12.

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EXTERN POV
Harry era uscito di casa da un po', il tempo era piacevolmente ventoso ma lui si ritrovava ad avere paura, stava ascoltando la musica con il volume al massimo e le cuffie te infilate nelle orecchie, cercava di metabolizzare ciò che era successo con Louis.
Il giorno volgeva al termine ma lui non voleva tornare a casa, mise le mani in tasca, ma a contatto con la sua mano non trovò la fodera della giacca, bensì un pezzo di carta, allora egli lo estrasse con delicatezza quasi disumana e sospirò, una lettera, LA LETTERA.
(N/a e non quella di Hogwarts)
La aprì sapendo di trovare le, ormai conosciute a memoria, parole in grafia pendente rigorosamente a sinistra, leggermente schiacciate e ben poco tondeggianti.

Caro Harry, Amore...
Lo so che non sono stato presente al tuo compleanno e per quanto mi dispiaccia era per una buona causa: il lavoro occupa gran parte delle mie giornate e non ho molto tempo per occuparmi di te.
Ho chiesto a Simon di scriverti questa lettera da parte mia ma sappi che è scritta con tutto il cuore di un padre che purtroppo deve lavorare.
Comunque, so che hai una ragazza, meglio così...era ora che lasciassi perdere i ragazzi, non volevo che ti abituassi e per fortuna tutto ciò non è successo, a quanto pare lo psicologo ha fatto bene il suo lavoro.
Chiederò a Simon di inviarti un regalo di compleanno.
Auguri da Papà.

In preda ad uno scatto di rabbia, Harry spezzò la lettera in dieci, cento, duecento pezzi e li buttò nel bidone li di fianco a lui, le lacrime minacciavano i suoi occhi.
"Sai papà, dovresti sapere una cosa. Io sono gay cazzo. Sono frocio, sono un fottuto frocio, si merda-continuò ridendo istericamente- sono frocio" La risata malsana presto si trasformò in un pianto isterico e il ragazzo si sedette sulla panchina, e poi ci si sdraiò sopra.
***
Quando Louis, preoccupato, uscì di casa, erano già le sei e mezza.
Non ci mise molto a trovare Harry, proprio di fronte a casa...si avvicinò cautamente facendo scricchiolare le foglie d'autunno depositate ai lati della strada e occasionalmente proprio sotto le scarpe di Louis, il quale si maledì mentalmente.
Una volta arrivato di fronte alla panchina dove Harry era sdraiato, si accorse che era sveglio e stava piangendo mantenendo lo sguardo fisso davanti a lui, se,brava non lo avesse nemmeno visto, il liscio decise di proferire parola, allora...
"Harry...Harry...Haz...?" Chiamò diverse volte, ma l'ospite guardò di Harry era fisso in un punto buio, lontano, vuoto come il suo sguardo.
Louis prese il viso di Harry fra le mani dolcemente e allora Harry lo fissò per la prima volta e scoppio a singhiozzare sulla sua spalla; l'altro , non sapendo che fare, gli accarezzò i capelli dolcemente e lasciò un dolce bacio sulla spalla del ragazzo...il quale si alzò lentamente e senza dire nulla si diresse verso casa.
***
Quella notte i due ragazzi dormirono assieme e Louis tenne il riccio fra le braccia, cullandolo dolcemente, e sussurrandogli che tutto sarebbe passato, che la mattina dopo lui sarebbe stato lì con lui, che lo avrebbe abbracciato, che non lo avrebbe lasciato mai.
Harry fece l'errore di credergli
***

L'indomani quando il riccio si svegliò Louis non c'era.
Angolino
Questo capitolo è poco più lungo del solito perché mi annoio e allora scrivo i miei sentimenti su questa cosa che i comuni mortali chiamano iPad ma che io chiamo CONGEGNOMALEFICOCONRITARDITOUCH
ma okay.
Capitolo dedicato a Giadaa.

Must. ♡ Larry #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora