III

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La porta si spalancò sbattendo contro il muro.

-Trovata-

Cercai disperatamente qualcosa da spaccargli in testa per poi chiuderlo in qualche armadio e buttare via la chiave.
Rendendomi conto che in camera mia non ci fosse nulla di utile lo guardai cercando di essere il più apatica possibile cosa che lui ricambiò perché nel suo sguardo non leggevo nessuna espressione. Eccitazione, pazzia, felicità... nulla. In quegli strani occhi neri non traspariva assolutamente niente.
Avvolse un braccio intorno al mio corpo, bloccandomi e sollevandomi di poco.
Provavo a dimenarmi ma a quanto pare non serví, anzi peggiorò la situazione perché questo 'coso' cominciò a stringere.
Sentii qualcosa di caldo e viscoso bagnarmi i vestiti e subito dopo un dolore lancinante al braccio.
Un artiglio, penso, faceva pressione sul braccio, tagliandolo.
Quando lo guardai negli occhi con aria di sfida lui scoppiò a ridere.

-Mollami-
-No-
-Ho detto mollami-
-Ho detto no-
-Perché no?-
-Perché si-
-Perché non mi lasci in pace e te ne ritorni nel tuo paese delle meraviglie?-
-Perché sei stata tu a chiamarmi-
-Quando mai ti avrei chiamato?-
-Girando la manovella-
-Ah okay, ora mollami-
-Tu hai girato la manovella della scatola e mi hai liberato, ora io devo starti attaccato al culo-
-Si ma mollami-
-E posso fare con te tutto quello che mi pare, tipo farti urlare di dolore, chiedere pietà, piangere, cose del genere-
-Mi molli si o no?-
-Ma mi ascolti quando parlo?-
-Ho smesso di ascoltarli al 'hai girato la manovella e mi hai liberato'-
-Pensi sia una presa per il culo?-

Forse non avrei dovuto fare tanto la spessa perché strinse con più forza e fece ancora più pressione sul taglio che mi si era fatto qualche istante fa.
Il sangue ormai era gocciolato anche sul pavimento, formando una piccola pozza e quando il 'coso' se ne accorse bloccò il braccio.

-Perdi subito sangue? Non ti ho nemmeno fatto nulla-

La sua voce pareva annoiata.

-Mi hai tagliato un braccio ora, sempre se non ti dispiace, mollami-
-E perché dovrei mollarti?-
-Perché hai già rotto i tre quarti di minchia-
-"Hai già rotto i tre quarti di minchia" gne gne gne-
-Ma hai due anni per caso?-
-Ne ho quasi 200-
-Il cervello ti si è bloccato circa 198 anni fa per caso?-
-Mi stai istigando a farti diventare una pignatta-
-Pignatta o non pignatta io devo andare in bagno-
-Arrangiati-
-Devo farmela addosso?-

Caddi per terra e lo sentii sbuffare poi uscì dalla camera come nulla fosse.
Andai in bagno barcollando, ancora non stavo capendo che mi stesse succedendo, chi fosse quel 'coso', perché era lì e che voleva a me.
Quando guardai la ferita sul braccio lo vidi nel riflesso dello specchio che mi guardava appoggiato allo stipite della porta con le braccia incrociate.

-Beh? Cazzo vuoi?-
-Tsk nulla-
-Allora fuori dalle palle-

Dopo aver chiuso la porta con un calcio fasciai il taglio che avevo sul braccio.
Non riuscivo a cinvincermi che fosse tutto vero, sono sempre stata abbastanza realista e non amavo i fenomeni paranormali, cercavo sempre di dare qualche risposta con la scienza o la fisica, per questo tornai a dormire ripetendomi in testa che fosse tutto un brutto sogno.

A quanto pare avevo immaginato tutto perché da due giorni non sento ne vedo nulla di strano. Ho optato per della stanchezza e quindi traveggole, mentre il taglio pensai che mi fossi ferita con qualcosa fuori e non me ne fossi accorta.
Però c'era una cosa che non riuscivo bene a capire: perché c'è una scodella piena zeppa di caramelle assortite sulla mia cucina?

Circus [Laughing Jack]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora