XI

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Cazzo se era alto.

Mi mi misi a sedere con una gamba dentro e una fuori a penzoloni.

-Sophie stai ferma-
-Apri-
-No-
-Okay, come vuoi-

Non era una caduta eccessivamente alta, eravamo al secondo piano e quindi me la sarei cavata solo con una storta o qualche frattura.
Non so con quale coraggio mi buttai e chiusi gli occhi aspettando di toccare terra.
Cosa che non successe.
Decisi di riaprire gli occhi e quando lo feci vidi che ero in quel circo.
Entrai nel tendone, era buio pesto, non riuscivo nemmene a vedere la punta del mio naso così andai a tastoni finche non inciampai in qualcosa di più o meno solido.
Caddi mettendo le mani davanti che finirono in una strana poltiglia.
Urlai quando capii in cosa erano appena affondate le mie mani.

-Jack. Fammi. Tornare. Subito. In. Camera. Mia-

Non mi rispose.
Mi alzai disincastrando le due mani dalle interiora di qualcuno, evitando di pensare alla scena per trattenere i conati di vomito.

-Jack ascoltami quando ti parlo-
-Dimmi-
-Voglio tornare in camera mia-

Sbuffando mi rispose con un semplice 'ok' e mi apparse davanti, con gli artigli accarezzo il mio collo e cominciò a scendere fino ad arrivare all'addome, poi mi rivolse uno dei suoi migliori sorrisi da psicopatico e infilo tutta la mano nella mia pancia, fino ad attraversarla e a sbucare dalla schiena, per poi toglierla e lasciarmi un buco nello stomaco da cui continuava ad uscire sangue.
Tuttavia io non sentivo dolore.
Poi il clown si lecco le dita e mi toccò la fronte con uno di essi.
Face pressione con quel dito e mi spinse all'indietro.
Poi caddi sul mio letto.

Schioccai la lingua sul palato e presi il borsone dirigendomi alla porta, ma non si apriva, era ancora chiusa.
Mi girai, sapendo che era dietro di me e lo guardai negl'occhi indicando poi la porta.
Lui ghignò per poi scomparire e si sentì la serratura della porta scattare.
Quando scesi Margott era ancora sulla porta di casa con un espressione indecifrabile in faccia.
Mi guardò sospirando, poi prese la mia borsa e lo zaino posandoli per terra e mi riguardò dritto negl'occhi tenendomi per le spalle.

-Soph.. è inutile, ti seguirà lo stesso-
-Cosa? Se non gli dicessi nulla magari riuscirei a liberarmene-
-Sophie ragiona. È un'entità cosmica paragonabile ad una sanguisuga, si è attaccato a te e non ha intenzione di mollarti tanto facilmente-
-E quindi? Che faccio?-
-Non possiamo fare molto. Stiamo al suo gioco-
-Però dormirai da me, vero?-

Mi sorrise caldamente per rassicurarmi ma quel caldo sorriso svanì appena Margott guardò la cucina e quando mi girai trovai di nuovo Jack che guardava a sua volta noi due.

-La tua amica sa molte cose eh?-
-Si, mi sono informata. Azzardati a toccare Sophie e vedi cosa non ti faccio-
-E che vorresti farmi scricciolo?-

Accennò un sorriso mostrando appena i denti appuntiti.
Margott in tutta risposta sorrise anche lei e incrociò le braccia.

-So che non sei immortale, sei come noi: se il tuo cuore smette di pompare sangue tu te ne torni all'inferno-
-E ste cose dove cazzo le hai sentite?-

Decisi di intromettermi per evitare una situazione sfavorevole che finisse con Margott morta e Jack che se la rideva.

-Margott zitta e vai a recuperare la tua roba e tu 'coso' vai a mangiare le tue caramelle-

Se ne andò via sbuffando portando lontano da me quella sua faccia da schiaffi.
Margott tornò a casa sua per prendere zaino e borsa e io ne approfittai per andare a trovare mia madre.
Presi il pulman e dopo quasi 10 minuti suonai al campanello aspettando che mi aprissero il cancello.

-Chi è?-
-Sono la figlia della signora Neese-

Entrai e come al solito il bianco mi investì fin da subito, era tutto pulito e immacolato in quel centro di recupero.
Attraversai gli stessi corridoi che percorrevo da almeno 7 anni e mi recai alla camera numero 112 che era quella dove si trovava mia mamma.
È stata portata qua più o meno quando io avevo nove anni per via di svariati attacchi d'ira e successivamente per dei cali di personalitá.
D'altronde io sapevo che non era colpa di mia mamma, ma bensì della sua malattia.
I dottori dicevano che era stato lo stress del troppo lavoro e della perdita della sua stessa madre ma anche per l'abbandono da parte di mio padre.
Entrai e la trovai addormentata sul letto, legata alla spalliera.
Mi avvicinai piano per non svegliarla ma lei aprì gli occhi dopo poco.
Appena mi vide le si illuminarono gli occhi, come quasi tutte le volte, e subito dopo cercò di abbracciarmi, ma le manette glielo impedivano.

-Calma Mamma, ti farai solo male se continui a tirare come una forsennata-

Non mi rispose, ma si calmò.

-Come stai?-

Di nuovo non mi rispose.

-Hai fame?-

Continuava a non rispondermi, ormai ci avevo fatto l'abitudine.
Sospirai e mi alzai dalla sedia, mi avvicinai all'uscita e le rivolsi un saluto.

-È tutta colpa tua-

Ora era lei a parlare.

-È solo colpa tua se sono chiusa qui, legata ad un letto-
-Mamma, io non ho fatto nulla-
-Invece si. Se la tua dannata maestra non avesse visto i tuoi dannati lividi non sarei in questo dannato ospedale psichiatrico-

Sospirai, anche a questo ormai avevo fatto l'abitudine.

-Ciao tesoro, torna a trovarmi. E fai attenzione a non farti ammazzare-
-si, ciao mamma-

Questa cosa mi spaventa assai. Non farmi ammazzare da chi? Da Jack? Impossibile, lei non poteva sapere di lui. Sarà solo uno dei suoi tanti ciocchi.
Tornai a casa più velocemente possibile, non mi piaceva andare a trovarla, ma dovevo.
Margott mi stava aspettando sulla porta picchiettando con il piede.

-Ce ne hai messo di tempo-
-Ero da mia madre-
-Ancora sprechi tempo per andare da quella?-
-Non posso non andarci-
-Certo che puoi-

Aprii la porta ignorando Margott che continuava a parlare di chissà cosa, e sempre mentre parlava le lanciai un pigiama mettendo il mio.
Verso sera mi buttai sul letto per dormire, ma quest'idea a quanto pare non piaceva molto alla mia amica che per poco non buttò giu la porta della mia stanza entrando carica di patatine e schifezze varie.
Restammo sveglie fino a notte tarda a guardare film poi scesi per prendere un po d'acqua e caso strano c'era Jack.
Lo ignorai passandogli dietro, era con la testa rivolta verso il muro e sembrava in uno stato di trance.
Stavo per sgattaiolare su quando mi bloccò un braccio.

-Uh Uh Sophie, capiti proprio al momento giusto-
-e cioè?-
-Stavo proprio cercando qualcuno con cui giocare-

Circus [Laughing Jack]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora