11 Settembre

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New York, 11 Settembre 2001
8:40 am

《Dunque, ripetimi il nome di tua moglie...》scherzò Quentin picchiettando l'indice sul volante dell'auto.
《Quante volte devo ripeterlo? Concetta!》disse al limite della pazienza Larry.
《Mah, continuo a non capirlo.》
《È italiana dannazione! Ci credo che il nome non ti entra nella zucca vuota che ti ritrovi!》rise fragorosamente l'americano.
《Va bene. Cosa si mangia di buono da te?》chiese il compagno rallentando l'auto di fronte ad un semaforo rosso.
《Pizza. Ma hai acceso il riscaldamento?》
《Ancora con questa storia? Voi del Montana soffrite così tanto il caldo? Comunque no.》rispose alla fine il commilitone iniziando a cambiare stazione radio.

Larry, che ancora non si poteva chiamare Boss, abbassò un poco il finestrino. Dopo essere rimasto qualche mese di stanza in una base nel Pacifico, era finalmente tornato dalla sua famiglia, a New York. Per l'occasione aveva invitato anche Quentin, suo commilitone che aveva conosciuto in Iraq.

Mentre alla radio Alicia Keys cantava "Fallin'" qualcosa fece alzare lo sguardo a Larry. Non fu il solo a volgere lo sguardo al cielo. Altri passanti, accalcati sul marciapiede arrestarono la loro marcia osservando il cielo terso di quel giorno di un autunno ancora giovane. Il rumore era strano ma ormai famigliare per il soldato. Un aereo, ma non un caccia come ormai era abituato ad udire, un aereo sicuramente più grande, possente e meno veloce. Il rombo si fece sempre più forte, un crescendo di potenza dei motori. Proprio quando stava per riinfilare la testa dentro l'auto lo vide.
Un aereo da linea, basso, troppo basso li stava sorvolando.
《Che diavolo?》domandò sonoramente a se stesso Larry.
Quentin lo colpì un paio di volte sul fianco, costringendolo a tornare dentro l'abitacolo.
《Guardavi gli uccelli amico?》ridacchiò il guidatore.
《Curva a sinistra.》
《Ma casa tua non è dritto lungo questa strada?》
《Sbrigati, sta succedendo qualcosa.》
La fila di veicoli tornò a muoversi, i due voltarono l'angolo un secondo prima della tragedia.
I finestrini chiusi tremarono, l'auto si scosse un istante e alcune auto frenano di colpo.
《Ma che fa questo idiota?》gridò furibondo il conducente che aveva appena frenato seguendo l'esempio dell'auto che lo precedeva.
Larry non diede peso al compagno, ma aprì la portiera ed uscì in strada. Stava ammirando, stupefatto o inorridito, quel tragico spettacolo.
Una nube di polvere calò verso la strada mentre il fuoco divampava lungo il fianco della torre. Rimase senza parole, non riuscì a far altro che battere un paio di pugni sul tettuccio della macchina, suscitando una serie di domande isteriche da parte di Quentin.
La radio bloccò la canzone ancora prima che questa finisse.
Il conduttore balbettava, non sapeva cosa dire, la voce era incrinata, come se fosse disturbata da qualcosa che ne graffiava la gola.
Le interrogazioni furenti di Quentin si bloccarono. Quando anche lui aprì la portiera ed uscì poggiando i piedi sull'asfalto, l'unica reazione che ebbe fu affindare le mani fra i capelli come i denti di un pettine.
《Non può essere! Come è successo?》gridò incredulo il compagno indicando il mastodontico palazzo ferito al cuore da un velivolo inatteso. Rimontarono entrambi in auto. L'amico di Larry invase la corsia affianco dirigendosi nella direzione delle Torri. Dopo pochi minuti la situazione non cambiò. Il traffico era completamente bloccato, delle auto del NYPD gli impedivano di avvicinarsi alla zona di pericolo mentre una notevole quantità di autopompe, ambulanze, volanti dei corpi di polizia affluivano verso il simbolo di New York.

Si arresero, non sarebbero riusciti ad avvicinarsi oltre, neppur essendo militari avrebbero mai potuto far qualcosa. Parcheggiarono l'auto di fronte a un piccolo bar francese. Di fronte a questo vi era un gruppetto di persone, forse i clienti del locale, che ammiravano stupefatti la scena.
Quentin accese la radio e cambiò più volte frequenza, ma era inutile, era come ascoltare un'unica radio.
《Voi! Venite a sentire, la CNN sta facendo un annuncio!》gridò un cameriere facendo affluire al bar una piccola folla di persone a cui si erano aggiunti anche i due militari.
《Signori, interrompiamo le normali programmazioni per un fatto eccezionale...》La presentatrice tentennò un istante, poi riprese 《Ci sono giunte notizie contrastanti riguardo un incendio che è scoppiato nella Torre Nord del World Trade Center di New York. Non sono ancora chiare le cause ma la CNN fará il possibile per tenervi aggiornati sulla situazione...》 lo sguardo della donna si spostò al fianco della telecamera. Lei borbottò qualcosa di incomprensibile e contemporaneamente sbarrò gli occhi incredula. Una volta ricompostasi tornò a fissare la macchina da presa《Signori, ci è ora giunto un aggiornamento. Alle 8:45 circa un aereo passeggeri della American Airlines, il volo AA11 si è schiantato sulla Torre Nord del WTC scatenando l'incendio. Ci colleghiamo ora con Carol Lin, la nostra inviata da New York. Che succede Carol?》
I presenti ascoltarono assorti le parole della donna come se non avessero idea di cosa stessero parlando allo schermo.
Era trascorsa circa mezz'ora da quando le reti televisive parlavano ininterrottamente del "Disastro delle Twin Tower" quando, con un brivido lungo la schiena, Larry udì lo stesso suono che aveva sentito poco prima. Scansò numerose persone uscendo di nuovo in strada. Di nuovo. Un'altra volta le persone avevano alzato il volto al cielo come ad osservare il tempo che sarebbe venuto. Il marine portò lo sguardo alle Torri e in quel momento lo vide. Un'altro grande schianto, un secondo aereo si era infranto sulla Torre Sud, infilzandola a metà della sua vertiginosa altezza.
《No! Non di nuovo!》《Oh mio Dio!》《Che diavolo sta succedendo!》La gente urlò questo ed altro. Non era un caso. Larry sentì venire a mancare il cuore, percepì un forte vuoto di stomaco, gli occhi neri si inumidirono. Stava per piangere? Non lo aveva mai fatto in Iraq, neppure di fronte alla morte di alcuni membri della sua compagnia. Era ancora vicino alla loro macchina, lasciata incustodita con le chiavi inserite e la radio ancora accesa.
Anche questa comunicava in diretta i fatti narrati dalla CNN. La voce dell'uomo che riferiva ciò che l'emittente comunicava al popolo americano e non solo si lasciò sfuggire, forse con troppa indignazione, un'infervorato《Secondo la CNN che riferisce delle indiscrezioni dell'FBI gli aerei sarebbero stati dirottati.》

Qualche minuto dopo Quentin tornò a cercarlo《Larry! C'è il Presidente in televisione! Vieni presto!》
Col passo spedito si mosse di nuovo verso il piccolo bar francese e, dal fondo del gruppo la raccolto, vide il viso triste di Bush parlare di fronte alle videocamere.
《Popolo americano. È in corso una tragedia nazionale. Per favore, un minuto di silenzio.》
E così fu. Non si udì altro all'infuori delle sirene, della brezza leggera, di un lontano e sommesso scricchiolio scopiettante, forse non delle Torri, ma dei cuori feriti degli Statunitensi.



Spazio autore

Allora. Non sono il tipo che scrive Spazi autore nel bel mezzo del corso di un libro, questo potrebbe essere il primo e l'ultimo che faccio. Ciò che sto per dire l'ho già detto sul mio profilo ma lo voglio ribadire.
Come avete letto, il capitolo è ambientato l'11 Settembre 2001, tragica data per il mondo intero.
All'inizio questa parte doveva essere ambientata in Iraq, luogo dove Blackjack e Boss si sarebbero conosciuti ma, a seguito dei tragici eventi parigini, ho cambiato la mia idea su questo capitolo, forse anche minandone la trama per certi versi, ma io mio è un tributo non solo alle centotrenta vittime della notte del terrore francese, ma è un tributo a tutti i morti che ha provocato il terrorismo che non sono centotrenta, non sono un migliaio, sono decine di migliaia e il numero continua ad aumentare. Perché non dobbiamo essere assaliti dallo scalpore solo quando europei, americani, russi vengono uccisi, ma dovremmo piangere ogni giorno le centinaia di persone che vengono freddate per una diversa visione di una religione.
Non lasciamo che questi eventi facciano esplodere l'odio e le paure razziali che sono rannidate in molte persone, non facciamo di tutta l'erba un fascio. Ho sentito gente dire "Ricacciamoli la, risolveranno da loro i loro guai" o ancora peggio "Ammazziamoli tutti, nessuno escluso e il problema si risolve".
Sono rimasto shoccato da queste affermazioni. Ho amici che sono mussulmani e loro sono stati i primi a piangere per la strage di Parigi.
Il Corano recita "Chi uccide un uomo uccide l'umanità intera". Infatti questi estremisti non seguono una religione ma un'ideologia. Per questo è, oltre che inutile, sbagliato discriminare i mussulmani perché hanno quello specifico credo. Quindi, per quanto inutile possa essere stata questa nota, per quanto possa aver abbruttito la storia che state leggendo, è stato il mio modo per portare un mazzo di rose in Place de la Republique.
Io non prego per Parigi, prego per il Globo intero.

Roberto Pazzadei

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