2- Sono Tornato

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Dopo quella piccola discussione Yoongi parlò con il proprietario della sala dopodiché andò via.

Il giorno dopo a scuola fu lo stesso, non ci salutammo, non ci parlammo, non mi rivolse uno sguardo, ma andava bene così per il momento.

Il pomeriggio come al solito ero in sala. Ogni tanto guardavo la porta con la speranza che lui potesse tornare, pregai tanto, volevo rivederlo, anche solo averlo così vicino, che mi guardava.

"Hei sono tornato." Feci un salto dallo spavento. Come avevo fatto a non vederlo? Mi girai, era così vicino a me e mi sorrideva. Era così bello avrei potuto fissarlo per ore.

"Scusa non volevo spaventarti. Comunque credo il tuo tempo sia finito, ora la sala è mia."

Cosa cosa?! Primo mi stava cacciando? Secondo lui ora sarebbe venuto lì?  Questa era un'occasione che non potevo farmi sfuggire.

"Se ti sta bene rimango buona buona a guardare. Non ho le chiavi di casa quindi preferisco aspettare qui." Non aspettai nemmeno la risposta, mi sedetti e inizia a guardarlo mentre lui iniziò a ballare.

Aveva dei bei movimenti ma continuava a sbagliare. La mia mania da dittatrice prese il sopravvento, mi alzai e iniziai a dargli consigli su come essere più sciolto, su come posizionare i piedi e muovere il corpo. Riuscii ad essere naturale finché lui si girò di scatto. I nostri volti erano così vicini, i suoi occhi,  le sue labbra,  il suo corpo. Lui mi piaceva,  ma sapevo che non dovevo avvicinarmi di più, anche se il mio corpo voleva tutt'altro. Lo facevo per il suo bene perché volevo il suo bene. Io non potevo.

[SUGA]
L'idea che mi guardasse non mi entusiasmava. Quando si alzò pensai stesse andando finalmente via e invece si avvicinò.  Lo ammetto all'inizio mi diede fastidio il fatto che volesse correggermi, chi era lei per farlo? Ma devo ammetterlo sapeva il fatto suo,  aveva completamente ragione. Ad un certo punto sentì il suo respiro sul mio collo. Ebbi un brivido e mi girai di scatto.  I nostri volti erano così vicini, le sue labbra,  i suoi occhi, il suo corpo,  la sua energia. Era indubbiamente bella, ma non potevo avvicinarmi a lei. Lo facevo per il suo bene, ma soprattutto perché io amavo la mia fidanzata. Ci allontanammo immediatamente dopo di che lei trovò una scusa e andò via di corsa.
Quando finì ormai era già buio, ma non troppo tardi. Quel giorno la mia ragazza era venuta a prendermi per fare un giro. Erano ormai quasi due anni che stavamo insieme. Ci conoscevamo da quando eravamo bambini e ben presto l'amicizia era diventata amore. Ci trovavano bene insieme, ma soprattutto nell'ultimo periodo sentivo che mancava qualcosa. La volevo bene indubbiamente, ma non sentivo più quel trasporto, quella chimica tra noi, quella passione. Non volevo farla soffrire, non volevo ammetterlo così facevo finta di niente e continuavamo il nostro rapporto.
Quando uscì lei era lì, Yun era lì ,
Iniziammo a passeggiare. Lei iniziò a parlarmi un pò di tutto ma forse la stanchezza, ad un certo punto mi isolai, non la sentivo più, la mia testa era altrove. Passeggiavamo tranquillamente quando alla fermata dell'autobus vidi Hana. Era sola avvolta nei suoi pensieri con lo sguardo basso avvolta nella sua sciarpa con il vento che le muoveva i lunghi capelli e la avvolgeva nel buio autunnale. Sembrava così innocente ed indifesa.
Ma che stupido che sono.

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Spero questo capitolo vi sia piaciuto non vedo l'ora di continuarlo *-*

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