Ha le sopracciglia sottili, occhi grandi e verdognoli ma con sfumatura ambrata, riesco a vedere l'intensità dei suoi occhi da qui. I capelli sono come gli altri Beatles, a differenza di Ringo lui non ha la frangetta, ma sono a ciuffo. Una specie di fusione tra ciuffo che gli copre la fronte ecco, ha un naso regolare un pochino all'insù, mi sorride mostrando un dolce segno delle labbra, non riesco a riconoscerlo per un momento. Poi lo capisco, quei grandi occhi, cari ragazzi, avete presenti quelle situazioni completamente impossibili come mm..non sò..l'uomo sulla Luna per esempio..oppure l'uomo nello spazio!? Bene questa è una di quelle, sono sul letto sotto le coperte e davanti a me ho Paul McCartney che mi guarda. -ehhmm....- sbiascico qualche parola incomprensibile, non è possibile, no..mi sbaglio..forse sono in coma e sto sognando, forse sono morta..ma Paul McCartney è vivo, forse sono in coma...ma posso provarlo..-ho..dormito bene..grazie signor McCartney- dico io -Signor McCartney? Ho forse un anno in più di te..-dice ridendo -Ho 18 anni..-dico alzando le lenzuola fin sopra il naso -quindi? Sono più grande di te di tre anni,chiamami Paul- dice sorridendomi. Si avvicina al letto e contemporaneamente tendendo la mano verso di me, ma io mi rifugio sotto le coperte, perché faccio così? Sto conoscendo forse l'uomo più famoso al mondo e faccio la timida che mi succede? Forse perché è una strana situazione? Paul si siede sul letto,-se fai così ne dimostri 18 in meno di me,non due- dice sorridendo. Tiro fuori la mano e la stringo nella sua mano tesa, ha la mano calda ed elegante, non posso non notare i calli sulle dita, che indicano ore e ore alla tastiera di una chitarra-Eleanor ...Eleanor Morel- dico con un filo di voce -sei francese?- mi chiede -si vengo da Parigi - dico -Come mai sei venuta a Londra?-mi chiede. Ma io lo ignoro, non voglio dargli tante spiegazioni, sarà anche Paul McCartney ma non lo conosco e raccontargli della mia vita non gli servirebbe a nulla, anche se questo è un sogno -Dove è Penny?- chiedo sollevandomi lentamente, ma lui mi prende per le spalle e mi spinge giù -dove vuoi andare? Non la vedi la ferita? devi stare a letto per almeno due giorni,hai preso una bella botta-mi dice lui -Dove è Penny- chiedo un'altra volta -chi è Penny?-mi chiede. Ecco se questa è la prova che non sono in coma, se l'avesse saputo non avrebbe chiesto, poi non so giustificare questo tremendo dolore alla testa..-Penny Ranwell..era con me questa notte,volevamo i vostri autografi..su Please Please me..-spiego con un filo di voce, lui ride, la sua risata è leggera un po' cattiva, ma molto dolce un po' come la sua voce, mentre canta..mentre parla..mi perdo un po' nella sua risata poi ritorno a puntar dritto sui suoi occhi-come speravate di averli?-mi chiede -..irruzione a casa vostra..-dico io abbassando lo sguardo -lo sapevate che abitiamo al quarto piano?-chiede Paul ridacchiando causandomi una rabbia contro di lui, gli lancio uno sguardo fulminante, lui mi guarda alzando un sopracciglio-la tua amica..Penny...è bionda?-mi chiede -biondo scuro..riccioli..- rispondo -occhi azzurri..abito arancione,giusto?- terminò lui -Sì..ma come..- rispondo senza finire, mi sorride mostrando i denti, si alza in piedi e spalanca la porta. Da essa esce una ragazza che a braccia aperte si tuffa su di me, mi stringe forte, la abbraccio a mia volta. Paul rimane fermo sulla soglia della porta, dal bagno nella camera affianco esce un Ringo Starr in vestaglia con la schiuma da barba sul volto, si affaccia alla porta e ci vide abbracciate, inizia a ridacchiare -Che scena strappalacrime, Paulie come fai a restare così serio?- disse Ringo ridacchiando, dando una gomitata sul braccio di Paul, anche lui ride. Scopro di sciogliermi alla sua risata, avendo ancora tra le braccia Penny che piagnucolava.
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I'm Happy Just to dance with you
FanfictionDurante i meravigliosi anni '60, Eleanor è sola come tanti ragazzi di oggi e dell'epoca,vuole essere indipendente,cerca la libertà così dalla romantica Parigi migra a Londra in cerca della sua libertà,ugualianza e soprattutto di sé stessa.