Capitolo: 10

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Harry's POV

Erano passate diverse settimane dalla nostra prima vittoria nel torneo della scuola e presto era arrivata anche la seconda, ai quarti di finale. Avevamo battuto una squadra di Manchester per poco. Ci avevano dato filo da torcere per almeno tre quarti della partita, poi avevo ordinato a tutti di servire Louis e, sotto gli occhi sbalorditi di tutti, ci aveva portati in vantaggio. Ovviamente era stato accalmato dalla squadra, tutti tranne Zayn. Testardo com'era non si era nemmeno congratulato a differenza mia, che gli avevo dato una pacca sulla spalla e offerto un sorriso. Lui era arrossito fino alla punta delle orecchie, sotto tutte quelle attenzioni, ma il sorriso non era mai arrivato ai suoi occhi. Avevo notato in lui un cambiamento, ultimamente. Era sempre più pensieroso, come se qualcosa lo tormentasse.

Comunque in meno di una settimana ci sarebbe stata la finale e la squadra si stava allenando duramente per poter, poi, accedere alla finale. Quel giorno, però, l'unico che mancava all'appello in allenamento fu proprio Louis. Non si presentò nemmeno a quello dopo e neanche ai due successivi. Non era certo malato, perchè la mattina veniva, più per scaldare la sedia che per seguire effettivamente la lezione. Avevo incrociato un paio di volte il suo sguardo, tra un cambio di lezione e l'altro, ed era più spento che mai, però non gli avevo domandando nulla, nemmeno sulle assenze ingiustificate alla semifinale.

Avevamo vinto per fortuna, perchè un giocatore della squadra avversaria aveva buttato a terra uno dei nostri in area e avevamo ottenuto un rigore, altrimenti ci avrebbero fatto le scarpe.

- Ragazzi, non sono troppo contento della partita, l'abbiamo giocata male, ma impareremo dai nostri errori in modo da affrontare la finale preparati al massimo sabato prossimo. Voglio che adesso andiate a casa a riposarvi e poi noi ci riaggiorniamo martedì. Buon weekend ragazzi. – disse il coach quando fummo tornati negli spogliatoi. Sbuffai e mi svestii in fretta per poi buttarmi sotto la doccia fredda. Mi passai le mani davanti alla faccia, pensando a quanto avessimo fatto schifo durante la partita. Dove cazzo era Tomlinson quando serviva? Diedi un pugno contro la parete della doccia, facendomi male, ma non lo avrei mai ammesso. Ero frustrato e forse non solo per la partita. Fin da quando avevo letto quel messaggio minaccioso arrivato sul telefono di Louis dopo la prima partita, mi chiedevo cosa mai potesse nascondere.


Louis' POV

"Abbiamo vinto, ma per poco. Dove sei finito? x Li" lessi a mente l'ennesimo messaggio di Liam che mi chiedeva dove fossi. Alzai lo sguardo vedendo Trevor rientrare nella sala, avvertito dai passi, con una ciotola di pop corn in mano e un sorriso stampato in faccia.

- Ho fatto i pop corn. – fece sedendosi accanto a me. – Non ti azzardare a mangiarli. Tu ingrassi solo a vederli, questi. E ti ricordi che abbiamo fatto un patto, vero? – disse lui con tono dolce, voltandosi verso di me. Annuii mordendomi il labbro inferiore. Lui sorrise soddisfatto e si avvicinò per baciarmi in bocca.

- Cosa guardiamo? – gli chiesi, mettendo il telefono in tasca e prendendo, invece, il telecomando della televisione.


Harry's POV

Il lunedì mattina successivo arrivai a scuola presto, deciso a parlare con Tomlinson. In quanto capitano non accettavo il fatto che stesse a casa dalle partite e dagli allenamenti, ingiustificato, rischiando di far perdere la squadra. Lasciai a terra le mie cose e mi sedetti al mio solito banco. Piano piano arrivarono tutti e la classe si riempì. Sfortunatamente Tomlinson arrivò assieme al professore, perciò non riuscii a parlargli prima che la lezione iniziò. Capitò diverse volte che mi perdevo a osservarlo durante la lezione: non riuscivo a togliergli gli occhi di dosso. Portava degli skinny jeans e una felpa nera, il viso nascosto dal cappuccio che teneva in testa.

Non riuscii a parlare con lui fino all'ora di pranzo, sapendo che lui avrebbe evitato la mensa, lo cercai in giardino. Non ci misi troppo a trovarlo, dietro la scuola, vicino al campo da calcio, che finiva di fumare una sigaretta. Quando mi stavo avvicinando, lui già aveva buttato il mozzicone e iniziato a tornare dentro. Agii velocemente. Prima lo spinsi indietro, poi lo bloccai contro al muro degli spogliatoi, il mio braccio sinistro premuto contro al suo petto, con la mascella serrata e deciso a confrontarmi una volta per tutte.

- Ma che cazzo- fece, sbattendo abbastanza violentemente la schiena, mentre mi guardava confuso.

- Mi spieghi perchè cazzo non ti fai più vedere? Stavamo perdendo perchè tu non c'eri. – lo accusai, spingendo con un dito sul suo petto e guardandolo storto. – Non hai il diritto di non presentarti agli allenamenti. Sei solo uno che non ha voglia di fare un cazzo. – gli urlai in faccia.

- Non sai nulla di me. – si difese debolmente a bassa voce. Lo fissai per qualche minuto negli occhi e lui fece lo stesso. Solo in quel momento, mi sembrò di intravedere dei segni sotto al suo occhio sinistra. Allentai la presa su di lui e gli tolsi il cappuccio con un movimento lento. Lui cercò di spostarsi, ma glielo impedii, quando vidi, questa volta chiaramente, un violento segno violaceo sul suo viso. Aveva anche un taglio sullo zigomo sinistro. Dentro di me qualcosa si mosse, perchè portai una mano verso il suo viso e lo accarezzai gentilmente. Lui all'inizio fece per scostarsi, poi chiuse gli occhi sotto al mio tocco. Sentire la pelle morbida di Louis sotto le mie dita, mandò brividi lungo tutta la mia schiena.

- Chi è stato? – gli chiesi, questa volta con tono molto più calmo. Lui scosse la testa e si allontanò dal mio tocco. Non lo fermai.

- Ti ho già detto che non sai nulla di me. Lasciami stare. – rispose lui sotto voce.

- E' stato quel Trevor, vero? Il tuo ragazzo. – domandai alla ricerca di conferme, sicuro di me. Come poteva qualcuno fargli del male? Mi chiesi, neanche pensando che fino a poco tempo prima ero il primo a fargli del male assieme a Zayn. Negli ultimi tempi avevo smesso, avendo anche assistito alla scena del fidanzato che lo aveva preso per il collo negli spogliatoi.

- Fatti i cazzi tuoi. – disse freddamente, prima di rimettersi il cappuccio e andarsene. Per un po' lo guardai allontanarsi, poi, quando fu rientrato nella scuola, dalla porta sul retro, decisi che avrei trovato Payne e avrei domandato a lui. Quei lividi violacei non potevano continuare.


A/N

Eccomi, puntalissima (caso più unico che raro rido). Come vi sembra questo capitolo? Commentateeeee
 Vi avevo promesso un po' di Larry e...beh a me fa sciogliere H che gli accarezza una guancia lalalalala

Prossimo capitolo sbam sbam lol

Grazie per i voti al precedente capitolo, siete i migliori e io amo davvero scrivere questa storia e non vedo l'ora venga venerdì per il prossimo capitolooo.


Domenica aggiorno Holding On To You, mercoledì Dance Along.


Un bacione, Lele


P.S: (punto mamma pt 2) sposate ventilatori e condizionatori. In caso di mancanza di prete, contattatemi su snapchat - ridoconliam - sarò felice di celebrare tante nozze. 

You'll Never Walk Alone - ((Larry Stylinson AU))Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora