Restammo tutto il tempo dentro il magazzino aspettando qualche informazione dei tre dispersi. Nessun segnale, nessuna informazione. Emiliano era nel salone, sdraiato sul divano a guardare il telegiornale cercando informazioni sull'accaduto.
– Ancora niente Matt? – chiese Elena mentre giocava con il vecchio kendama di Peppe che aveva trovato negli scatoloni.
– Niente Ele. – Rimanemmo zitti per ore aspettando una luce verde dal decoder del satellite.
– Quanto ci vuole ancora Matt? –
– Eh, massimo altre nove ore... – Stufo e annoiato mi alzai dalla sedia accanto a Matteo e salii le scale. Uscito dal magazzino mi misi il giubbotto di pelle aprii la porta per farmi un giretto.
– Dove vai Alex? – chiese Emi sbadigliando dal sonno.
– Vado a prendermi un po' d'aria – risposi chiudendo la porta. Camminai cercando di scaldarmi dal freddo dell'inverno e tutti i miei pensieri ebbero la meglio alla fine. La guerra, la mia famiglia, l'attentato.
Mi apoggiai al muretto a Pont Marie, guardando la Senna che scorreva. Rimasi un po' in silenzio sentendo la quiete della città. Mi squillò il cellulare, era Jesse. –Jesse..–
– Amore tutto bene? –
– Sì, solo un po' affaticato dal lavoro.. I bimbi come stanno? –
– Stanno bene – Subito il cellulare si spense, mi ero dimenticato metterlo in carica la sera.
Misi il cell in tasca con un sospiro, sentendo dei rumori di rifiuti, era solo un vagabondo, ma non un vagabondo qualunque. Aveva una felpa rossa a quadri neri con un cappuccio, la stessa felpa che avevo fatto al 19esimo compleanno di Sergio. D'istinto lo seguii nascondendomi ogni volta che si girava. Arrivai sotto al ponte, era il suo covo: c'erano un materasso sporco, uno straccio per coprirsi la notte, degli avanzi di cibo. Sentii il tintinnio di alcune medagliette. Erano appesi a un chiodo in una parte del muro; li presi e lessi: Mauro di Simone, Sergio Viscuso. Quel vagabondo era davvero Sergio allora. Il rumore del caricatore di una PS16 mi fece girare.
– Posa a terra quelle collane e girati. – Sergio non era cambiato affatto, ma la barba gli era cresciuta molto negli anni. – Chi sei? Che ci fai qui? – Mi chiese puntandomi la pistola in fronte.
– Sergio.. –
– Come sai il mio nome?–
– L'ho letto sulla targhetta –
– Perché sei qui? –
– Sto cercando un mio vecchio amico –
– Credo tu abbia sbagliato posto. –
– Stavo cercando te. – Sergio era strano, abbassò la pistola calmandosi.
– Chi sei? –
– Sergio... Sono Alex. – Sergio impanicato mi puntò di nuovo la pistola.
– Non è vero! È morto otto anni fa in Qatar! – mi gridò in faccia.
– Le coordinate erano sbagliate. –
– Cosa ne sai tu? Non sei lui, non sei Alex! – Subito prima di spararmi mi staccai dal collo le medagliette e gli feci vedere la mia targa. Sergio si calmò facendo cadere la pistola a terra e cadde in ginocchio con le lacrime. Mi abbassai accanto a lui e gli misi il braccio sulla schiena cercando di consolarlo.
– Scusami Alex.. –
– Tranquillo... Dai,ti porto a casa. –
Matteo era nel magazzino a mangiare il Saikebon, Elena stava preparando il pranzo e Emiliano modificava le M16 cercando qualche maniera di aggiustarle. – Emi, dove diavolo è andato Alex? –
– Sta fuori a prendere un po' d'aria tra un po' arriverà – Aprii di botto la porta ed Elena e Emiliano vennero da me.
– Alex, che hai, dove cazzo sei stato? – Dissero attappandosi il naso dalla puzza di rifiuti. Sergio ed io entrammo ed Emiliano e Elena rimasero sorpresi.
– Matteo vieni qui! – Disse Elena urlando per le scale del magazzino. Matteo dallo spavento sputò mezzo noodle e salì.
– Ciao amici. – Disse Sergio con una voce debole. Ci sedemmo tutti sul divano cercando di capire cosa gli fosse successo in tutti questi anni.
– Dopo il bombardamento, sono restato 2 anni in Siria. Non avevo contatti, non potevo chiamare nessuno. Sono stato li a marcire come un topo nelle fogne. Ma poi, un drone russo mi riconobbe, contattò la Francia per recuperarmi. Arrivato a Parigi scoprii di aver perso tutto. Mia moglie era morta in un incidente stradale, mio figlio si era trasferito in Canada. Dopo la morte di Sara le bollette salirono sempre di più finendo con l'essere sfrattato. Ho passato sette anni sotto un ponte a vivere nella sporcizia... – Rimanemmo in silenzio a lungo cercando di trovare cosa dire.
– Di Mauro e Peppe sai qualcosa? – Disse Matt rompendo il ghiaccio.
– No purtroppo... – Elena sentendo l'odore che emanava Sergio si attappò il naso.
– Faresti meglio a farti una bella doccia se vuoi rimanere con noi. – Disse facendoci ridere. Sergio con una risata accettò e andò nel bagno sul secondo piano. Intanto Matteo riprese a lavorare nella sua postazione, Emiliano rimase seduto a guardare la tv. Dalla fame mi alzai andando in cucina a vedere cosa ci fosse in frigorifero, ma era completamente vuoto.
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Ghost
Actionun ex gruppo delle forze speciali dispersi nella capitale francese si rincontrano dopo gli orrori della remota guerra in oriente, una scoperta li unirà formando la vecchia unità Ghost eliminando minacce incombenti nella loro patria.