❥ My slut

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  "Certe cose non le superi.
Al limite trovi delle distrazioni." 

-Soph! Non dire certe stronzate.- ridacchiai come una scolaretta. Mi portai una mano alla bocca per non esagerare la mia risata mentre i miei occhi erano puntati sulla bruna tinta davanti a me. Lei teneva il suo caffè in una mano nascondendo il viso nella sua sciarpa viola.

-Ti giuro! Luke voleva sapere se il telefono di Ashton poteva galleggiare così l'ha messo nella sua zuppa. Non immagini che faccia ha avuto Ash nel vedere il suo nuovo iphone nel proprio piatto.- si morse un labbro carnoso ricoperto di lucidalabbra.

Mi asciugai con l'indice una lacrima uscita dal reprimere la mia risata.

"-Mi piacciono un sacco i tuoi capelli! Forse dovresti tingerteli di un colore più vivace.- mi aveva conquistato con quella frase. Mai nessuno si era interessato così tanto ai miei capelli, o a me.

-Rosso assomiglieresti a Gerard Way dei My Chemical Romance.- ridacchiò la ragazza bionda rifatta mentre mi aveva preso sotto braccetto, senza il mio consenso. Il centro commerciale era troppo affollato. Perché le avevo detto di si?
-Questo è un insulto a Gerard.- alzai gli occhi al cielo divertito. Non era così male infondo.

Mi regalò un sorriso scuotendo la testa mentre mi trascinava goffamente in un negozio di intimo e lingerie."

Sophie mi aveva chiesto di accompagnarla al bar del college, siccome era appena arrivata.

Non ve l'ho detto? Ho iniziato il college, Havard. Il campus è un qualcosa di enorme. Qui ci sono state persone che sono passate alla storia, dove hanno passato l'adolescenza in questo imponente edificio.

L'accoglienza non era stata il massimo: un sacco di figli di papà e ragazze ambiziose mi guardavano dall'alto verso il basso con disgusto. Alcuni mi avevano detto esplicitamente che sono strano, sarà forse per i miei capelli o.. Non so. Sapevo solo che in quel posto mi sentivo così fuori posto. Tutti con abiti firmati che portavano l'ambizione dietro di se come se fosse una croce. Io a differenza loro non ero nessuno.

Barack Obama, Mark Zuckerberg, John Kennedy, Matt Damon, Natalie Portman, Theodore Roosevelt e mille altri. Anche loro non erano nessuno, eppure oggi sono persone importanti.

Sophie richiamò la mia attenzione schiarendosi la voce. Era l'unica persona che conoscevo all'interno del campus.

-Tutto bene, Mich?- mormorò adorabilmente portandosi le bretelle della borsa su una spalla.
Sorrisi gentilmente alzandomi dalla sedia del bar, seguito dalla mia amica che mi affiancò nell'uscire dal locale.

Le mie converse nere calpestarono l'erba di un verde acceso. Continuai a camminare osservando la fontana in mezzo a quella piazza. Foglie di alberi galleggiavano secche sul pelo dell'acqua limpido. Quanto mi era mancato poter indossare le felpe, le maglie a maniche lunghe e stare al caldo sotto le coperte.

-Sono davvero incazzata con Luke. Ha deciso di non venire più al college. Razza di cretino.- borbottò la ragazza poco più alta di me con voce dura e piena di odio. Confuso la guardai. E se avessero litigato? Un briciolo di speranza nacque dentro di me.

-Alla festa dello scorso mese ho baciato accidentalmente Ashton. Ero ubriaca e, sai..- tossì leggermente imbarazzata mentre si stringeva nella sua giacca leggera di pelle. Annuii lievemente per farle capire che aveva la mia attenzione. Pensai a quel giorno.

La festa.

La macchina di Ashton.

Il Luna Park.

Luke.

Il suo profumo.

Le sue labbra.

Daddy.

11.11 || Muke {COMPLETA}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora