capitolo 4

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Dopo che Jackson se ne fu andato non mi restò altro che  trovare un qualsiasi modo per calmarmi. Non feci in tempo.
-Oh chi era quel bel ragazzo appena uscito di casa, Arya? Me lo fai conoscere, vero?
Katie. Sorrise ed entrò in casa. La guardai storto e le diedi le spalle.
-A meno che non fosse il tuo ragazzo, non vedo il motivo perchè tu non voglia presentarmelo.
Mi limitai ad ignorarla.
-Ma sai, non credo che uno come lui, possa solo minimamente interessarsi a te.
Sorrise beffarda e io me ne andai in camera, lei mi seguì, così le sbattei la porta in faccia.
Il giorno dopo a scuola raccontai tutto a Lacey che mi sorrise maliziosamente.
-hai già qualche idea?
-non lo so.. Non credo. Cioè boh forse.. probabilmente qualche panino o un pezzo di pizza al bar della scuola.
- Arya!  Ti chiede un appuntamento e tu che fai? Lo inviti al bar della scuola?
-zitta. Decido io.
Risi. Poi lei proseguì:
-cambiando argomento..
Miles Spocky mi ha chiesto di uscire.
-mmm.. fantastico no?
Ero totalmente distratta ma questo non vuol dire che non la ascoltavo. Con una parte del cervello ero concentrata in un futuro ipotetico con Jackson, dall'altra ascoltavo Lacey.
-no che non è fantastico. Lui non mi piace più. Ora che sono diventata popolare vuole provarci con me. È ora che si fottesse quel bastardo.
Ma mi ascolti?
-eh? Si si ti ascolto. Dagli una possibilità.
-ma se lui cinque anni fa non me l'ha data!
-okay okay, fai come vuoi.
Ci dirigemmo verso gli armadietti.
-che lezione hai ora?
-economia, tu?
-chimica.
Sospirai. Odiavo economia.
-che fortuna. Io non so perchè ho scelto questo corso. È noioso.
Lei mi guardò.
-non si direbbe, visto che hai tutti voti alti.
Sorrise.
-uh guarda chi arriva.
Lacey chiuse l'armadietto e ci si poggiò sopra.
Mi voltai e vidi l'intera squadra di football passare nel corridoio. Jackson era in testa. Poi la squadra si fermò ma Jackson continuò a camminare, verso di me.
Lo fissai impassibile.
Lui appoggiò una mano sull'armadietto e si protese verso di me. Inutile dire che ci stavano fissando tutti
-allora, hai deciso?
-non ancora.
Lui si avvicinò ancora di più a me, ma io misi le mani sul suo petto e lo spinosi via. Raccolti lo zaino da terra e mi dicessi verso l'aula.
Le ore passavano lentamente ma mentre il professore spiegava mi sentii chiamare.
Mi voltai e vidi Spencer Lee, una ragazza dai capelli corvini, indicarmi un pezzo di carta a terra. Lo raccolsi e lo lessi.
Ma quindi tu e Jackson state insieme?
Sbiancato e le chiedi che glielo avesse detto. Lei rispose: me lo ha detto Bianca che glielo ha detto il ragazzo che fa parte della squadra di football. Tecnicamente lo sa tuta la scuola. E tecnicamente credono sia stato Jacksona spargere la voce.
Appallottai il bigliettino e aspettai con ansia la fine dell'ora. La campanella suono e io raggiunsi il campo da football, dove si stava allenando, per affrontarlo.
Quando lo trovai gli urlai contro:- come ti  sei permesso a dire che stiamo insieme?
-cosa? Nonono.  Non sono stato io.
-e ora ti aspetti che ti creda? Sei il solito sbruffone.
-giuro! Non sono stato io.
- e allora trova un modo per mettere a tacere queste voci.
Lui mi guardò divertito e poi aggiunse:- ehi però sei arrossita. Non è che in realtà desideri veramente essere la mia ragazza?
-ma finiscila, cretino.
Appena gli diedi le spalle per amdarmene, però, non potei nascondere un sorriso. Lo mantenne per tutto il tragitto dal campo all'aula d'arte. Presa dai pensieri andai a sbattere contro Lacey.
-Arya! Ehi ehi, cos'è quel sorriso?
-niente niente. Approposito, hai sentito le nuove voci secondo la quale io e Jackson staremmo insieme?
-si mi ha chiesto conferma, Clarisse.
-chi pensi sia stato?
-non ne ho idea.
Entrambi in aula e salutammo la professoressa
-beh, Stevenson e Roberts vorrei proporvi un progetto.
Ci avvicinammo alla cattedra.
-Mi è arrivato un volantino che parla di un concorso di disegno: due partecipanti. Ho pensato a voi, perchè siete le migliori. Vi va di partecipare?
Annuimmo volenterosa e dopo aver accordato alcuni dettagli con la professoressa tornammo al nostro posto.

Quando tornai a casa ero talmente distrutta che quasi non notai mio padre seduto sul divano con una palla di pelo rossa in grembo.
-ehi, non dovresti essere a lavoro? Ma cos..?
Mio padre si alzò e mi mostro la bestiolina.
-ti piace? È un gattino randagio. Lo vuoi? È tuo. So quanto tu adori i gatti.
Presi il cucciolo braccio.
Era dolcissimo!
-Grace lo sa?
-per ora no, ma ci parlerò io. Tu prenditene cura. Dagli un nome e soprattutto da mangiare.
-grazie papà!
Corsi in camera e possi Sheeran sul letto. Sheeran, sì.
Decisi di chiamarlo così perchè il suo pelo rossiccio e i suoi occhi azzurri me lo ricordavano un po', Ed Sheeran. E poi lui era il mio cantante preferito. Mi stesi a canto al gatto e inziai ad accarezzarlo. Ci addormentarmi tutti e due.

il ragazzo che mi stravolse la vita.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora