IV

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Presi una caramella tra le dita per riposarla con un alzata di spalle.
Uscendo dalla cucina andai a sbattere contro qualcosa e indietreggiai massaggiandomi la fronte.

-Ahia, merda-
-Non si guarda nemmeno più dove si va?-

Bloccai un secondo la mano, aprendo gli occhi e accertandomi di non aver sentito male.
Bene, ero andata a sbattere contro qualcuno.

-Ma quindi sei vero-
-Ti sembro finto?-
-No sembri più uno scherzo della natura creato appositamente dal mio cervello per farmi da badante-

Alternò lo sguardo da me alla cucina cercando di vedere alle mie spalle.
Cercai di tornare in camera mia, volevo averci il meno possibile a che fare con questo 'coso' qui, ma continuava a sbarrarmi la strada finché non gli diedi uno spintone per scostarlo.

-Non hai mangiato le mie caramelle?-

Dal  modo in cui l'ha detto sembrava deluso, l'ha detto esattamente come farebbe un bambino di due anni.

-No, non sapevo chi le avesse messe lì e poi non amo molto i dolci e gli zuccheri-
-Allora ti chiamerò caramellina-
-Ma sei scemo? Ti ho detto che odio le caramelle e mi chiami caramella?-
-Proprio per questo motivo qui ti chiamerò caramellina-
-Ci devi solo provare a chiamarmi così, 'coso'-
-Primo. Non chiamarmi coso. Secondo. Ti chiamerò caramellina. Terzo. Non chiamarmi coso-
-Okay coso-
-Ti ho detto di non chiamarmi così.-

Se avessi tirato ancora un po la corda si sarebbe incazzato, aveva un pizzico di incazzatura nella voce.

-Va bene, come dovrei chiamarti allora?-
-Uh giusto, io sono Laughing Jack e sono il tuo amico per la vita-

Tutta questa fresa l'aveva detta in modo allegro, giocoso ed aveva un enorme sorriso stampato in faccia che sarebbe stato paragonabile a quello di un bimbo se non fosse stato per i denti seghettati.

-Laughing Jack, okay-

Lo superai per salire e rintanarmi nella mia stanza ma mi ritrovai per terra e lui che mi guardava ghignando.

-Molto divertente, uno sgambetto ha ha ha molto maturo devo dire-
-Sono un clown ovvio che non sono maturo-

Conclusione a cui ero arrivata anche io, genio del male.
Dopo aver preparato la cartella decisi di andare a trovare mia mamma che abitava più o meno lontano da me.
Ero indecisa se portarmi si o no la scatoletta del coso, assolutamente no. La cacciai nell'armadio e uscii di casa con le cuffiette nelle orecchie.
Dovetti trattenermi dal bestemmiare in ogni lingua dopo aver scoperto dello sciopero degli autobus.
Aprii la porta sbuffando e trovai il mio e ripeto mio divano occupato da un pagliaccio vestito da funerale.
Svegliarlo o non svegliarlo, questo è il dilemma.
Decisi di farmi i cazzi miei e non provocarlo, meno lo vedevo e meglio era per me.
Stava dormendo in una qualche posizione presa dal Kamasutra, era a gambe aperte una sullo schienale e una quasi per terra, un braccio dietro alla testa e l'altro sulla pancia e aveva la bocca aperta con un rivolo di bava.
Non sapevo se ridere perché sembrava un cretino o piangere perché lo era.
Optai per chiudermi in camera e preparare le cose per la scuola di domani.

Circus [Laughing Jack]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora