XV

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-Ma si, vedrai che non ci causerà lacune, vero Jack?-

Si girò verso di lui guardandolo dritto negli occhi e rivolgendogli il suo migliore sguardo omicida, lui in tutta risposta deglutì.

-Si... ovvio, farò il bravo-

Sbuffai sonoramente, non mi andava giù di portarmi dietro il tizio che ieri sera cercava di ammazzarmi, ma non potevo fare altro se non tenerlo d'occhio.
Mi giraii e diedi le spalle a tutti e due iniziando ad incamminarmi verso il fast food.
Li sentii ridere da dietro di me, ma feci nulla di niente. Continuarono così tutto il tragitto, così quando fummo davanti all'entrata aspettai che entrarono e diedi uno scappellotto a tutti e due.

-Ma sei scema?-
-Ma sono stato bravo-
-La prossima volta che ridete di me vi arriva un calcio nelle costole-

Detto questo andai al bancone ad ordinare lasciandoli a bocca aperta.

Dopo che tutti e tre ordinammo ci sedemmo al tavolo e aspettammo.
Solo che, non capivo una cosa:

-Jack, come straminchia è possibile che nessuno ti dica nulla?-
-Perché dovrebbero dirmi qualcosa?-
-Sei vestito da pagliaccio-
-Potrei anche essere un cosplayer-
-Ah si certo la gente penserà sicuramente questo eh?-
-Foschia-
-Eh?-
-Mi vedono diverso da come mi vedi tu-
-Tipo Percy Jackson?-

Margott intervenne con questa sua perla di saggezza.

-Chi?-
-Nulla-

Bene, un problema in meno.
Mangiammo in pace e serenità, pagammo e uscimmo dal locale come delle persone normali e civili, cosa che non mi aspettavo.

Accompagnammo Margott a casa sua, che non era molto lontano, e ritornammo a casa.
Io mi rintanai in camera e lui rimase di sotto, penso stesse guardando la televisione perché sentivo delle voci femminili un po infantili.
Mai fidarsi di un pagliaccio pedofilo.
Scesi a controllare e, per mia fortuna, stava guardando cartoni animati e non stuprando bambine.
Avevo il pomeriggio libero e non sapendo cosa fare optai per andare a trovare mia madre.
Stavo per uscire ma Jack mi bloccòper il polso e mi fece girare verso di lui:

-Dove stai andando?-

Aveva un tono abbastanza minaccioso.
Io strattonai il polso e mi liberai dalla sua presaper poi girarmi nuovamente verso l'uscita.

-Questo non ti riguarda-

Mi chiusi la porta dietro le spalle, guardando di sfuggita l'espressione abbastanza imbronciata del clown.
Aspettai il pulman alla fermata, salii e dopo scesi alle fermata per "BriarCliffe" che era il viale in cui sorgeva l'imponente struttura dove soggiornavano le persone instabili, come mia madre.
Entrai, salutai delle suore sedute alla reception che non avevo mai visto, ki presentai e chiesi di mia mamma, loro mi scortarono nella sua stanza.

Era in uno stato pietoso.

Qualche giorno fa questo posto era proprietà dello stato ma recentemente la chiesa si è battuta per ottenere questo posto, ora infatti è gestita da un prete, credo.

Detestavo il modo in cui avevano trattato mia mamma, in pochi giorni erano riusciti a ridurla ad uno straccio:
Era accasciata sul letto, slegata e probabilmente sfinita, la pelle verdognola spiccava contro il bianco del lenzuolo, gli occhi erano chiusi e il petto le si abbassava a fatica.
Mi avvicinai a lei con cautela, le presi una mano e la chiamai.

-Mamma-

Penso mi tremasse la voce.

-Mamma sono io-

Lei finalmente diede segni di vita e si girò verso di me per vedermi meglio, aveva una smorfia di dolore dipinta sul viso e si grattava svariate parti del corpo.

-Sophie, ciao tesoro-

Provòad abbracciarmi ma qualsiasi movimento era uno sforzo enorme, così glielo impedii.

-Tranquilla mamma, come stai?-
-Non molto bene-
-Che hai?-
-Mi fa male la testa, le braccia, le gambe, tutto-
-Posso sapere cosa ti hanno fatto?-
-Chi? Le signorine?-
-Si, loro-
-Beh mi hanno aiutato, ora riesco a trattenere i demoni che ho dentro,  anche se in un modo un violento-

Circus [Laughing Jack]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora