Capitolo 4

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{Greg's P.O.V}
Erano passati tre fottuti giorni da quel bacio in corridoio.
Ero stato un vero idiota a credere di averla completamente dimenticata durante l'estate.
Quel bacio era stato per me, la prova che l'amavo ancora.
Le nostre bocche premute insieme, il suo respiro caldo contro il mio.
Erano passati tre fottuti giorni da quando lei non si faceva vedere a scuola, e, nota a mio sfavore, non rispondeva alle mie chiamate. Bene, doveva essersi pentita di quello che aveva fatto.
Ma io no. Io ero così innamorato di lei che avrei continuato a baciarla fino a quando non sarebbe rimasto niente tra di noi e avrei potuto farla mia.
Di nuovo e ancora, fino allo sfinimento.
La chiamai di nuovo quel giorno, mentre appoggiato allo stipite dell'aula dell'ora successiva mi tormentavo nel pensare a quanto avessi bisogno di lei e del suo amore.
Di lei e dei suoi capelli.
Della sua persona costantemente allegra e provocante e...
"Questa è la segretaria di Lauren Carter, non sono disponibile al momento, lasciate un messaggio dopo il bip. Vi amo tutti!"
Sorrisi alle sue ultime parole, era così adorabile.
Scossi la testa a quei pensieri, cercando di tornare a pensarla come un ragazzo e non come una femminuccia innamorata.
Chiusi il telefono, rimettendolo in tasca.
Una lucina si accesse nella mia testa quando, un paio di capelli scuri mi passarono davanti.
"MIA."
Urlai nella mia testa, ricordandomi che, lei e Lauren erano così unite quasi da sembrar sorelle.
Dio, quasi mi dava fastidio il sentirla parlare di Lau, lei era... Mia.
Si, ricordavo perfettamente che quest'ultima mi aveva lasciato proprio per quel motivo, ma essere possessivo era un mio lato negativo, dovevo ammetterlo.
Corsi incontro a Mia, prendendola infine per un braccio.
"Mia, ma Lauren?"
Feci la faccia più angelica e innocente possibile e non quella di uno che l'aveva chiamata in continuazione pur di sapere come stava e cosa era davvero successo tra noi.
"Non lo so Greg, mi dispiace."
Si, certo, come no tesoro.
Tu, che non sai dov'è Lauren. Ovviamente. Annuii, cercando di non mostrarmi arrabbiato o urtato dal suo modo di omettere la verità non rivelandomi dove fosse la ragazza oggetta dei miei pensieri.
"Davvero Mia... Sono preoccupato."
Mia mi guardò per un attimo, studiando la mia espressione bisognosa e davvero sincera, ma, come era solita fare quando non voleva rivelarmi una cosa, fece una smorfia, scuotendo la testa.
"No, davvero, Greg. Non lo so."
Mi congedò velocemente alla vista del professore nuovo, facendomi quasi chiedere se ella non se ne fosse invaghita.
Beh, a quanto pareva avevano molta confidenza.
"Il professore... Io..."
Mi si illuminò una lucina nuovamente, e sorrisi soddisfatto di me stesso.
Oggi era la giornata delle buone idee! Anche se pensandoci bene, parlare con Mia non mi era poi servito a qualcosa...

Decisi di correre dal professore nuovo, Hodges, per quanto avevo capito, e inventarmi una scusa decente per uscire prima.
Interruppi così la sua lezione, non ancora terminata, per avvisarlo che sarei andato via prima.
Lui mi disse di non preoccuparmi, e mi preoccupai di prendere la mia roba e avviarmi verso casa di Lauren.
Dovevo sapere cosa era successo, e, per di più, volevo sapere perché aveva deciso di baciarmi.
Ero stato molto spesso a casa sua, e conoscevo molto di più della semplice cucina.

••••

Mezz'ora dopo, mi ritrovai sul vialetto di casa sua. Della macchina dei suoi non c'era traccia, ma la sua era posteggiata lì, segno che fosse in casa.
Bene...incrociai le dita fra loro, avviandomi verso la porta di casa sua.
"Lauren? Apri avanti! So che sei in casa."
Niente. Silenzio. Chiusi gli occhi, serrando i pugni. Davvero non voleva farmi entrare?
"Lauren avanti!"
Niente. Tirai un calcio alla porta, che con poca pressione si era aperta.
Entrai, urlando nuovamente il suo nome.
Dei passi mi fecero girare verso le scale. Le stesse scale che portavano al bagno e alla sua camera da letto.
"Greg...?"
In ciabatte e accappatoio bianco, vi era la cubana completamente bagnata, che mi osservava dalla testa ai piedi. Era palesemente sorpresa. Non mi aveva sentito.
Marvin Gaye di Charlie Puth risuonava di sopra ad alto volume.
Bene, che figura di merda, dannazione.
La guardai mordendomi il labbro, Dio, avrei voluto...
"Greg? Cosa ci fai qui?"
Di nuovo, la sua voce mi riprese. La guardai, e sospirai pesantemente.
"Io... Non riuscivo a contattarti. Ero preoccupato. Ho chiesto a Mia, ma niente. E poi... Quel bacio.."
Lei alzò gli occhi al cielo, lasciandosi sfuggire una risata isterica.
Tipica di quando si sentiva in imbarazzo o non sapeva spiegarsi qualcosa.
Si andò a sedere su un divano, borbottando parole in spagnolo.
"Quienquiera que fuese el idiota que le dijo que yo estaba en casa debe morir ahora."

"Cosa hai detto?"
Le chiesi cauto, raggiungendola sul divano bianco, puramente italiano. Ovviamente.
Sbuffò, ignorandomi.
"Non puoi ignorarmi. Dio Lau, perché ti comporti così? Sei insopportabile."
"Ho detto che chiunque sia stato quel deficiente che ti ha detto che io fossi in casa deve morire ora."
Feci una smorfia arrabbiata, incrociando le braccia.
"Addirittura? Oh andiamo Lauren, credi di essere la padrona del mondo? Di potermi baciare e illudere a tuo piacimento? No io non ci sto.
Perché io ti amo."
Mi diedi dell'idiota appena pronunciate quelle parole, le avevo davvero detto che l'amavo? Si dio, io l'amavo davvero.
La vidi alzarsi dal divano, e iniziando a gesticolare, parlò velocemente come solo lei sapeva fare.
"Anch'io ti amo okay? Ti ho baciato perché volevo sentire quelle labbra calda e quel tuo corpo sotto il mio tocco. Sei il sesso e l'amore insieme dannazione. Si, dannazione, non posso dire parolacce. Ti amo. Non ti ho mai dimenticato. E giuro che ti bacerei ancora e ancora e ancora fino a non avere più fiato."
Mi alzai dal divano, prendendola per i fianchi.
E poi, la baciai.
La baciai con passione, lasciando che le sue mani vagassero sul mio corpo e le mie sul suo, consapevole che fosse completamente nuda sotto l'accappattoio.
"Quindi siamo tornati insieme?"
"Mh-hm."
Mi mormorò all'orecchio.
I brividi si fecero frequenti, e la senti vagare lungo la mia maglietta.
Chiusi gli occhi, per poi concentrarmi su di lei.
"Dio se ti amo Lau."
"Ti amo anch'io Gregory Hojem Sanders."

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