Giorno 4 II

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Svoltarono l'angolo del vicolo inseguiti dalle grida allarmate dei loro loro inseguitori. Andrew scavalcò un bidone mentre Doria, come un segugio al seguito del suo cacciatore, aggirò rapidamente l'ostacolo. Il tedesco osservò dietro di sé attraverso un vetro abbandonato in mezzo ai rifiuti. Un piccolo gruppo di inseguitori li stava rincorrendo lungo il vicolo mentre un paio venivano raccolti al volo da un furgone color zaffiro. Superato il vetro perse contatto visivo con gli inseguitori, rimanendo spiritualmente solo con il suo nuovo accompagnatore. Questo correva silenzioso al suo fianco con la sigaretta sempre in bocca, talvolta portava la mano alla bocca e tirava una profonda boccata, come se quella fosse l'energia che lo facesse avanzare.
Alcuni colpi esplosero alle loro spalle. Un rumore di mattoni brecciati accompagnati da un frammentarsi di vetri crearono una molesta cacofonia. Andrew abbassò la testa incassandola fra le spalle, Doria incespicò lasciando scivolare fuori dalle labbra la sigaretta, riafferrandola al volo con la mano destra appena usata per evitare una caduta che in quella situazione poteva rivelarsi fatale.
Sfociarono in una larga strada ad otto corsie poco affollate. Un semaforo rosso aveva bloccato alcune utilitarie di vario colore mentre alcuni placidi veicoli attraversavano la strada di fronte a queste. La calma della situazione fu interrotta da un elicottero che volò basso sopra la carreggiata. Doria scosse Andrew con una piccola botta sul braccio incitandolo a riprendere la corsa attraverso la strada.
Il tedesco continuava ad ammirare le leggiadre evoluzioni del velivolo mentre questo capovolgeva la rotta in una piroetta.
Uno strombazzare impazzito attirò la sua attenzione poco fuori dal quadro che stava ammirando. Un furgone Wolkswagen color mare sfondò una corsia invadendo quella al suo fianco.
Il veicolo si diresse verso i due fuggitivi che, seppur con una trentina di metri di vantaggio, non erano assolutamente fuori pericolo.
Il cercatore di tesori zigzagò in mezzo alle auto, Doria scivolò sul cofano di una vecchia Mercedes.
Il furgone inseguitori speronò due auto proseguendo l'inseguimento in preda ad una furiosa caccia all'uomo.
I due inseguiti scavalcarono una recinzione infiltrandosi in un cantiere apparentemente vuoto.

Il furgone frenò, Evgeniy spalancò le portiere con un calcio uscendo dal trasporto seguito da una gruppo di seguaci. 《Unutra! Ajimo!》ordinò il caposquadra. I sottoposti che già immaginavano gli ordini si lanciarono all'inseguimento imbracciando mitra e pistole. L'ucraino bloccò un trio di militi tirando l'aprifila per la cappa dell'impermeabile nero.
《Prendete il furgone e fate il giro dell'edificio. Tagliategli la strada.》
Da capetan!》risposero i tre tornando sui loro passi.
Il comandante del manipolo seguì a ruota i mercenari che erano appena entrati, inoltrandosi in quello che di lì a poco sarebbe diventato un campo di battaglia.

《Frena! Frena!》gridò imperativo Boss. Il furgone nero si bloccò in uno stridore assordante.
《Sono entrati la dentro!》affermò Wraith.
《Ho anch'io gli occhi per vedere Wraith. Blackjack, con me. Voi altri inseguite il furgone!》ordinò l'americano spalancando la portiera al suo fianco.
I due scesero imbracciando i fucili d'assalto e si mossero veloci verso i loro bersagli.
Non appena varcarono la soglia udirono una serie di spaventose raffiche provenire dal piano sopra di loro. Raggiunsero velocemente una rampa di scale, le dita sopra i grilletti, i corpi pervasi dall'adrenalina, il respiro ed il battito del cuore accelerati. Boss udì delle voci dietro un angolo del corridoio. Alzò il pugno bloccando la marcia sua e del compagno. Si sporse leggermente oltre lo spigolo sbirciando nel corridoio che si apriva su quella strada.
Un gruppetto di mercenari stava bersagliato alcuni barili alla fine dell'andito. Dai contenitori metallici apparve una mano armata che sputò alla cieca proiettili verso gli aggressori, ferendone uno al petto che stramazzò a terra.

Andrew udì quello che pareva un insulto provenire dal gruppo di ucraini che li stavano assediando.
Doveva aver colpito qualcuno con quello sparo alla cieca. Doria, al suo fianco, stava sbirciando da un foro in uno dei braili grigi che gli offrivano riparo. Una violenta raffica di piombo lo costrinse a ritrarsi dallo spioncino improvvisato.
Questo, con calma e sangue freddo, osservò la pistola, una 1911 americana, estrasse il caricatore, osservò i proiettili ancora dentro questo. Riposizionò il caricatore nel vano dell'arma e infilò la canna della rivoltella nel foro del barile. Aggiustò ad istinto la mira mantenendo un'espressione impassibile e premette cinque volte il grilletto. Al quarto colpo si udì una piccola esplosione provenire dal punto in cui erano appostati i loro inseguitori. Subito dopo questa uno strano odore saturò l'aria accompagnato da un forte sibilio. Andrew guardò che reazione avevano scatenato quei colpi: una cortina fumogena si stava diffondendo per l'aria da un estintore esploso. Lo ammise a se stesso, il vecchio era parecchio in gamba.
Doria si rialzò in piedi trascinando con sé anche il compagno verso un muro al loro fianco, portandoli in un punto più sicuro.
《Dobbiamo andarcene! Ora!》gridò il professore scrollando dal tedesco il torpore passivo che lo stava attanagliando.
Cominciarono a correre lungo un'altro corridoio del cantiere, costeggiando la strada da cui erano entrati nello stabile in costruzione.
Durante la corsa, lo sguardo di Andrew si volse alla strada sotto di loro. Due furgoni guidavano come impazziti lungo la larga strada cittadina. Lo sguardo poi si alzò, tornando a vedere l'elicottero volare ancora basso sulla scena. Questo era molto vicino, poteva vedere chiaramente gli uomini a bordo: due piloti oltre ad altri tre militi armati. Erano anche loro degli inseguitori. Questo fugava ogni dubbio, Andrew e la Camera dovevano essere molto importanti per il suo nemico sconosciuto.
Una raffica sfiorò il capo dei due. Al loro fianco si stava per aprire un'altro corridoio. Dopo pochi altri passi che parvero non compiersi mai, curvarono a tutta velocita, ma dovettero arrestarsi bruscamente tanto che Andrew scivolò qualche metro davanti andando a sbattere contro un uomo vestito di nero.
《Fermi! Giù le armi!》gridò in inglese il secondo sconosciuto.
《Oh perfetto americani!》sospirò l'agente di sua maestá riconoscendo la pronuncia.
Blackjack spinse violentemente indietro Andrew puntandogli contro il fucile.
《Meglio loro che quelli la dietro.》obiettò Andrew con un cenno prima di riprendere a discorrere con i due nuovi arrivati.
《Abbiamo un problema comune mi pare. Che ne dite se ci aiutiamo a vicenda?》
《Perchè vi stanno cercando?》li interrogò Boss senza abbassare il fucile. All'udito di alcune urla Andrew mosse la testa verso il punto da cui arrivavano i loro nemici.
《Le pare il momento per le domande?》
Boss, dopo un istante di esitazione, abbassò il fucile dando le spalle agli altri ed iniziando a correre verso le scale.

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