Capitolo IX

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Decollo

Oceano Indiano
Portaerei USS Ronald Reagan

Stava camminando quatto lungo i corridoi della nave.
Andrew pensava. Chiunque volesse il batterio, avrebbe dovuto lasciare la nave in qualche modo. Ed uno solo era il modo più rapido e veloce per lasciarla.

Mentre scivolava lungo gli angusti e metallici corridoi del vascello non poteva fare altro che farsi delle domande: il soldato che aveva provato ad ucciderlo prima era collegato al furto ai laboratori? Tutto questo era collegato a lui? All'ambasciatore? O era una caso?

Sapeva solo che uscirne vivi era l'unico modo per scoprirlo.

《Lei che ci fa qui?》chiese una voce alle sue spalle. Andrew si voltò nascondendo la pistola dietro la schiena.
《Oh capitano! Mi ero perso sa? Cercavo la mia cabina ma...》si inventò il tedesco.
《Basta con le frottole Brazo. Sono dieci minuti che la seguo. Ora fuori la veritá o giuro che non rivedrà tanto presto la terraferma.》lo bloccò il capitano dimostrando un certo acume.
《Capitano, seriamente...》ripetè debolmente Andrew.
《Ho detto basta con le ciance. Parli.》si impose l'altro.
《Beh... credo di avervi attirato io questo vespaio addosso.》confessò l'archeologo.
《Il furto al laboratorio?》intuì l'americano.
《Non solo. C'è un marine morto nella mia cabina. O almeno credo sia morto...》continuò il civile con voce flebile.
《Lei ha ucciso uno dei miei uomini?》lo accusò diventando paonazzo in voltò il capitano
《No! No! No! Lui voleva uccidere me!》precisò Andrew.
《Lei non uscirà vivo da qui se l'equipaggio lo scopre.》lo avvisò il militare.
《Senta, non c'è qualcosa di più importante da fare ora? Tipo bloccare qualcuno che sta trafugando una super arma biologica ed i dati ad essa legata?》lo supplicò l'accusato.
《Ne discuteremo ancora. Però ha ragione.》concluse il capitano.

Mentre i due camminavano spediti verso la pista di decollo senza la sicurezza che fosse un'idea sensata, un'altro allarme risuonò negli anditi della nave.

《E questo cos'è?》domandò Andrew.
Herstan sbuffò contrariato《I miei servigi sono richiesti al ponte. È l'allarme generale.》

Corsero nella cabina di comando della nave.

《Che succede? Cos'abbiamo?》domandò l'ufficiale.
《Signore, due velivoli non identificati in avvicinamento da sud-ovest.》rispose un marinaio.
《Distanza?》domandò il capitano mentre camminava verso la vetrata.
<<13 chilometri. Si avvicinano velocemente.>>
Il comandante raggiunse la sua posizione preferita sul ponte di comando. Andrew lo seguì da vicino.

《Che fa?》chiese questo senza comprendere la calma dell'americano.
《Aspettiamo visite.》rispose criptico il militare.
《Vuole vederli arrivare?》
Ignorando l'ultima domanda,il capitano si rivolse agli altri marinai sul ponte.
《Identificateli. Voglio sapere con chi abbiamo a che fare. Non è un caso》ordinò.

Trascorsero i minuti avvolti nel silenzio indaffarato della cabina.

《Signore, velivoli in vista.》lo avvisò un radiofonista.
《Identificati?》chiese l'interlocutore.
《SU24 signore.》precisò il sottoposto.
《Russi?》lo interrogò Herstan.
《Non hanno codici identificativi russi ma forse sono disattivati.》suppose il giovane marinaio.
《Alla vecchia maniera allora. Un binocolo all'uomo dall'occhio migliore. Guardate che bandiere hanno sul ventre.》
《Vado io signore!》rispose un marine.

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