Capitolo XIII

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Sangue rosso

<<Allora, ecco il piano. Ci alziamo e corriamo al mio tre.>>disse Andrew.
<<Sembra più un biglietto per sola andata per un suicidio a me.>>commentò Charlie.
<<Hai idee migliori?>>rispose il tedesco.
<<Ci alziamo, corriamo e spariamo al tuo tre.>>disse sarcastico l'americano.
<<Oh, questo farà una enorme differenza dato che ti ricordo che noi non sappiamo dove sparare.>>confermò Sherman.
<<Uno...>>iniziò Andrew.
<<Oh non starai facendo sul...>>iniziò Charlie.
<<Due...>>proseguì impassibile.
<<Aspetta, al tre o dopo il tre?>>chiese il premuroso soldato senza elmetto.
<<Tre!>>gridò Andrew alzandosi ed iniziando a correre verso un riparo alla sua destra.

Sherman fece lo stesso, seguendo le orme del suo lesto compagno. I passi risuonarono nel silenzio di quel cortile. Lo stesso fecero gli spari del cecchino. Tre colpi, ravvicinati, potenti e fatali.
Andrew incespicò, correndo a quattro zampe per un paio di metri fino alla conclusione della sua corsa dietro il riparo designato. Il cacciatore esplose un quarto colpo. Karridis cadde a terra, in un fragore di metallo ed equipaggiamento. Arrivò un proiettile dalla direzione opposta a quella del cecchino che li teneva in scacco da qualche minuto. Immediatamente dopo, un urlo in lontananza si spense nella vastità di quella gola.

<<Tango a terra. Avete campo libero. Per ora.>>gracchiò la voce di Stevenson nella radio.
<<Gran bel colpo Stevenson.>>commentò Andrew alla radio.

Udì un lamento alla sua sinistra.
Scaraventato nella polvere, con il viso contorto, i denti digrinati e le mani intrecciate sullo stomaco c'era Sherman.

<<No... Ehi Sherman... Sherman!>>gridò Andrew.
<<Uomo a terra! Uomo a terra!>>comunicò la voce di Charlie nella radio.
Andrew corse verso il ferito.

<<Ehi, ehi, ehi... Amico, ci sei?>>disse Andrew battendo forte e velocemente la mano sul viso del soldato. Questo rispose borbottando.
<<Sposta le braccia, fammi vedere la ferita.>>ordinò Andrew.
<<Non credo di essere ferito.>>bisbigliò il soldato spostando le braccia dall'addome.
Andrew emise una sottile risata.
Portò la radio vicino alla bocca<<Stevenson, il tuo udito ha sbagliato. Non era un SVD a quanto pare. La corazza di Sherman ha retto.>>comunicò senza distogliersi dalla faccia un sorriso di sollievo e gloriosa realizzazione.
<<Capita anche ai migliori di sbagliare. Ma credo che il nostro amico avrà comunque bisogno di un medico.>>rispose il cecchino, poi continuò<<A parte le costole che potrebbero essersi rotte, conoscendolo, si romperà qualcos'altro prima della fine della missione.>>scherzò il sergente.
<<Vai a quel paese Stevenson. Vorrei vedere te correre sotto il fuoco di un dannato cecchino.>>lo zittì Gregor.
<<Sei fortunato che non ero io. Ti avrei seccato da questa distanza. Figurati dalla sua posizione.>>lo derise l'altro.

Si alzò un leggero vento attorno a loro. Andrew si guardò attorno. Sherman si rialzò in piedi, leggermente ciondolante ma comunque in forma.

<<Dai ragazzi, Hinder e Shunt sono quasi arrivati all'obiettivo. Non vorrete arrivare tardi all'appuntamento.>>li avvisò dall'altura il tiratore.
<<Certo che no. Guidaci tu, Stevie.>>lo incoraggiò Andrew mentre si guardava attorno. Stavano correndo verso il villaggio, le case distavano meno di cinquanta metri.
<<A destra, subito! Dal viale di fronte a voi arrivano una dozzina di bersagli!>>
<<Ricevuto.>>affermarono gli altri virando repentini a destra in una secca strada, polverosa come il terreno.

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