capitolo 2

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Passarono delle settimane da quando io e Lacey tornammo amiche. Lei era gentile e nonostante l'avessi trattata male, nelle settimane prima, lei era disposta a dimenticare.
Cercò di farmi conoscere alcune ragazze ma io mi tenevo alla larga. Andava comunque tutto bene. Bene, per quel che poteva farlo, nella mia vita. Grace e Katie non mi davano pace, ed io non mi ribellavo, perchè mio padre teneva a Grace. Avevo la libertà di uscire ogni qual volta io volessi, e questo mi bastava. Dovevo solo rimanere in giro il più possibile.
Un giorno, per via del compleanno di Lacey decisi di fermarmi a dormire dai lei, insieme alle altre ragazze.
Non andammo a dormire tardi perchè il giorno dopo saremmo dovute andare a scuola, ma ci divertimmo lo stesso.
La mattina seguente ci facemmo accompagnare dai signori Roberts, i genitori, a scuola.
Io e Lacey avevamo lezioni diverse, perciò la salutai e corsi a prendere i libri nell'armadietto. Lo aprii e iniziai a rovistare, ma senza trovare i libri.
Poi iniziai a vedere tutto sfocato, mi girava la testa. Mi passai le mani sugli occhi, iniziai a sudare, mi sentii mancare e..
Vidi buio per qualche secondo, poi una luce abbagliante. La luce mi era difronte. Poi sentii un suono, un clacson.
Impiegati un bel po' a capire che la luce era un fanale di una macchina.
Io mi trovavo su un'altra macchina, al posto del guidatore.
La macchina difronte a me, continuava a suonare, ma l'impatto fu inevitabile.
Venni scaraventata fuori dal parabrezza.
Caddi ma mi rialzai, senza nessuna ferita. Mi avvicinai all'auto che guidavo, era la ford grigia di mia madre.
Mai madre era all'interno, immobile.
Era morta.

-Arya! Arya!
Sentii urlare il mio nome più volte, insottofondo c'era un leggero brusio. Aprii gli occhi.
Ero stesa sul corridoio di scuola, circondata da studenti. Inginocchiati accanto a me c'erano Lacey, la signorina Evans (la professoressa di chimica) e un ragazzo mai visto prima. Aveva i capelli scuri, nerissimi e gli occhi.. Dio quegli occhi. Azzurri come il mare. Grandi e profondi. Talmente profondi da perdermici dentro.
-Hey bella addormentata.
Mi rispresi dal mio shock istantaneo e farfuggliai qualcosa simile a:
-mia.. mia madre.
Intorno a me c'erano altri studenti, preoccupati.
Il ragazzo  continuò:
-stavo per baciarti, ho pensato che magari ti avrebbe risvegliata.
-Jackson!
Lacey gli tirò uno schiaffetto sul braccio. Io ero confusa più che mai. Mi misi a sedere, e mi passai le mani sulla faccia.
-Signorina Stevenson, come si sente?
-ho.. ho sognato l'incidente.
Cercai di alzarmi e Jackson mi offrì la sua mano, che io evitai ostilmente. Lui mi guardò divertito e preoccupato allo stesso tempo. Mi ripiresi subito, ricacciai indietro delle lacrime e ringraziai la professoressa, per poi recarmi in classe. Lacey mi seguì.
-hey Arya, tutto bene?
Mi disse dopo la lezione.
-sto.. meglio.
-mi hai fatto prendere uno bello spavento!
E non solo a me.. hai visto Jackson come ti guardava?
-chi è Jackson?
Rise.
-quel ragazzo che ti stava praticamente addosso.
Si chiama Jackson Spiegelman. È capitano della squadra di football ed è il tipico ragazzo che fa a pugni con chiunque lo provochi. Ah... è anche il più amato dalle ragazze, ovviamente.
Mi guardò maliziosamente.
Lasciai Lacey alle sue fantasie.
Stavo scendendo le scale, ascoltando la mia migliore amica ma come al solito, inciampai. Mi preparai alla caduta, ma non ci fu nessun impatto. Due forti braccia mi impedirono la caduta, e la prima cosa che vidi furono dinuovo quegli occhi. Dio se amavo quegli occhi. Ma non lo ammettevo.
Arrossii talmente tanto, da far invidia ai miei capelli rossicci.
-hop
Disse afferrandomi.
-chi si rivede!
Aggiunse poi.
-dovresti smetterla di cadere tra le mie braccia, sai potremmo incontrarci anche in altri modi, che sò, magari un appuntamento, Arya.
Sentire il mio nome pronunciato da lui mi colse alla sprovvista
-non sapevo conoscessi il mio nome.
Mi levai brusca dalle sue braccia.
-come potrei non conoscere il nome della bella addormentata? E poi suppongo anche tu conosca il mio.
-si come no, l'ho scoperto cinque secondi fa.
Lui fece un'espressione irresistibile, un misto tra il ferito e il divertito. Alzò l'angolo destro della bocca.
-comunque, come detto prima, voglio che tu esca con me.
-certo aspetta e spera.
Dissi scocciata. Lacey, affianco a me rideva.
Mi iniziarono a sudare le mani, per il nervoso, così le infilai nelle tasche della felpa.
-ehi, bella addormentata, concedimi una sera solamente, okay? Venerdì sera, alle 9:00, passo a prenderti?
-'kay, ma ad una condizione. Non chiamarmi più 'bella addormentata'.
-capito, bella addormentata.

il ragazzo che mi stravolse la vita.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora