Yuna non viveva normalmente. Cosa faresti se non avessi il Tempo contro?
Tutto ciò che ti va, ovvio.
L'appartamento aveva solo due stanze collegate ed una terza a parte, probabilmente il bagno.
Era tutto piuttosto disordinato e trasandato.
Su una bacheca all'ingresso c'erano tonnellate di post-it piuttosto comuni: da "Fare la spesa" a "Pensare a Viktor".
Quei due avevano un legame decisamente difficile da spiegare.Entrando, Viktor sbuffò commentando le condizioni dell'appartamento con un "Almeno non è ridotto in cenere..."; la porta si chiuse con la lastra di metallo automaticamente.
Marco si fermò a osservare quell'ambiente.
A sinistra c'era un divano enorme, ricolmo di ogni genere di busta e schifezza, che risultava essere anche una sorta di letto, appena di fronte ad un enorme schermo. Tutt'intorno a quest'ultimo vi erano cavi, dispositivi e altri schermi più piccoli.
Accanto al letto erano strategicamente posizionati un mini bar e una scatola carica di buste di patatine e altre delizie.
Quella che doveva essere la parte destra, era in realtà una sorta di scrivania enorme con accanto un cestino (già pieno, tra l'altro) dietro il quale vi era un macchinario che a quanto pare sostituiva automaticamente i cestini pieni.
Sul soffitto e sulle pareti erano sparsi poster, progetti strani e ritagli di giornale: a quanto pare l'amica di Viktor era...qui, in qualche modo, da un sacco, poiché proprio accanto all'ingresso c'era il Times che commentava la fine della Seconda Guerra Mondiale. Inoltre tutta la stanza aveva parti metalliche, probabilmente parti di macchine strane, che alimentavano le telecamere sparse in giro.
-Sì, se ti stai chiedendo perché ci siano date strane, sappi che Yuna può vivere molto. Molto più di quanto immagini. - chiarì Viktor. Quindi il suo nome era Yuna. Chissà perché era familiare per Marco.
Strane luci iniziarono a lampeggiare dalla porta di metallo al centro, ed un secondo dopo una figura saltò fuori.
Aveva capelli piuttosto lunghi di un bianco ghiaccio, che era davvero fuori luogo con i suoi vestiti: indossava una felpa grigia con un teschio rosa sopra, mentre dei pantaloni di almeno una taglia più grande le coprivano i piedi probabilmente scalzi. La felpa inoltre era strappata sulla spalla sinistra, lasciando travedere un piccolo sigillo che Marco non aveva mai visto.
Il viso era mascherato in parte dai lunghi capelli, ma si potevano vedere gli occhiali e un occhio di colore verde intenso. Ah, ed era anche più bassa di lui.
La ragazza sbuffò.
-Stavo lavorando ad un progetto importante. Ritieniti fortunato.- disse in tono stancante, tirandosi via i capelli dal viso e finalmente rivolgendo lo sguardo anche su Marco.
-Uh! Ma quello è...il Sigillo Arcano! WOW!- disse Yuna, scattando e estraendo in lampo dalla manica uno strano...telefono? Calcolatore?
L'oggetto scannerizzò il palmo superiore della mano di Marco.
Il Sigillo di Gil comparve e iniziò a brillare. Marco lanciò un urlo: il laser si fece più intenso e Nagatobimaru scalpitava per uscire. Il "calcolatore" segnò "9999" prima di spegnersi. Proprio quando Marco stava per perdere il controllo, Viktor intervenì strappando dalla mano di Yuna lo strano oggetto.
-No, no no! Eddai! Ridammelo! Non posso ricostruirlo per la decima volta!- borbottò la ragazza, che essendo più bassa di Viktor, non riusciva a raggiungere il "coso".
-Prima sistemi Shaco, poi parliamo.- Viktor sembrava ormai abituato alle stranezze della ragazza.
Quest'ultima premette qualche pulsante sul suo orologio-palmare e fece comparire, dalla porta stessa da cui era entrata, una sorta di cassa metallica composta principalmente da vetro verde.
-Forza buttalo qui.- disse Yuna, che evidentemente rivoleva il "coso" indietro.
-Viktor posò delicatamente Shaco all'interno della capsula. La ferita oscura era lì, e stava crescendo.
-Okay, DNA confermato. Riproduzione cellule in corso!- disse con un tono allegro: era contenta quando una sua invenzione funzionava, sopratutto quando serviva ad aiutare Viktor.
La capsula si chiuse e iniziò a riempirsi di liquido verde. Un piccolo sorriso comparve sulla faccia di Shaco, che evidentemente già si sentiva meglio.
-La ferita è grave. Credo che non basteranno neanche tre giorni. Cosa fate? Dormite qui?- chiese la ragazza approfittando del momento per trangugiare una piccola ciotola piena di biscotti.
-Non so. Sai cosa è successo, vero?- disse Viktor abbassando il suo tono.
-Io so tutto di tutti. Non mi ha sorpreso sinceramente. Ho letto la sua mente, da secoli progettava di farlo, e poi non era da solo.
So che qualcuno lo ha aiutato, ma si nasconde troppo bene. Per ora ho solo...biscotti?- disse allungando la busta verso i due. Marco non si fece pregare e iniziò a mangiare, solo per scoprire che NON poteva mangiare. Nel senso che i biscotti erano un ologramma.
-Piccolo scherzetto, scusa. Ehehe!-.
Successivamente il trio si organizzò per la notte. Viktor fu obbligato dalla padrone di casa a dormire con lei sul divano mentre Marco...nel bagno.
"Che bell'accoglienza." commentò Gil.
"Stai zitto, è già tanto avere un tetto. Notte...".-Cosa? Cosa cosa? Davvero?- chiese Hakumen, seduto sul suo nuovo trono, nella completa oscurità del Sottomondo. La figura sorrise.
-Tuo figlio. Lo stai cercando giusto?- continuò la figura.
Il Demone scattò in piedi e successivamente con un lampo davanti alla figura.
-Certo che sì. E sappi che non mi fermerò mai...ora dimmi. Cosa vuoi in cambio?- chiese, incrociando le braccia e tornando, sempre con una velocità sovrumana, a sedersi.
- Voglio pace. Pace e serenità per me...e per Viktor.- disse Yuna, togliendosi il cappuccio.
-Non mi aspettavo davvero questo tuo aiuto, Capelli Bianchi. Certo che Ephis li ha scelti male i suoi "Guardiani". Va bene, posso fare ciò che chiedi. Ora...dov'è Lui?-.
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Il Fantasma Umano
FantasyRoma, epoca moderna. Uno spaventoso incidente aereo sconvolge gran parte della metropoli, uccidendo più di 6000 persone in quattro ore. Marco, uno dei morti, si risveglia nell'Obitorio, luogo di accoglienza per chi passa a miglior vita. Non volendo...