II

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Cominciai a cercare dietro, sopra, sotto, vicino e chi più ne ha più ne metta, ma nulla. Era come sparita.
Confusa salii le scale e mi chiusi in camera mia.
Trovai la scatola ai piedi del letto.
Ancora più confusa mi avvicinai a quel piccolo oggetto e lo presi tra le mani per osservarlo meglio.
Quella scatola era davvero bella, dipinta con colori sgargianti, curata in ogni singolo dettaglio, non riuscivo a capire perchè quel signore ne fosse tanto spaventato.
Sopra di essa c'era incisa una frase nel legno

"Laughing jack nella scatola"

Mi venne subito in mente quel giocattolo di qualche anno fa, quello dove giri la manovella e il pupazzetto di un clown balza fuori dalla scatola sopra le note di qualche canzoncina. Ma che io sappia si chiamava solamente Jack nella scatola.
La prima cosa che mi passò in mente fu che era una copia uscita male.
Appoggiai il giocattolo nell'armadio e inizia a riodinare il casino che avevo in camera.
Verso tardo pomeriggio sentii il suono del mio citofono squillare in tutta la casa.
Scesi le scale sbuffando e aprii la porta d'ingresso.

-Chiunque sia, spero che abbia un valido motivo per disturbare alle 7 di sera-

Nessuno rispose e nessuno era dietro alla mia porta.
Avevo subito pensato a dei mocciosi che si divertivano con i loro stupidissimi scherzetti.
Rimasi in cucina per cenare e optai per il solito panino mangiato davanti alla televisione.
Controllai l'ora sullo schermo della tv.

23.46

Andai a lavarmi velocemente per poi infilarmi un felpone largo che aveva la funzione di pigiama.
Mi misi sotto le coperte e come tutte le sere mi addormentai subito.

《sentivo freddo, molto freddo.
Ero su un autobus di linea, l'autista irritato mi guardava invitandomi a scendere.

-Mi scusi, dove siamo?-
-Al Circo-
-Quand'è la prossima fermata per la periferia?-
-Questa è la mia ultima fermata, devo riportare l'autuobus al deposito e sono già in ritardo-
-C'è un posto qua vicino dove posso passare la notte?-
-Non conosco questo posto, entri nel circo e chieda a loro-
-Grazie lo stesso, buona serata-
-Altrettanto-

Appena scesi, il pulman sfrecciò via.
Osservai meglio questo 'circo'.
Il cancello era semi aperto e il vento lo faceva cigolare, nessuna luce e nessun rumore provenivano dal suo interno.
Non volevo entrare, avevo un senso di insicurezza ma, a meno che non fossi disposta a dormire per terra, dovevo chiedere ai proprietari delle informazioni.
Entrai.
Tutto era fermo e silenzioso apparte per il vento che faceva scricchiolare tutto.
Mentre camminavo una musichetta cominciò a risuonare.
Seguii quella canzoncina che mi sembrava familiare guardandomi intorno.
Le giostre erano pulite e variopinte. Ogni attrazione aveva un colore diverso che attirava l'attenzione.
Man mano che la musica si faceva più forte mi avvicinavo a un tendone, che a differenza delle giostre era in bianco e nero.
Arrivai a qualche passo dell'entrata di quest'ultimo e diedi una rapida occhiata a tutte le giostrine dietro di me.
Ogni gioco stava perdendo i colori, come della vernice fresca su cui si butta dell'acqua. Tutte le tonalità scivolavano via, lasciando spazio solo al bianco e al nero.
Dentro il tendone era tutto buio, non riuscivo a vedere nemmeno i miei piedi e così andai a tastoni guidata soltanto da quella assorda musichetta che man mano che continuava diventava più macabra.
Sbattei le palpebre e in quello stesso istante si accesero due riflettori che puntavano sul corpo di una bambina.
Non sapevo se era viva o morta probabilmente l'ultima opzione, perché le mancava un occhio e aveva due profondi tagli sull'addome e sulla guancia.
Andai nel panico quando la bambina che credevo definitivamente morta scoppiò a piangere.
L'unica cosa che potevo fare era aiutarla ed alzarsi e portarla fuori da questo posto ma non riuscivo a muovermi e più mi sforzavo di fare un qualsiasi movimento più la mia vista si faceva sfocata.
Dopo qualche secondo non vedevo più nulla》

Quando riaprii gli occhi ero seduta sul pavimento e sentivo il sedere dolorante.
Ero caduta dal letto trascinando con me tutte le coperte.
Mi alzai e tirai indietro le ciocche di capelli che mi erano finite davanti agli occhi. Avevo la fronte leggermente sudata.
Afferrai il telefono e controllai l'ora sul display luminoso:

5.09

Scesi in cucina a far colazione, fregandomene altamente del fatto che a quell'ora nemmeno i contadini fossero svegli.
Qualcosa di colorato mi portò a chiedermi se non stessi impazzendo.
Quella scatola era di nuovo sul mobile nell'ingresso.
La presi e la esaminai ancora una volta, su un lato aveva una manovella d'ottone.
La girai e una misichetta che riconobbi subito partí.
Solo ora mi venne in mente il titolo:
Era "Pop! goes the weasel"
Era la stessa del mio sogno, o meglio, incubo.
Subito era allegra ma si incupí dopo alcune note e al culmine la scatola si spalancò facendo uscire il pupazzo a molla di un clown .

N

on so esattamente cosa mi aspettavo ma quella cosa che uscì fuori era fuori da ogni mia aspettativa: era il peluche di un pagliaccio con un sorrisone inquietante stampato sulla faccia rotonda.
Provai subito a richiuderlo nella sua scatola, ma una nube di fumo la fece riaprire.
Tossii e sventolai la mano davanti agli occhi, il fumo si dissolse e una risata da psicopatico risuonò in tutta la casa.

-Soophiee HAHAHAHA-

Sbattei le palpebre e mi strofinai gli occhi con il dorso della mano, per assicurarmi di essere completamente sveglia ed ebbi la certezza di esserlo quando risentii qualcuno che mi chiamava.

-Sophie facciamo un gioco? HAHAHA-

Dopo aver realizzato che c'era veramente qualcuno e che non fosse tutto nella mia testa, scappai in camera mia sotto il letto, sperando che chiunque fosse non mi trovasse.
Sentii dei passi, poi vidi delle scarpe nere entrare nella mia stanza e si fermarono a pochi centimetri di distanza da me.

-Vuoi giocare a nascondino? Come vuoi-

Si allontanò dalla camera, chiuse la porta e in tutto quel silenzio lo sentii scendere le scale con la grazia di un elefante incinta.
Appena uscii da sotto il letto la porta si spalancò.

Circus [Laughing Jack]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora