capitolo 9

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Il pranzo trascorse tranquillo. Più o meno.
Grace non faceva che fare domande invasive a Jackson e per il nervoso, sotto il tavolo, non facevo altro che stringergli la mano. Ma lui mi tranquillizzava.
Dopo pranzo mi prese In disparte.
-senti dovrei andare, ma non me la sento di lasciarti qui da sola..
-tranquillo, me la caverò.. come al solito.
-sicura?
-si.
Mi misi sulle punte e lo baciai.
Quando se ne andò mi rinchiusi in camera e chiamai Lacey. Le raccontai tutto e lei gioiva e imprecava quando lo facevo anch'io. Quando infine riattaccai sentii bussare alla porta. Aprii e mi ritrovai Lord Voldemort davanti.
-non so come tu abbia fatto. E non voglio saperlo. Ti illudi davvero? Credi davvero che tu non sia un ripiego? Delusione. Ecco cos'è. Una delusione. Come può uno come lui, uscire con una sfigata come te?
Mi si avvicinò.
-non sei altro che una sgualdrina.
Mi tirò uno schiaffo, e sentii i miei denti tintinnare. La guardai fissa negli occhi, e feci appello a tutte le mie forze, per nascondere il dolore.
-veramente non so cosa ci faccio qui. Tuo padre è al verde e i soldi non mi arrivano. Però.. diciamo che mi ti sono affezionata. Quindi non voglio lasciare la famiglia con i debiti. È ora che ti trovi un lavoro. D'ora in poi risponderai a me e a me soltanto. E non disobbedire.
Mi prese il volto, con il suo solito fare, e strinse. Le sue unghie si ficcarono nella mia carne.
Mi morsi la lingua e ricacciai le lacrime.
-oggi passerai la giornata a letto, senza telefono. Devo punirti in qualche modo.
-ma se non ho fatto niente!
-appunto. Niente. Ne pulito, ne lavato. Niente.
Mi prese il telefono e se ne andò.
Fu così che scoprii l'arte del disegnare. Passai la giornata così. Trovai il modo di sfogarmi. Trovai il modo di esprimermi. E trascorsi così giornate intere.

Qualche settimana dopo, un sabato mattina precisamente, io e Lacey decidemmo di andare a correre insieme.
Ci svegliammo presto, quella mattina. Io mi legai i capelli in una coda e mi misi una canotta larga bianca con sotto un top nero, e dei leggins.
Quando ci incontrammo ci salutammo con un bacio sulla guancia, come al solito.
Aveva i capelli neri legati in una treccia a spina di pesce, e indossava leggins e canotta neri.
-andiamo?
-andiamo.
Dissi convinta.
Dopo qualche chilometro (sì, eravamo allenate), decisi di fermarmi per bere dell'acqua ad una fontanella. Così mi chi mai e iniziai a bere.
-non ci credo, mi ti ritrovo ovunque.
Alzai lo sguardo e vidi Nohel.
-ehi..
-sai è un bene che io ti abbia vista, ti volevo parlare.
Mi rimisi dritta e lo guardai negli occhi.
-ora non posso, sto con un'amica.
Il suo sguardo andò a Lacey, che con aria sdegnatasi guardava le unghie.
Lo vidi indugiare su di lei, e quando mi parlò di nuovo, lo fece con sguardo perso.
-oh, peccato. Senti fai venire pure lei, non mi importa, è urgente.
-Lacey!
La chiamai a gran voce e lei mi si avvicinò.
-ti presento Nohel Brooks.
Lei lo squadrò da capo a piedi, poi tese la mano.
-piacere, sono Lacey Roberts.
Lui le sorrise, e lei lo ignorò.
-senti Lacey, Nohel mi dovrebbe parlare di una cosa importante..
-ho capito, me ne vado.
Disse con il suo solito sorriso, sicuro di sè.
-nono rimani, non c'è problema.
Intervenne Nohel.
-no, davvero, non voglio essere il terzo incomodo, non saprei che fare, e poi devo continuare a correre se voglio dimagrire.
Alzai gli occhi al cielo.
-sei sicura?
Aggiunsi poi.
-si si, ciao!
Mi baciò sulla guancia, e riprese a correre.

-le hai spiegato che non deve dimagrire, vero?
Nohel mi guardava confuso.
-ci ho provato, ma quando Lacey si mette in testa una cosa.. beh c'è poco da fare.
Rise.
-un bel caratterino.
-già, di cosa dovevi parlarmi?
Raggiungemmo un bar e ci sedemmo.
-beh, ecco io.. ho intenzione di restare.
Ebbi un tuffo al cuore.
I miei sentimenti non erano precisi, solo che non mi importava se era innamorato di me, sarebbe continuato lo stesso ad essere il mio amico, il mio fratello maggiore. E non volevo perderlo.
-so cosa stai pensando, so che in realtà speravi che io partissi, ma ho deciso che non voglio perderti di nuovo. Così se vuoi essere mia amica, mi adeguerò.
Sospirò.
-io..Nohel non voglio essere semplicemente la tua amica. Tu sei sempre stato il mio fratello maggiore, la mia spalla, e non voglio essere solo amica. Voglio che i nostri rapporti tornino come prima.
-anch'io.
Lo abbracciai.
-grazie per essere così comprensivo.
-grazie a te per non esserti allontanata, e arrabbiata.
-hai già in mente un'altra ragazza?
Dissi cercando di cambiare argomento, e certa della risposta.
-tipo.. la tua amica è single?
Risi. Come sospettavo!
-si è single, ma spezzare il cuore e ti uccido con le mie mani.
-dopo questo avvertimento allora, non ci esco più.
-hai intenzione di chiederle di uscire?
Risi.
-che c'è? Ovvio che ne ho l'intenzione.
-non sopravviveresti.
-allora facciamo un'uscita a quattro.
Risi talmente forte che le persone dentro al bar si votarono verso di me a guardarmi.
-cos'è che non va, stavolta?
-niente niente.
-allora domani pomeriggio, alle 4. Dillo a Lacey.
-okay.
Mi alzai dalla sedia.
-devo andare, dai. A domani.
Gli diedi un bacio sulla guancia ed uscii dal bar.

il ragazzo che mi stravolse la vita.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora