Capitolo XVII

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D

Vauxhall Street,
Londra.
16:38 pm

Charlie bussò alla porta di una casa anonima. Un edificio elegante che spiccava per il colore nero brillante ma pur sempre anonima lungo la via londinese, in quell'umida giornata britannica. La porta si aprì. Andrew e l'amico varcarono l'uscio per sottrarsi alla fine e martellante pioggia che non accennava a dar segni di rallentamento.

Un uomo in divisa porse la mano ad Andrew. Il tedesco lo squadrò. Un uomo in uniforme, alto e distinto. Dalla mandibola sporgente e dal taglio militare. La pelle era bianca e gli occhi azzurri. Andrew strinse la mano allo sconosciuto.

<<Tenente John Covonan, marina degli Stati Uniti. Piacere di conoscerla signor Brazo, mi hanno parlato molto di lei.>>si presentò riguardevole lo statunitense.
<<Felice di conoscerla tenente. Non pensavo di essere diventato una star di livello internazionale.>>scherzò Andrew.

L'ufficiale si incamminò lungo il corridoio. Dall'interno la casa appariva molto più grande e complessa che dall'esterno. Passarono affianco ad altre stanze, la maggior parte delle quali aveva la porta chiusa. Una, aperta, attirò l'attenzione del tedesco: dentro vi era una specie di salottino con una tv ed un paio di divani. Sui divani siedevano un paio di uomini. Li osservò. Sembrava stessero giocando a scacchi. Sul tavolo c'erano anche due bicchierini di una bevanda aranciastra, forse whiskey. Le cinture che avevano sulla schiena attirò la sua attenzione. Portavano una fondina e dentro questa una pistola. Probabilmente erano una sorta di guardie private, dedusse Andrew.

<<Chi ci vuole incontrare?>>domandò Andrew interrompendo il silenzio di quella marcia.
<<D.>>fu l'unica risposta di Conavan.
<<Come scusi?>>
<<Ha capito bene.>>lo rassicurò il militare che continuava a condurre il trio lungo il loro cammino.

Arrivarono ad un ascensore. Un uomo li aspettava di fronte a questo. Si stava intrattenendo osservando le gocce d'acqua cadere sul vetro di una finestra. I due ospiti lo riconobbero. Questo, riconoscendoli a sua volta, si fece avanti, tendendo anche lui la mano.

<<Piacere, non ci siamo ancora presentati. George Carheem. Vi devo la vita per quel salvataggio in Iran.>>
<<Piacere signor Carheem. Io sono Charlie e lui è Andrew.>>si presentò il primo indicando poi il compagno con un cenno.
Carheem tese la mano al secondo "quasi" sconosciuto, stringendo a sua volta la mano in segno di amicizia con l'uomo. Ne approfittò per osservarlo da vicino. Il viso era relativamente giovane ed i capelli neri ed ordinati. Due sottili lenti completavano la montatura di un metallo simile all'argento. Il fisico aitante era nascosto da una giacca di un blu tendente al consueto nero. Sotto questa si poteva riconoscere il rigonfiamento della fondina della pistola che portava con sé.

L'ascensore si aprì. I quattro entrarono nel vano. Salirono al piano superiore, l'ascensore si fermò e tornò ad aprire le proprie porte. Queste davano su un ufficio grande, spazioso e ben illuminato. Circondato da finestre, con al centro una scrivania dietro la quale siedeva di spalle una figura che osservava il temporale incombere su Londra. Era femminile, bionda, slanciata, o almeno così appariva da seduta.

<<Milady.>>la chiamò Carheem.
Questa si voltò osservando i nuovi arrivati.
Andrew e Charlie rimasero esterrefatti dal vedere quel viso.
<<Non è possibile.>>sospirò Charlie scuotendo la testa.
<<Tutto è possibile. Siamo l'MI5, sappiamo mantenere un segreto se lo vogliamo.>>disse la donna.
<<Lady... D? Dev'essere tutta una farsa.>>si convinse Andrew, scettico.
<<Brazo, la mia storia è complicata. Mi volevano morta. La regina mi ha dato questa possibilità di salvezza ed io l'ho accettata.>>rispose Diana alzandosi in piedi.
<<Ma... L'incidente nel tunnel... Era tutta una farsa?>>chiese Charlie.
<<Sì.>>rispose Carheem<<Abbiamo collaborato con l'FBI per inscenare la morte di milady. E pare che ci siamo riusciti. La sua figura è pronta a riemergere nel momento più difficile che l'Inghilterra attraverserà nei prossimi anni.>>spiegò questo.
<<Capisco ma noi cosa ci facciamo qui?>>chiese Andrew.

La donna afferrò un telecomando ed accese una grande tv su una parete.
Andrew vide un individuo con un passamontagna sul capo che parlava un inglese dal forte accento.

<<Quell'uomo che parla. Lei lo conosce Brazo. E lei vuole vendetta?>>
<<No. Io cerco altro.>>rispose Andrew deciso.
<<Cerca lei, Brazo?>>chiese premendo un'altro pulsante e mostrando la foto di Camille sullo schermo.
<<Come fa a saperlo?>>domandò leggermente in crisi il tedesco.
<<Il nostro compito è sapere ed essere informati. Questo è il minimo.>>
<<In ogni caso, non vedo come potremmo esserle utili>>domandò Charlie.
<<Lavorerete per noi da oggi.>>
<<Mi spiace signora ma io sono un soldato degli Stati Uniti.>>affermò Charlie.
Conovan si fece avanti<<Non più ragazzo. Da oggi sei ufficialmente affiliato all'MI5.>>Il tenente porse una lettera nelle mani al soldato.

Andrew tornò in se<<Ed io? Non sono un soldato, non avete modo di convincermi!>>contestò Andrew.
<<Abbiamo tutto ciò che ci serve a convincerla signor Brazo.>>obiettò D.
Questa poi, porta la mano al fianco afferrando un bastone da passeggio dalla pregevole fattura. Camminò incerta aiutandosi con lo strumento fino a trovarsi di fronte ad Andrew. Gli poggiò una mano sulla spalla. Era poco più bassa di lui, l'uomo dovette ammettere con sé che la donna risultava parecchio affascinante, in particolare per quei freddi occhi grigio-azzurri.

<<Lei cosa cerca qua a Londra Brazo?>>
<<Dovrebbe già saperlo.>>
<<Voglio sentirlo dalla sua bocca. Cosa cerca, dunque?>>insistette la dama.
<<La mia donna.>>rispose dopo qualche secondo l'interpellato.
<<Lo stiamo già facendo noi. Se collaborerà con noi, avrà tutto quel che vuole: la sua vendetta ed il suo ritorno. Ed anche di più.>>
<<Di più?>>chiese Andrew incuriosito.
<<Non le anticipo nulla. Le rovinerei la sorpresa.>>lo zittì lei sorridente, poi riprese, mantenendo il contatto fra i loro due sguardi<<Accetta di collaborare con l'MI5 quindi?>>

Andrew rimase in silenzio, immerso nei suoi pensieri. Avrebbe avuto tutto da quella donna. Da solo non ci sarebbe potuto riuscire mai. Ma era pur sempre una mossa saggia legarsi ad una simile organizzazione? Probabilmente no. Ma il rischio era superati dalle ricompense. Allungò la mano alla donna. Lei la guardò un attimo poi la strinse.

<<We have a deal, sir.>>concluse lei soddisfatta.

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