-ricapitolando, cosa vorresti che io faccia?
-vorrei che tu uscissi con me, per un appuntamento a quattro. Io e Jackson, e tu e Nohel.
-Perchè?
-Perchè è un mio amico, ed è interessato a te.
-ma se era innamorato di te!
-senti non so cosa lui speri di fare così, ma dagli solo una possibilità! In fin dei conti è un bel ragazzo.
Lacey era tornata a casa qualche minuto dopo il nostro saluto, e non appena io finii di parlare con Nohel e tornai a casa, la chiamai per riferirle tutto. Lei era titubante, ma alla fine si convinse.
-non so.. quand'è?
-domani alle quattro, vieni a casa mia.
-okay, lo faccio solo per te.Riattaccai, mi feci una doccia veloce, mi cambiai e scesi di sotto per mangiare dei biscotti. Dopo qualche minuto sentii il campanello suonare, così andai ad aprire la porta.
Sulla soglia trovai quegli occhi blu di sempre, quegli occhi che mi facevano emozionare ogni volta.
Sorrisi:- ehi Jackson, che ci fai qui?
Lui mi guardò, con il suo solito sorriso, quello che, probabilmente, mi ha fatto innamorare.
-volevo portarti a fare un giro, e sono passato anche per chiederti se avete da fare venerdì prossimo.
Risposi incerta:-no, non credo debbano uscire.. perchè?
Lui mi guardò imbarazzato.
-i miei vorrebbero ringraziarvi per il pranzo, la settimana scorsa, e vorrebbero conoscerti..
Sembrava un po' nervoso, e teso, aggiunse:
-mi hanno chiesto di regalarti un vestito, come tradizione della mia famiglia, ma io non me ne intendo, perciò è meglio che lo scelga tu.
Okay, se possibile, diventai più rossa dei miei capelli.
I suoi genitori mi volevano conoscere. Ma volevano conoscere anche Katie e Grace, che di sicuro mi avrebbero messo in ridicolo. E in più volevano regalarmi un vestito. Cosa?! Dovevo restare calma, nonostante io sapessi già che, imbranata come sono, avrei fatto sfigurare mio padre e i suoi genitori non mi avrebbero visto di buon occhio.
-ch..che tradizione?
Jackson sorrise nervoso.
-mi vergogno a parlarne, ma i miei mi hanno detto che è necessario, e che inoltre porti buona fortuna, perciò...
Mio nonno, come il mio bisnonno o il mio bisbisbisbisbisnonno.. hanno regalato dei vestiti alle proprie fidanzate per i loro incontri con le famiglie.
È una tradizione antichissima, e come detto prima, è segno di rispetto e porta fortuna.
Forse feci una faccia una faccia buffa, perchè lui rise, alleviando la tensione.
-che c'è?
alzai un sopracciglio e lui mi sorrise un ultima volta.
-allora, sei pronta?
-ehm, si, aspetta un secondo.
Lo lasciai lì, sulla soglia, e corsi in camera per infilarmi delle scarpe, prendere il cappotto e afferrare la borsa.
Quando scesi di sotto, lo trovai appoggiato sullo stipite della porta, il telefono in mano.
-eccomi.Vagammo per vari negozi, negozi dove normalmente non avrei mai messo piede. Mi sentivo in soggezione, le commesse mi guardavano dall'alto in basso, sicure che non fossi il tipo di ragazza che indossava gonne e tacchi. Infatti.
Ho sempre odiato fare shopping. Tutto quel cacciarsi e mettersi i vestiti mo faceva salire il nervoso.
Non trovati nessun abito adatto, o per lo meno nessun vestito mi convinceva.
Jackson non era molto d'aiuto, per lui, ogni abito che indossavo, mi stava bene.
Era chiaro che ne capiva meno di me.
Quando provammo nell'ultima boutique, ero esasperata.
La commessa, chiaramente più simpatica delle precedenti, cercò di darmi il più aiuto possibile, e come ultima scelta, mi porse un vestito semplice, nero, in pizzo.
Il vestito aveva maniche e decoltè ricamate in pizzo, mentre dal seno, fino a metà coscia, ed ricoperto da un tessuto morbido, aderente fino alla vita, per poi ricadermi perfettamente sulle gambe.
La commessa mi ci abbinò dei tacchi neri, semplici e poco alti.
Quando uscii dal camerino, trovai un Jackson a occhi sgranati e a bocca aperta.
-ti sta benissimo.
Sorrisi, nervosa. Non mi sentivo a mio agio, ma se era per Jackson e la sua famiglia, lo avrei fatto.
Il vestito faceva risaltare il colore dei miei capelli, e io sembravo anche un po' più pallida.
Mi stava bene, lo ammetto.
Lo comprammo, e acquistammo anche le scarpe.
Si era fatto tardi, e io naturalmente ebbi fame.
Così ci fermammo in un fastfood e rimanemmo del tempo in più insieme.
-senti, c'è un piccolissimo problema, che riguarda domani.
Dissi pulindomi gli angoli della bocca.
-dimmi.
-hai presente Nohel? Alto, biondo, bello, ottimo sacco da pugile..no? Si, quello con cui hai fatto a cazzoti.
Lui mi guardò confuso:- si, e allora?
-oggi ci ho parlato, e mi ha detto che ha intenzione di rimanere. E anche che non vuole perdermi come amica. Quindi mi lascerà stare, ma è interessato a Lacey. E.. mi ha chiesto aiuto. Ed ecco che la nostra bella uscita a due, è diventata a quattro.. contento,no?!
Sorrisi, più innocentemente che potei.
Lui mi guardò per qualche istante, poi deglutì il cibo che aveva in bocca, e infine parlò.
-o..okay.
-solo okay?
-che dovrei dire? Sia quanto io ci tenga a te. Perciò non sopporto che lui ti stai vicino, dopo quel.. quel fatto. Ma siccome, appunto, tengo più a te che alla mia vita stessa, so che lui è importante per te, e non voglio essere quello che ti nega le amicizie. Perciò se vuoi uscirci, escisci.
Non mi aspettavo una relazione del genere. Mi aspettavo grida, parole, ma non calma.
Inspirai.
-grazie per aver capito.
Lui mi si avvicinò.
-mi sforzerò, per te. Vieni qua.
Mi spostai nella sedia accanto a lui e appoggiai a testa sulla sua spalla, mentre lui con il suo braccio mi circondò la schiena, stringendomi a sè.
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il ragazzo che mi stravolse la vita.
Romance-Credevo mi ammassi.. dissi a bassa voce, quasi sussurrando. continuai: - credevo fossi l'unica. abbassai lo sguardo, delusa. - Cristo, Arya, lo sei. Ascoltami. non ho mai provato sentimenti così forti per qualcuno, tranne che per te. Mi sentivo a...