1 - Contrattempi

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Premessa

Consiglio da lettore a lettore

Mi auguro, Caro Lettore giunto qui chissà come, districandoti in questa giungla di testi, cui è la fantastica app wattpad, che tu abbia voglia di esplorare la scrittura di questo nuovo, sconosciuto autore, da aggiungere alla lista del tuo following. Se posso dare un consiglio, io che ho letto entrambi, è il caso di iniziare da "La logica dei contrattempi". Ma, attenzione, non ti lasciare condizionare dai primi due capitoli. Non sono la storia, sono solo un modo inusuale di introdurla. L'inizio di 105..., è la fine, ancora da scrivere, di questo libro. Buona lettura e, se ti piace, dillo in giro...

στο καλός

Christos Giannacopoulos


1 - Contrattempi


Mi ritrovai nel 1608, una calda sera di fine Maggio. Ero in un palazzotto veneziano e mi accingevo, come avevo appena desiderato, ad amare la più bella donna che l'avesse mai fatto in quel luogo.

La prima cosa che mi colpì, e mi disgustò al tempo stesso, fu l'odore nauseabondo che pervadeva quell'ambiente. Il fetore giungeva da ogni dove, soprattutto dalla finestra del bagno. Dava su di un piccolo canale, dove l'acqua stantia doveva pullulare di escrementi accumulatisi nel corso degli anni. Ora, con la bassa marea, sfoderavano ciò che meglio sapevano fare. Io mi trovavo nella stanza attigua, seminudo, di fronte ad una splendida donna di una ventina d'anni.

Anche il corpo di lei, a cui pronto mi accostai per cercare un po' di sollievo, pur essendo fresco ed intinto da un'inebriante miscela di spezie, emanava un "ricco" fetore dai punti piú caldi.  

Un altro puzzo di carne in putrefazione arrivava da lì vicino. Mi guardai intorno per individuarne la fonte. I miei occhi mi si fermarono su di un cosciotto di un qualche animale, forse di un agnello. Giaceva appoggiato su di un vassoio circolare, protetto da un velo anti mosche. Lei era rimasta stupita per l'espressione che si era ritrovata a guardare sul viso del suo amato fin dall'istante in cui ero comparso, sostituendolo a sua insaputa. Ora mi guardava mentre fissavo, disgustato, la mia scoperta. Fissandomi perplessa mi chiese: 

- Non mi sembri contento, della sorpresa che ti ho preparato?

La guardai perplesso. Molto più di prima. Finora solo qualche gemito si era sentito tra di noi. Adesso, per la prima volta da quando ero lí, mi aveva parlato. E lo aveva fatto in un idioma che, alle mie orecchie, risultò come una mescolanza di lingue e dialetti. Concentrandomi, riuscivo a decifrarlo per grosse linee. Poi mi rilassai e, d'istinto, mi fu chiara la domanda. Altrettanto naturalmente mi riuscì di risponderle e, per giunta, lo feci nella sua stessa lingua. Con un'altra  voce, peró. E questa, risultò a me stessa, anche più suadente della mia.

- Non ho fame se non di te! 

- Questo lo so. Ma so anche che ti piace di più, se prima mi strofini quella alla mona!

- Credimi, oggi non ce n'è proprio bisogno. Replicai. Nel mio desiderio, pensai, non avevo assolutamente considerato "contrattempi" del genere. Si affacciò nella mia mente la latente paura delle malattie veneree. Mi chiesi se fosse il caso di proseguire. Mi confortò pensare che, se potevo parlare con la voce di un altro, e per di più nella sua lingua a me sconosciuta, sarei senz'altro riuscito ad evitare una malattia da contatto. D'altronde, io ci mettevo solo la mente.

Entrai in quel ruolo che, comunque, ero stato io stesso a desiderare e l'odore smise di disgustarmi. Diedi sfogo a tutte le voglie e le fantasie del momento. Lei continuava a guardarmi con un'espressione a metà tra lo sconvolto ed il sorpreso. Pronunciava parole che alimentavano ancora di più la mia libidine. Seguitammo ad amarci fin quando, sfiniti, ci addormentammo profondamente.

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