4-La mia storia

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Dopo quella giornata a scuola lui continuava a non calcolarmi. Quanto mi dava fastidio! Fuori scuola si comportava come un amico con me e a scuola come se mi odiasse, come se non esistessi. In sala ballo ci parlavamo si, ma niente più e questo mi faceva felice ma ero anche tanto frustrata.
Una sera non mi accorsi che si era fatto davvero tardi più del solito erano le 20.30 di sera così presi la mia roba e corsi verso l'uscita. Rimasi paralizzata di fronte alla porta. Pioveva a dirotto un vero e proprio diluvio e io non avevo nemmeno l'ombrello
Aish e adesso come cavolo faccio?!
In quel momento entrò Yoongi con la sua solita espressione indifferente e in quello stesso momento una chiamata da mia nonna.
"Nonna mihane ho fatto tardi sono acora qui non preoccuparti. Il fatto è che piove a dirotto non ho un ombrello.......cosa?! Non passano i pullman?!! E io come ci torno a casa ora? Ok nonna non preoccuparti me la caverò."
Ero disperata "me la caverò" ma come?

"Hei." Era Yoongi che spuntava dal nulla come al solito.
"Ho sentito la telefonata. Io ho la macchina qui fuori vuoi che ti accompagni?"

What?!

"Sai che non si ascoltano le telefonate altrui?" Dissi ironicamente

"Sai che non si urla così in pubblico?" Disse controbattendomi

"Ma se sei arrivato ora! Non preoccuparti me la caverò da sola." Dissi io

"Su dai vieni." Mi tirò da un braccio aprì l'ombrello e insieme corremmo verso la sua auto.

Ero nervosa certo, ma conoscevo la situazione, lui era fidanzato in più non sembrava affatto interessato a me.
Rimanemmo bloccati un pò nel traffico ma per tutto il tragitto non ci dicemmo nulla almeno finché l'immagine che mi balzò all'occhio mi sconvolse. Mentre eravamo al semaforo vidi la fidanzata di Yoongi in una caffetteria che baciava un altro. Non sapevo come reagire, se dirlo a Yoongi o starmi zitta. Sembrava che lui non se ne fosse accorto così per il suo bene tacqui e poi non erano affari in cui avrei dovuto intromettermi.
Arivammo a casa.

"Grazie sei stato molto gentile. Ti devo un favore, a presto." Lo ringraziai con il mio miglior sorriso.

"Prego." Disse arrossendo un pò.
Dopodiché andò via.

Passarono alcuni giorni senza vederlo, ma nella mia mente ritornava il tradimento di Yun, la ragazza di Yoongi. Forse avrei dovuto dirgli tutto e giocare la carta a mio favore, ma io non ero così.
Una sera mentre uscivo dalla sala vidi Yoongi fermo vicino alla sua auto proprio all'uscita. "Chissà cosa è venuto a fare" mi chiesi.

"Hei. Posso parlarti? Non è nulla di grave, ma ho voglia di parlare con qualcuno." Disse lui rivolgendosi a me.

Di cosa voleva parlarmi? E poi con me.
Era talmente serio che accettai ed entrai in auto senza fiatare. Quell'auto sempre la stessa dell'altra volta. Nell'aria si percepiva il suo profumo, lo adoravo.

"Ti parlo mentre ti accompagno a casa ok?"

"Si certo, nessun problema." Ero davvero curiosa e ansiosa anche perché stare sola con lui in quello spazio così piccolo mi metteva ancora in imbarazzo.

Ci avviammo e Yoongi mi iniziò a raccontare la sua storia.
"Sai ora vivo da solo. I miei sono separati non avevo un bel rapporto con loro quindi un paio di mesi fa sono riuscito ad andare via. Ora vivo da solo. Lo ammetto non è facile, è anche un pò triste. A volte mi sento solo, diciamo che quasi sempre mi sento solo. Però con te posso parlare senza problemi. Oggi ero davvero triste ecco perchè sono venuto. Avevo voglia di parlare con qualcuno che potesse ascoltarmi. Ah siamo arrivati."

Quindi era così che si sentiva. Fui onorata del fatto che si fosse aperto con me da da un lato mi sentivo come un passatempo. Come se gli ero "servita" e lui era venuto solo per questo.

"Ma la tua ragazza? Lei non ti ascolta? Sembrate una coppia così felice." Dissi io un pò con aria di sfida.

"Essere felici è ben diverso. Che dici, tu conosci la felicità no? Tu hai tutto." Disse superficialmente.

Quelle parole mi portarono tanta malinconia e dolore, così gli raccontai tutto, gli raccontai la mia storia proprio come lui aveva fatto con me.

"Sò come ti senti, ti capisco. Non è facile parlare di questo per me, non l'ho mai raccontato a nessuno, non è una bella storia. Vedi....mio padre era alcolizzato, picchiava e maltrattava mia madre. Dopo che aveva picchiato lei veniva da me e mia sorella e per proteggere lei io mi facevo picchiare. Mia mamma non riuscì a denunciare ciò, non ce la faceva più e quindi si uccise. Mio padre ora...non sò nemmeno dove sia e preferisco non saperlo. Il ricordo delle botte, dei lividi, delle urla e dei pianti è ancora vivo in me. Ora ho paura del contatto fisico, soprattutto con i ragazzi. È una storia un pò triste non credi?." Cercavo di smorzare l'atmosfera ma proprio non ce la facevo, quei ricordi erano ancora troppo vivi in me e così mi ritrovai con le lacrime agli occhi e fu tutto inutile cercare di trattenerle.

"Sei più forte di quanto pensassi." Disse Suga con un espressione triste in volto. Si vedeva che quella storia lo aveva colpito dritto al cuore.

Suga si girò verso di me e alzò una mano avvicinandola sepre più al mio volto. Ma quel momento fu interrotto da una chiamata. Era il mio cellulare che squillava, a chiamare era mia nonna.

"Pronto nonna scusa è tardissimo arrivo sub....cosa?? Mio ha la febbre? Si corro subito in farmacia e vengo."

"Hei cosa è successo? " disse Suga

"La mia sorellina, Mio, ha la febbre alta non abbiamo medicine e devo correre" dissi io preoccupata.

"Nessun problema ti accompagno in farmacia. Con la macchina facciamo subito, ora stai calma ok?"

Dopo poco eravamo già ritornati a casa. Pensavo che Suga andasse via dopo avermi accompagnata, ma senza dire nulla mi seguì fino alla porta di casa, entrando dentro con me.

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Una storia sta nascendo *-* Ma chissà cosa succederà poi.
Grazie ~

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