19 - La terrazza sul mare

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La prima visita fatta nella nuova ed immensa proprietà di Fry, aveva avuto più le caratteristiche di un'esplorazione che di un sopralluogo. La avevamo sorvolata piú volte in elicottero, prima di atterrare su uno dei rari tratti privi di vegetazione. Era stato durante quel volo, che avevo scoperto quell'anfratto, all'epoca completamente inaccessibile via terra. Una meravigliosa, piccola baia sottovento. Trenta metri di spiaggia, delimitata da due sporgenze naturali di roccia levigata dall'erosione che, si allungavano, perfettamente lineari e paralleli, per una sessantina di metri, nelle turchesi acque del Mar dei Caraibi. Una luminosissima sabbia bianca, costituiva la spiaggia ed il basso fondale che si estendeva per tutta la baia. Il suo candore esaltava le sfumature di turchese dell'acqua, man mano che si discostava dalla riva.

Per la sensazione e la curiosità che mi aveva suscitato, quello stesso giorno avevo  ordinato un primo intervento, mandando una squadra di sei uomini armati di macete, per farvi un po' di pulizia e renderla accessibile via terra. Erano tutti componenti dell'unica e piccola comunità, una cinquantina di persone in tutto, esistente sull'intera proprietà appena acquistata dal mio più grosso cliente. La distanza fisica, dal luogo concordato per la maggior parte dell'edificazione prevista, aveva fatto desistere Friday dall'erigere lí la main house.

Acconsentì, però, di dare sfogo al mio estro. Bastó un schizzo fatto con del gesso su di una lastra di pietra, durante quel primo giorno di visita, che si convinse a farmi realizzare quella specialissima dimora. L'opera # 200.

Nell'idea schizzata sul momento, prevedevo una struttura costituita da due archi in legno lamellare. I due estremi di ogni arco, poggiavano su ognuno dei due bracci rocciosi. Essi, partendo dai lati della baia, si estendevano in mare dando luogo ad una sorta di magnifica piscina naturale. Entrando poi nel dettaglio di progettazione e, successivamente, realizzandola, l'interasse tra gli appoggi, sui versanti contrapposti della baia, risultò quarantacinque metri. La distanza tra i due archi, alla base, ne misurava venti. Essi, convergevano lievemente verso la sommità, a quota quindici metri, avvicinandosi di cinque metri rispetto alla base. Una serie di contrafforti in legno, di catene e tiranti in acciaio, completava la struttura conferendole il giusto compromesso tra statica ed elasticità. Un'ampia piattaforma in tavole di Teak locale, sospesa a qualche metro dal pelo dell'acqua, inglobava la struttura estendendosi per una superficie di trentacinque metri per trenta. Una stupenda base per adagiarvi la residenza, in legno della stessa essenza e vetro. Duecento metriquadri di superficie posta su di essa in posizione centrale e con una vasta superficie terrazzata tutt'intorno. Sulla sommità della costruzione, la copertura piana si estendeva a mo' di parasole per la terrazza sul mare. Lì sopra, in posizione decentrata rispetto alla sottostante costruzione, avevo fatto realizzare la stanza da letto padronale. Cinquanta metri quadri, compreso il bagno, con la scala d'accesso posizionata nella parte di living, nel cui pavimento avevo predisposto un grande inserto trasparente. Dodici lastre di vetro, modulo quadrato di tre metri di lato con adeguato spessore, affiancate in file da tre per quattro. Stavano appoggiate, in luogo del tavolato, sulla travatura in legno lamellare. La sua superficie, era distribuita per i due terzi dentro la casa ed il resto all'esterno, sotto il portico antistante. Altre finestre sull'acqua, da una, due o tre moduli, erano distribuite tra interno ed esterno, per regalare piacevolissime sensazioni ai fortunati fruitori. Anche, e soprattutto, di notte. Quando una azzeccata illuminazione, offre scenari molto suggestivi. Quindici metri separano la spiaggia dalla proiezione della piattaforma. Due scalette, in legno ed acciaio, collegavano quest'ultima rispettivamente con il braccio destro della baia e con la superficie dell'acqua.

Per questa emozionante residenza, avevo previsto una dedicata linea di arredo, sia per l'interno che per l'esterno. Con una varietá di quattro tipologie di acquascivolo e tre trampolini posti a diverse altezze, avevo completato quella lodevole opera, progettata ed eseguita, all'ottanta percento, in loco e con materiali autoctoni. 

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 25, 2018 ⏰

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