capitolo 6

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Quando tornai a casa era pomeriggio inoltrato, e la prima cosa che feci, fu quella di controllare Sheeran. Il gatto era sul mio letto, e appena mi vide venne verso di me.
-ehi, cucciolo!
Mi chi mai e lo accarezzai. Lo grattai sotto al suo dolce musetto, posto dove gli piaceva tanto.
Quando mi rialzai, avevo male alle ginocchia, ma andai lo stesso in bagno, per farmi una doccia calda.
Aspettavo un messaggio da parte di Jackson, e quello non tardò. Sorrisi, difronte allo schermo e trascorsi tutta la serata a messaggiargli.
Quella sera mio padre non tornò a casa per questioni di lavoro e così andai a dormire presto, per tanto il sonno, e quasi non mi accorsi quando, verso le dieci e mezza, Katie entrò e prese il mio telefono.
Rimasi immobile, facendo finta di dormire.
- "hey, Arya"
'Hey, Jackson'
"Mi manchi"
" aww".
Katie lesse a voce alta i nostri messaggi facendoci il verso.
Si sedette sul mio letto.
-ah, siete ridicoli.
Spiegami una cosa, Jackson è quel ragazo bello che è passato a casa nostra l'altro giorno?
Rimasi sommersa sotto le coperte, cercando di non dargli corda ma lei sembrava non voler cedere.
-mm.. scorriamo i messaggi..
Vediamo, vediamo, che abbiamo qui?
Ride e fece un ghigno malefico.
-da quanto in qua, le sfigate come te hanno un ragazzo?
Fu troppo. Con un gesto fulmineo le salati addosso e mi misi a cavalcioni sul suo ventre. La immobilizzai e presi il telefono. Lei urlò, chiamando sua madre, ma l'ira mi accecava.
- non ti azzardare a toccare più il mio telefono.
Dissi stringendo i denti.
Lei guardò alle mie spalle, e infine mi guardò con aria di sfida.
-altrimenti?
-altrimenti parlo con papà e ti faccio vedere.
-altrimenti cosa fai, Arya?
Sentii una voce gelida, che proveniva dalle mie.
Mi levai dal ventre di Katie e mi rimasi a letto.
Grace mi guardava malefica.
-altrimenti cosa, Arya! Non hai ancora capito che qui ormai comando io. Rivolgi tuo padre contro Katie e te la faccio pagare cara. Capito?
Il nervoso mi impedì di rimanere lucida, così evitati di incrociare il suo sguardo.
Ma lei sembrava non voler desistere.
Si avvicinò, mi afferrò delle ciocche sulla nuca, e iniziò a tirare. Il dolore era forte. Lei tirò finchè non voltai la faccia verso di lei.
-guardami mentre parlo.
Katie rideva sotto i baffi e io la odiavo sempre di più.
Quando lasciò la presa mi massaggiai la nuca dolorante.
-impara ad obbedire e non ti succederà nulla. Ah,e domani salti l'allenamento di danza. Devi pulire tutta la casa e stirare i panni.
Mi sorrise e lasciò la stanza.
Katie rimase ancora un po' è curiosò in giro. Poi mi si rivolse:
-vediamo se hai capito.
Si avvicinò e mi tiro uno schiaffo. Sentii tutta la mia mascella muoversi. La mia rabbia cresceva, volevo ribellarmi ma sapevo cos'altro mi sarebbe capitato se l'avessi fatto.
La guardai con tutto il mio odio e strinsi i denti difronte al suo viso compiaciuto.
-si hai capito. Buonanotte!
Uscì trotterellando dalla stanza, sbattendosi la porta alle spalle. Aspettai che si fosse allontanata, per poi scoppiare a piangere. Non riuscivo ad andare avanti in quella casa, ma dovevo, poichè non ero ancora maggiorenne. Piansi tutte le mie lacrime, tirai furiosi pugni a cuscini, finchè la rabbia e l'odio non lasciarono il loro posto al sonno e alla stanchezza che presero il sopravvento.

il ragazzo che mi stravolse la vita.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora