Capitolo: 20

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AGGIORNATO p.s: guardate l'A/N per spiegazioni



Louis's POV

Erano passate diverse settimane da quando avevo dormito per la prima volta a casa di Harry ed era tutto filato liscio: la sua famiglia mi trattava come un figlio e il riccio era sempre disponibile e gentile con me. Trevor non si era fatto sentire, per mia fortuna, e gli allenamenti di calcio procedevano al meglio. Ma dentro di me sapevo che non avrei potuto vivere per sempre a casa di Harry. Avevo deciso che gliene avrei parlato una volta tornati dalla caserma di polizia, dove eravamo diretti per testimoniare contro Trevor.

Non ero per niente pronto, lo amavo ancora infondo. Purtroppo avevo dovuto aspettare a testimoniare contro di lui perchè le procedure legali avevano richiesto tempo e questo non mi aveva permesso di dimenticarlo. Nonostante tutto non riuscivo a vederci il negativo, però sapevo di quanto stavo sbagliando a provare quelle sensazioni. Gli sguardi supplicanti di Harry e Liam mi avevano fatto cedere e in quel momento ero seduto nel lato passeggero della macchina di Harry.

- Ehi, sei silenzioso. - fece, seduto dietro al volante, con gli occhi incollati alla strada. Scrollai le spalle e appoggiai la testa contro al vetro del finestrino, cercando di farmi sempre più piccolo e magari invisibile. Fuori pioveva, classico, ma a me andava bene così: il sole avrebbe solo peggiorato la situazione. - Stai facendo la cosa giusta, Lou. Trevor ti ha fatto delle brutte cose e tu meriti di meglio, ma soprattutto devi essere al sicuro. Non voglio ti succeda nient'altro. - dichiarò Harry, lanciandomi un'occhiata veloce per non distrarsi dalla strada.

- Lo so, ma non è comunque facile. - sospirai. Sentii la sua mano infilarsi in una delle mie e le nostre dita incrociarsi. Gli rubai un'occhiata e in quel momento sentii lo stomaco ribaltarsi.

Harry's POV

- Ha fatto la cosa giusta a venire qua. - chiarì per l'ennesima volta il poliziotto, seduto esattamente di fronte a me e a Louis, assieme a un collega. Poteva continuare a dire quella frase un milione di volte, ma Louis non si sarebbe calmato. Era un ammasso di fazzoletti, lacrime e moccolo. Singhiozzava con la testa tra le mani e sembrava non ascoltare più nessuno. Nemmeno le mie mani, messe una sulla sua schiena e l'altra sulle sue per dare un po' di conforto, sembravano avere alcun effetto.

- Credo sia meglio se porta il suo fidanzato a casa. - fece uno dei due poliziotti. Non ebbi nemmeno il tempo di ribadire che no, purtroppo non era il mio fidanzato. - Abbiamo tutto ciò che ci serve per arrestare Trevor e vi garantiamo che entro domani sarà in prigione. - . Annuii, alzandomi.

- Lou? - feci, muovendo una mano sui suoi capelli e cercando di spostare il ciuffo che era inevitabilmente caduto davanti ai suoi occhi. - Andiamo a casa. - provai a dirgli dolcemente, ma i suoi singhiozzi non si calmavano e non si era mosso di un centimetro. Allora mi chinai accanto a lui. - Louis? Guardami, Louis. -  cercai di farlo ragionare e misi le mani sulle sue braccia, muovendole lentamente, in modo da scoprirgli il viso. - E' tutto finito. Non dovrai più sentire parlare di lui, te lo prometto. Però adesso dobbiamo andare a casa. Ti prometto che tutto andrà per il meglio. - gli dissi sinceramente, accarezzandogli piano le braccia da sopra la felpa. Lo vidi sussultare a quel mio gesto, forse addirittura piangendo ancora più disperatamente. 

Ad un tratto mi colpì. Come avevo fatto a essere così cieco? Come non avevo potuto pensarci?

Approfittai dello stato in cui era per tirargli su le maniche e i miei dubbi diventarono certezze. Si tagliava, ovviamente. Presi un respiro per calmare il mio cuore che aveva iniziato a battere a mille. Cercai di mettere in ordine i miei pensieri e capire cosa avrei potuto fare per sistemare questa situazione e per far star bene Louis. 

- E-ero nervoso. - borbottò Louis, tirando su con il naso, calmatosi un poco. Alzai gli occhi sui suoi rossi e gonfi, per vederlo guardarmi. - N-non mi tagliavo più d-da quando vivo con t-te, ma ieri sera ero nervoso per o-oggi. - mormorò quasi inudibile. Scossi la testa, non lo stavo giudicando.

- Non mi devi delle spiegazioni, Lou, mi interessa solo che tu non lo faccia più, se non sei pronto a parlarmene. - gli assicurai. Lui annuì silenziosamente, mentre altre lacrime si stavano formando nei suoi occhi. Allargai le braccia, offrendogli la mia spalla. Lui si abbassò verso di me, così lo strinsi forte al mio petto. Rimanemmo in quella posizione per diversi minuti, mentre lui singhiozzava sulla mia spalla e tirava fuori tutto quello che aveva imbottigliato dentro. I due poliziotti se ne erano andati già da tempo, lasciandoci un po' di privacy.

- Come ho fatto a ridurmi così? - singhiozzò. - A fare di un mostro la mia vita. Adesso senza lui non ho niente, nemmeno un posto dove stare. - .

- A me e alla mia famiglia fa piacere averti in casa con noi. Hai un posto dove stare, Louis. E hai me. E Liam che ti vuole un gran bene, per non parlare di mia madre che ti adora. - lo rassicurai, passando una mano sulla sua nuca.

- Non posso rimanere per sempre a casa vostra, devo trovarmi un posto, prima o poi. E un lavoro per mantenermi. - mormorò. Ormai non piangeva nemmeno più, la sua voce era esausta da quanto aveva pianto.

- C'è tempo. Ora andiamo a casa, ti prego. - . Lui annuì semplicemente, tirandosi su dalla sedia, talmente fiacco che  per l'intero tragitto fino alla macchina lo controllai a vista per paura che le sue gambe cedessero.

Quella sera, quando Louis già dormiva beatamente sulla brandina dall'altra parte della mia stanza, chiamai Zayn, per sfogarmi un po' e magari farmi consigliare qualcosa.

- Zayn? Ehi amico. - sussurrai per non svegliare il castano.

- Harry, tutto bene? Hai una voce... - fece Zayn, dall'altra parte. Così iniziai a raccontargli un po' la giornata, senza scendere in troppi particolari e omettendo i tagli sulle braccia di Louis, sentendomi subito meglio a dividere le preoccupazioni con qualcuno. Era un atteggiamento un po' egoista, ma ero veramente preoccupato per Louis. Alla fine ero un semplice diciottenne, cosa avrei mai potuto fare?

- In più è in mega ansia per la cosa che non può dormire per sempre da me. - sospirai, passandomi una mano tra i capelli.

- Beh se si sente a disagio a stare lì fallo venire qua. Può dormire nella tua stanza, tanto io sono qua comunque e non voglio nemmeno dei soldi. - . Ancora una volta, perchè non ci avevo pensato prima?

- E' una buona idea in effetti, ma non credo che lui accetterebbe mai. Sai, per come lo abbiamo trattato in passato. Me ne vergogno tantissimo, Zayn, indipendentemente che Louis avesse problemi.

- Già, anche io. Tutto ciò che possiamo fare ora è aiutarlo e guadagnarci la sua fiducia. Credo tu stia facendo un buon lavoro comunque. Io prometto che non gli farò mai del male, nè fisico nè psicologico, tu prova a dirglielo, magari accetta. - .

- Glielo accennerò domani mattina. - mormorai guardandolo dormire, finalmente sereno dopo una giornata pesante. - Adesso vado. Buonanotte, Zayn. E grazie. - .






A/N

Vi spiego: dopo 24 giorni mi sono accorta che Wattpad mi aveva incasinato le cose e che non mi aveva salvato l'ultima parte, infatti il capitolo era cortissimo. Sono andata a cercare nella cronologia e grazie al cielo e a tutti i santi, l'ho trovato! Quindi sì, spero vi piaccia la fine del capitolo perchè ci avevo messo tanto impegno e stavo per mettermi a piangere quando ho visto che era tutto sparito.

Ehilàà nuovo capitolooo. Cosa ne dite? Secondo voi Louis accetterà? O no? Prossimo capitolo lo si scoprirà...e spero di non farvi aspettare troppo.

Comunque grazie, se ancora leggete questa storia. Amo scrivere, davvero, ma è il tempo a mancarmi, sfortunatamente.

Un bacione, Lele






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