d'ore.
Dopo aver preso il controllo del corpo, lo Spirito della Luna sta cercando un riparo illuminato, per impedire al l'essere di tornare. Atterra in una stradetta, lontano dagli occhi indiscreti. Piove leggermente. Assunta forma umana, lo Spirito inizia a camminare. Si guarda intorno. Un locale poco lontano è la soluzione migliore al momento. All'improvviso, un paio di mani la afferrano e le premono sulla gola, insieme a qualcosa di affilato.
-Okay bambolina, tu non urli e io non ti faccio niente...bé, quasi niente...ehehehe...- la voce è di un ubriaco, forse senzatetto.
La ragazza non si scompone.
Apre gli occhi blu e scaraventa via con la sola aura l'aggressore. Quest'ultimo sembra spaventato, ma tenta di colpire lo Spirito. Scelta molto sbagliata.
Con un velocissimo scatto la ragazza ferma il tempo, afferra e incrina il braccio che impugna il coltello, rompendo entrambi, e poi fa riprendere lo scorrere dei secondi. Poi punta la sua mano sulla fronte dell'ubriaco, che è davvero terrorizzato.
-Tu non ricorderai niente di tutto ciò. Tu hai di nuovo voglia di vivere, di avere un sogno. Tu vuoi lasciarti alle spalle tutto. - dice, con un tono calmo e tranquillo, quasi inebriante.
L'ubriaco sembra molto stordito. Ripete con confusione alcune delle parole che gli sono state rivolte e sviene.
-Certe volte gli umani sono spaventosi, ma c'è sempre una ragione dietro a ogni loro azione...- dice fra sé e sé lo Spirito. Ormai li conosce da così tanto. Un ricordo gli luccica nella mente: Adamo, il Primo Umano. Poi però, il ricordo si spegne. Al suo posto, compare un ricordo del Demone che la ragazza ha dentro di sé: Caino, il Primo Peccatore, che semina morte e distruzione nel mondo. Hakumen è al suo fianco.

Lo Spirito ignora tutto ciò e continua a camminare. Intravede la vetrina del locale: sembra che non ci sia nessuno dentro. È un buon posto per rifocillarsi: in fondo, anche la forma umana di Ephis ha bisogno di riposo.
Spinge la porta ed entra. Il proprietario sembra che stia per chiudere.
-Mi spiace, torni un'altra volta. Sto spegnendo tutto.- dice con un tono di rammarico l'uomo.
Alla parola "spegnere" lo Spirito si allarma.
-NO! Non lo faccia!- urla, ma è troppo tardi.
Le luci si spengono. E Lui torna.

Lo Spirito lancia un grido soffocato, mentre una macchia nera avvolge tutto il suo corpo. Una mano artigliata, tutta ricoperta di quella strana gelatina nera emerge dal corpo e afferra saldamente il pavimento. Il proprietario prova a scappare, ma dall'ombra una serie di tentacoli lo tengono fermo.
Una faccia distorta e inquietante compare davanti a lui dal soffitto: gli occhi dorati lo squadrano per bene.
-Oh, grazie davvero...AMICO MIO!-.
Un urlo risuona poco dopo nel piccolo quartiere. Ma non è niente, sicuramente non è niente.

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