Capitolo 5

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Mi sto preparando per andare a vedere Nash. Sono agitatissima e non so neanche il motivo. Quel figone mi fa uno strano effetto. Si, decisamente.
Mi trucco per bene e mi metto un paio di jeans lunghi a vita alta e una maglietta nera che lascia scoperta la pancia. Mi lego i capelli in uno chignon e sono pronta.
Lungo la strada mi metto a fumare una sigaretta per scacciare l'ansia che non so perché abbia. Arrivo davanti alla palestra e mi guardo intorno. Fantastico, ci sono tantissimi ragazzi ma non c'è lui. Che palle.
Ma proprio in quel secondo qualcuno mi prende i fianchi da dietro e dallo spavento per poco non mi ingozzo col fumo. Mi giro di scatto e vedo il bellissimo viso di Nash.
Mi volto e lo saluto imbarazzata.
Lui non ci fa caso, mi ruba la sigaretta e fa un tiro.
La riprendo e la butto a terra. Tanto ormai era finita e dobbiamo entrare. Mi tiene la mano su un fianco e entriamo. Non voglio sapere nè il colore di cui sono in questo momento, nè il motivo per cui lo sta facendo.
《So che ti piacerebbe stare attaccata a me per tutto il pomeriggio, ma devo andare a cambiarmi. Guardami mentre gioco.》dice sorridendomi e allontanandosi.
Ma quanto è dolce?
No, sto sognando troppo.
Mi siedo sugli spalti e aspetto l'entrata della squadra. C'è tantissima gente: dev' essere una partita importante.
Ed ecco che entrano in campo i giocatori. Vedo Nash, col numero 23.
Lui vede me e mi rivolge un saluto.
Sorrido e ripenso alla sua mano sul mio fianco. Quanto la rivorrei.
Ma che stai dicendo, Ally?
Povera me, cosa mi fa quel ragazzo.

Alla fine della partita, la squadra di Nash ha vinto e lui ha fatto un sacco di canestri. Non so quanti, non li ho contati...ero troppo concentrata sul suo ciuffo.
Appena lo vedo uscire dagli spogliatoi, vado verso di lui.
《Complimenti, hai giocato bene.》gli dico accennando un sorriso imbarazzato.
《Grazie.》dice mettendomi il braccio intorno alla schiena e procedendo insieme a me verso l'uscita. 《E grazie anche per essere venuta.》aggiunge.
《Figurati.》rispondo.
《Sta notte dormo a casa tua. Puoi fare un salto nel mio letto se vuoi.》dice ridendo.
Rimango un po' offesa da quella frase e lui se ne accorge.
《Scusa, stavo scherzando. Non volevo che ti offendessi.》spiega triste cercando di farmi guardare i suoi occhi.
Ridacchio per la sua reazione disperata e gli cingo il braccio incorno al collo per poi dargli un bacio sulla guancia.
So che non avrei dovuto farlo, ma per me è normale baciare gli amici sulla guancia. Ma poi mi ricordo che lui ci sta provando con me e mi pento subito.
Anche lui rimane un po' stupito da quella reazione ma sembra compiaciuto.
Ha i capelli un po' bagnati dopo aver fatto la doccia in palestra ed è bellissimo.
Arriviamo al parcheggio e mi ricordo che lui ha la moto. Non voglio andarci con lui, è una cosa che odio, andare in motorino con qualcuno che non sia Victoria.
《Non sali?》mi chiede.
《Preferisco andare a piedi.》rispondo.
《Su, sto attento a non farti cadere.》ridacchia.《Fai prima in moto.》
Cedo alla sua richiesta e salgo.
Mi attacco bene a lui e partiamo.
Sono davvero imbarazzata a stargli così appiccicata ma tanto lui non può vederlo, abbiamo entrambi il casco.

《Arrivati.》annuncia e scende dalla moto.
Gli restituisco il casco e entriamo in casa. Per fortuna non c'è nessuno.
《Vado in camera.》esclamo e senza che lui mi dia risposta salto al piano superiore. Mi fa un po' pena li da solo, dopotutto non è neanche casa sua, ma devo assolutamente andare in bagno.
Mi dirigo verso la porta e entro. C'è molto più disordine rispetto alla mattina...ho fatto così tanto disordine senza neanche accorgermene.
Dopo aver fatto tutto, esco e vado in cucina a vedere se si è avanzata un po' della torta del giorno prima.
Lì trovo Rosie, sta pulendo i piatti.
《Ciao.》saluto.
Lei mi guarda male e torna a fare il suo mestiere. All'ultimo armadietto trovo il dolce e ne taglio una fetta.
《Mango di nascosto?》mi chiede una voce maschile dietro di me.
Mi giro di scatto e vedo Nash.
Bello come sempre, si è cambiato i pantaloni e si è tolto la maglietta. Risultato? Un Nash a petto nudo.
《Non lo stavo facendo di nascosto.》ribatto.
《Come vuoi tu. Ti posso chiedere una cosa?》domanda.
《Ehm, si.》rispondo facendo segno di andare in salotto, dato che Rosie stava ascoltando la loro conversazione.
Andiamo nell' altra stanza e chiede《Perché ti sei trasferita qui? Jex non mi l'ha spiegato bene.》
《A mia madre non è mai fregato un cazzo di me. Ho sempre voluto venire a vivere qui e non appena compiuti 18 anni sono partita. Odio quel posto e tutto quello che lo riguarda tranne la mia migliore amica.》spiego.
Lui annuisce pensieroso.
Poi apre le braccia e mi invita in un abbraccio. Non posso rifiutare, dopotutto è solo un abbraccio.
Mi stringe a sè e posso sentire la sua pelle calda sulla mia guancia. Vorrei rimanere in questa posizione per sempre, ma lui si stacca troppo presto.
《E tu perché ti fermi sta notte?》domando curiosa.
《Circa sei mesi fa mia madre è morta. Ieri mio padre si è portato a casa una donna dicendo di frequentarsi da quasi quattro mesi. È uno stronzo e voglio passare meno tempo possibile con lui. Un po' come te, Ally.》racconta.
Mi dispiace tanto per lui.
Mio padre si sta per risposare, ma la situazione qui è diversa. Delia è la donna ideale, rispetto a mia madre.
《Mi dispiace.》dico rimanendo chiusa nel suo abbraccio.
Ed è in quel momento che realizzo che io e lui ci conosciamo da meno di dodici ore. Forse sta andando tutto troppo velocemente, non avevo mai abbracciato un ragazzo che conosco da così poco.
In quell' istante suonano in campanello. Mi alzo di scatto e vedo Rosie che si incammina verso la porta e poi il cancello.
Io e Nash andiamo ognuno in camera nostra velocemente.

Sto andando all' allenamento a piedi, oggi.
Fa freddo e c'è nuvolo. Non sento nessun bisogno di preoccuparmi, sono felice di poter andare in palestra senza salire in auto con mia madre.
《Guardate chi c'è là.》sento urlare proprio mentre passo di fronte al campo da calcio.
Cinque ragazzi mi si avvicinano e io procedo più velocemente.
Uno mi fa uno sgambetto e mi strattona su da terra afferrandomi per il colletto della felpa. So chi é. È uno dei bulli della scuola, di cui sono stata innamorata per molto tempo, finché non ha cominciato a minacciarmi.
Lasciala andare, è un cesso.》urla uno.
, esatto.》dice un altro.
Lui mi molla e fa un sorrisetto maligno.

Mi sveglio.
Un altro fottuto incubo.
Quei bulli di merda mi hanno rovinato l'adolescenza.
E comunque, tanto per precisare, non sono mai stata una cessa. Ero fidanzata e avevo fiducia in me, anche se quelli cercavano di togliermela.

Changed-Nash GrierDove le storie prendono vita. Scoprilo ora