La missione fu sospesa, insieme alla squadra.
Dopo che avemmo ucciso tutti i sicari, Stefania portò Lorenzo e Chiara a casa di Fero e Claudia, non sapendo dove lasciarli un attimo. La squadra seppe dell'accaduto tramite il telegiornale che parlò di un incendio e 12 uomini morti, intuendo che fossi stato io.
Ero in una stanza bianca di un hotel a Roma. Mi svegliai dopo aver sognato la persona che amavo. Vidi che su una poltrona c'erano degli abiti eleganti neri e mi ricordai del funerale di Jesse. Mi alzai dal letto lavandomi la faccia per tenermi sveglio e mi vestii.
Qualcuno bussò alla porta – era Stefania vestita con un abito elegante nero.
– Ti ricordi a capodanno che siamo andati a ballare con il gruppo? – disse sedendosi sul letto. Non parlai; ero allo specchio a cercare di sistemarmi la cravatta.
– Faccio io – disse mettendomela bene. Uscimmo dall'hotel ed entrammo in macchina.
– Mi dispiace per Jesse Alex.. – disse consolandomi. Non risposi per un po' ma poi:
– François ha mandato quei sicari. – dissi a Stefania ma lei lo sapeva. Arrivammo in chiesa, tutti erano lì: la squadra, Tiare, Alessandro Amedei, Fero e Claudia.
Andai da Fero e lo abbracciai.
– Grazie per aver tenuto i bimbi per un po'.
– Puoi contare sempre su di me Alex – disse con voce serena e uno alla volta mi abbracciarono.
Il funerale di Jesse iniziò, il prete parlò e parlò di Gesù e della morte, ma Jesse non era stata credente. Erano iniziati i turni per parlare ed ero il primo. Mi alzai e mi avvicinai al microfono.
– Ho perso una persona cara, me l'hanno strappata via. Mi ricordo ancora quando ci eravamo incontrati.. – Scossi la testa e mi sedetti, se avessi continuato avrei pianto. Finito il funerale trasportai la bara con gli altri fino al carro funebre. Non pesava, come se non ci fosse mia moglie dentro. La mettemmo dentro il carro funebre e iniziammo a camminare verso il cimitero dove erano seppelliti i miei genitori.
Calarono la bara con il prete che pregava. Il funerale era finito e tutti se ne stavano andando ma io rimasi a fissare la sua tomba per ore.
Stefania mi girò mettendo le sue mani sul mio volto.
– So come ti senti, ma devi essere forte, fallo per la squadra – disse tristemente. Tolsi le mani dal mio volto e camminai per il cimitero a lungo. Camminai e camminai, pensando a tutto ciò che era successo. Mi guardai intorno e mi accorsi di esser arrivato alle tombe di mio padre e di mia madre.
Mi girai verso le lapidi e le fissai, ricordandomi di loro e di quando ero piccolo.
– Ciao mamma...ciao papà..– dissi con voce sofferente sedendomi in mezzo alle loro tombe. – Oggi jesse non c'è più..se n'è andata, vi ha raggiunti – dissi cercando di non piangere. – A volte penso a voi, quello che avete fatto per me e le giornate passate... Non riesco ancora a credere che ora non ci siete più... – Mi scese una lacrima ma la tolsi con la mano. Dietro di me sentii un rumore e mi girai. Era Tiare in piedi con le stampelle.
– Sapevo che ti avrei trovato – disse facendomi sorridere.
– Dai, ti dò una mano. – dissi facendola sedere insieme a me. C'era un silenzio rilassante.
– Ogni giorno cerco di andare avanti, ma ormai è tutto così difficile. – dissi con voce triste.
– È normale Alex... col tempo tutto passa. – disse cercando di consolarmi.
– È colpa mia Titty, l'ho messa io in mezzo a questa situazione. – dissi riportando alla luce il suo soprannome che usavo fin da ragazzo.
– Non è vero Alex – disse facendo una piccolissima risata.
– Tu non ti arrendi mai eh? – domandai con un sorriso. Tiare appoggiò la testa sulla mia spalla e prese il mio braccio.
– Mai – disse con una sua smorfia. Feci un sorriso e le baciai la testa. Si stava facendo tardi e dovevamo sbrigarci prima che ci chiudevano dentro al cimitero, così mi alzai e diedi a Tiare le stampelle.
– Penso che siano fieri di te – disse fissando le tombe. Sorrisi un pochino.
Lasciammo il cimitero e andammo a casa di Claudia a fare compagnia ai bimbi. Quando entrammo Fero stava raccontando un favola a Lorenzo e Chiara sopra le sue ginocchia, Claudia preparava la cena ed Emiliano e gli altri erano fuori sul balcone a parlare. Appena mi videro Luca e Chiara scesero dalle ginocchia di Fero e vennero ad abbracciarmi. Li strinsi fortemente. Eravamo noi tre e il mio compito era di proteggerli o avrebbero fatto la stessa fine di Jesse. E per quello non mi sarei mai perdonato. Claudia ed Alessandro finirono di apparecchiare ed iniziammo a cenare in onore di lei. Mangiammo tanto, tra risate e scherzi come ai vecchi tempi. A Claudia scese una lacrima ricordandosi il passato, ma io rimasi li fermo a mangiare lentamente pensando a ciò che avrei dovuto fare senza Jesse al mio fianco. Emiliano e Mauro mi videro e decisero di brindare.
– Un brindisi ai bei tempi... e a una moglie speciale per Alex. – disse Emiliano insieme a Mauro, alzandosi con il bicchiere di vino rosso. Tutti si alzarono e brindammo. Finimmo di mangiare e gli altri andarono nel salone a ridere e a scherzare con la tv accesa. Io ero fuori a guardare le stelle, pensando alle frasi di mio padre.
«Ricordati Alex, chi difende qualcuno o qualcosa diventa una stella e ti starà accanto ogni notte.» Chinai la testa con le lacrime che mi minacciavano. Ero molto legato a mio padre; la pesca, il poligono di tiro, le belle passeggiate con lui da piccolo... Ancora non riuscivo a pensare che se n'era andato. Dietro di me venne Tiare e si mise accanto a me a guardare le stelle.
– Hai ancora quelle frasi in mente? – domandò capendo che stavo pensando a nostro padre.
– Spesso – ammisi con voce sussurrante.
– Cosa farai quando avrai finito? – chiese riferendosi alla missione. In realtà me ne ero dimenticato completamente.
– Resterò a Roma, porterò i bimbi a casa dei nostri genitori.. Te? – domandai subito.
– Penso che starò da Michela, è da tanto che non le faccio visita. – disse Tiare tranquillamente. Tutti erano andati a dormire, ma rimasi fuori a continuare le stelle finché venne Lorenzo con il pigiama. Si strofinava con la manina l'occhio.
– Non riesci a dormire? – domandai abbassandomi verso lui.
– Chiara ha gli incubi – disse. La potevo capire. Le mancava la mamma. Mi sedetti sulla sdraio con Luca in braccio.
– Papà...mi manca mamma. – disse Luca con voce debole.
– Anche a me – dissi cercando di non piangere.
– Secondo te dove sarà? – mi domandò con una lacrima sul viso. Subito gliel'asciugai e gli feci vedere le stelle.
– Tuo nonno era come me Lorenzo, un militare. Da piccolo una notte mi disse: ricordati Alex, chi difende qualcuno o qualcosa diventa una stella e ti starà accanto ogni notte... Tua madre vi aveva difeso in mia assenza, e quando ti mancherà ogni notte guarda le stelle e ti starà accanto. – dissi. Lorenzo iniziò guardare le stelle e sentiva che Jesse le stava accanto. Si addormentò e lo portai dentro la cameretta dei figli di Fero cercando di non svegliare nessuno.
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Ghost
Actionun ex gruppo delle forze speciali dispersi nella capitale francese si rincontrano dopo gli orrori della remota guerra in oriente, una scoperta li unirà formando la vecchia unità Ghost eliminando minacce incombenti nella loro patria.