Capitolo 9

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{Mia's P.O.V}
Era appena suonata la campanella della pausa pranzo, quando vidi Lauren venire verso di me saltellando felicemente.
La guardai perplessa, prima di chiederle il perchè di quel sorriso.
"Io e Greg abbiamo fatto l'amore."
Sputai tutto il caffè che avevo in bocca prima di girarmi verso di lei.
"COSA?!"
"Si, l'abbiamo fatto."
"Okay. Posso capire. Ma il progetto della Sidle?"
"Quello non l'abbiamo fatto."
Mentre noi parlavamo, vidi Hodges passare per il corridoio. Non sapevo se andare da lui o rimanere con Lauren.
"Vai pure se vuoi andare."
"Oh no, voglio sapere tutto!"
"Ehi! Che fine ha fatto la privacy?"
Ridendo e scherzando, la pausa finì. Noi tornammo tranquille nella nostra aula. Quando mi sedetti al mio banco, vidi Logan - quel giorno era particolarmente bello, aveva la cresta nera ben cerata e un pizzetto che lasciava senza fiato - fissarmi le tette.
"Cosa c'è? Non hai mai visto un paio di tette?"
"Nono, è che mi piace la collana inesistente che hai."
Mi domandai se era stupido di natura o lo faceva apposta per rimorchiare. Quell'ora avevamo lezione con il prof Witherspoon, italiano. Erano noiose le sue lezioni. E poi lui era un maleducato, perchè prendeva in giro i suoi alunni senza motivo.
"Andate a pagina 786 del libro su Shakespeare. Vediamo chi legge... Legge..."
Non finì la frase perchè entró Hodges ad interromperlo.
"Carl? Mi puoi mandare fuori la Westcarrew?"
"Oh, David... Va bene. Ma che non accada più."
Appena sentii quelle parole il cuore cominció a battermi forte, i brividi lungo la schiena scendevano frettolosamente senza fermarsi.
Le gambe tremavano, perció appena mi alzai ebbi il presentimento di ricadere per terra.
Mi avviai verso la porta e, appena la superai, vidi il signor Hodges.
Appena cominció a parlare, sentii la mia cosina aprirsi e chiudersi, così, senza motivo.
"Mia, senti. Io sono rimasto scioccato quando ho visto i tuoi voti in questo trimestre nella mia materia... Perchè?"
"Eh prof, non lo so... Forse ho bisogno di ripetizioni..."
Mi fece l'occhiolini mentre mi diede un bigliettino.
"Tieni, qui c'è nome e numero di un grande maestro. Vai da lui."
Sorrisi appena lo lessi. Diceva: 'Vuoi uscire con me?'. La mia testa, fisicamente, annuì. Ma mentalmente voleva saltargli al collo ed abbracciarlo.
Tornai in classe, fingendo di essere triste dopo aver salutato Hodges.

•••

Arrivai a casa felice, e mia madre non poteva fare altro che chiedermi cosa avevo. Le dissi solo che avevo un appuntamento alla sera.
Corsi in camera e mi buttai sul letto, guardando tutti i miei poster dei Backstreet Boys.
"Ragazzi lo sapete che esco con Hodges?"
Si, avevo qualche problema mentale.
Cominciai a piangere di gioia, fino a quando fissai l'armadio.
Scesi dal letto e cominciai a tirare fuori tutti i vestiti che avevo.
Il primo che presi in mano fu un vestito rosso a sirena.
"No, sembro incinta."
Poi un'altra quindicina di vestiti... E alla fine trovai lui. Un vestito bianco aderente da abbinare a un gilet grigio.
Mi lavai e mi misi il vestito prima di truccarmi.
Mentre mi davo il mascara, squilló il telefono.
"Pronto?"
"Mia, sono Hodges. Sei sola in camera?"
"Si..."
La sua voce era capace di mandarmi all'orgasmo.
"Ti verró a prendere con una limousine alle 19:00. D'accordo?"
"Si..."
"Dai, vatti a preparare. Sono le 18:30!"
Chiusi la chiamata e guardai l'orario, poi scesi le scale e andai in giardino, aspettando il mio principe dal cavallo bianco.
Quella mezz'ora passó velocemente, e fu così che vidi una limo bianca parcheggiare davanti a casa mia.
Corsi verso l'auto ed entrai. Vidi Hodges seduto nel lato destro della sezione passeggeri. Aveva uno smoking classico che si intonava perfettamente con i suoi capelli brizzolati.
Mi sedetti accanto a lui, per guardarlo meglio negli occhi.
"Sei bellissima, Mia."
"Oh, grazie. Anche tu sei perfetto questo sabato sera."
Non riuscii a trattenermi, così gli diedi un bacio sulla guancia, prima di stendermi sul divanetto e appoggiare la testa sulle sue coscie.
"Ma veramente vado così male nella tua materia?"
"No, era una bugia, solo per chiederti di uscire."
"Aw, che dolce."
"Non hai pubblicato il selfie, vero?"
"Non oserei mai."
Gli sorrisi. Era l'unico che riusciva a farmi felice con poco. Era per quello che, poi, realizzai di amarlo.

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